L’angelo del male – Brightburn, di David Yarovesky

Brightburn è una versione horror di Smallville. La rilettura in negativo della formazione del supereroe procede sui binari del film di genere. Un esperimento divertente da non prendere mai sul serio

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

L’idea di ribaltare i canoni del superheromovie e di farne una versione horror era già stata messa in pratica da Chronicle (2012) di Josh Trank. Il film sfruttava la forma all’epoca imprescindibile del foundfootage per raccontare una classica storia di origine che prendeva una brutta piega. Dopo sette anni, Brightburn di David Yarovesky riprova a compiere la stessa operazione con un modello di riferimento molto più evidente. Infatti, un oggetto proveniente dallo spazio precipita nel bel mezzo dei campi di grano del Kansas. Una coppia sterile vive nei dintorni e trova il suo figlio adottivo dentro l’astronave aliena. I dettagli sono troppo sfacciatamente identici a quelli di Superman per essere puramente casuali. La lista delle somiglianze è molto estesa e anche la scelta del titolo ne fa parte. Brightburn è la località in cui questo dono del cielo viene allevato come se fosse un neonato normale. Quindi, il film è la declinazione sinistra di popolare un serial di formazione come Smallville.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Brandon Breyer è un ragazzo di dodici anni poco integrato a scuola che ha un rapporto esclusivo con i genitori. Il film inizia con un montaggio di homemovies in cui la sua crescita è sempre più rapida e sorprendente. La voce over di Elizabeth Banks che commenta le prime vacanze natalizie o la prima passeggiata è quella di una madre sin troppo premurosa. L’eccesso di affetto verso il ragazzo in contrapposizione con la sua natura tradisce l’altra fonte di ispirazione del film. Come si può assistere alla chiamata alla missione di dominare il mondo senza pensare anche a The Omen (1976) di Richard Donner?

Il rischio di ritrovarsi un Superman privo di morale e incontrollabile era al centro della prima parte di Justice League (2017) di Zack Snyder. Purtroppo, il film non aveva il coraggio di portare avanti lo spunto per più di cinque minuti dopo la sua resurrezione. La presenza amata di Lois Lane riportava il kryptoniano alla sua dimensione benevola. Brightburn ha l’audacia di credere in un Kal-El diabolico ma non ha la potenza di fuoco per andare oltre il campo dell’esperimento. James Gunn ha prodotto una sceneggiatura del fratello Mark e del cugino Brian ma dopo la brillante intuizione iniziale il progetto resta sui binari del film di genere.

Il ragazzo sceglie a tavolino il costume e il marchio per firmare le sue imprese di omicidio vendicativo. Il copione vuole per forza di cose attribuirgli un’iconicità tipica del boogeyman degli horror. Le sue motivazioni non sono solo di natura extra-terrestre ma hanno una forte matrice di rivalsa personale. Tutti i supereroi hanno avuto un’adolescenza da emarginati e Brandon Breyer non si fa problemi a riparare ai torti che ha subito. La parte più interessante del film è quella in cui il protagonista deve gestire la sua prima infatuazione scolastica e la delusione del rifiuto. Il processo di elaborazione è molto complicato se alle manie di grandezza tipiche dei teenager si associa la consapevolezza di un potere illimitato.

Lo spettatore vive una certa ambiguità nei suoi confronti e spesso non può sottrarsi all’empatia dello sguardo della madre. Elizabeth Banks è l’elemento fuori scala del film e il suo talento regge il peso della parte. La donna che per amore nega l’evidenza della trasformazione del figlio e le sue malefatte. Purtroppo, il suo contributo non va oltre una funzione di scrittura che lega le sequenze decisive di Brightburn. Il ragazzo sviluppa una particolare senso della coreografia per le sue efferate bravate e il film si concentra soprattutto su quelle. Gli elementi e i personaggi secondari servono come rinforzo e non come distrazione. Quindi, il cordone ombelicale tra madre e figlio è solo il solido presupposto per drammatizzare lo scontro finale.

I titoli di coda suggeriscono che Brandon Breyer potrebbe diventare un franchise e il giudizio sul carisma dell’esordiente Jackson A. Dunn spetta unicamente al pubblico. Brightburn offre abbastanza jumpscare da essere divertente e calcola perfettamente il suo metraggio in base all’attenzione del pubblico. Forse, è una delusione per chi si aspettava un lavoro più profondo sugli archetipi della formazione del supereroe. Non è chiaro quali fossero le reali intenzioni della famiglia Gunn in proposito e forse è meglio non porsi troppe domande. Il più grande errore dello spettatore sarebbe quello di prendere il film troppo sul serio.

Titolo originale: Brightburn

Regia: David Yarovesky

Interpreti: Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, Matt Jones, Meredith Hagner

Origine: USA, 2019

Distribuzione: Sony Pictures Entertaiment Italia

Durata: 90’

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array