L’attacco dei giganti – Il film. Parte 1 – L’arco e la freccia cremisi, di Tetsuro Araki
Il primo film riassuntivo della saga creata da Isayama riesce ad esaltare il cammino messianico del suo tragico (anti)eroe: ma rispetto alla serie e al manga, priva la narrazione del suo spirito epico

Chi ha familiarità con l’epopea creata da Hajime Isayama, sa bene che la storia di Attack on Titan mette in scena una tragica, e deflagrante democratizzazione delle linee temporali. L’inizio del racconto, segnato dal brusco risveglio del protagonista da quell’incubo (o forse sogno?) dove figure colossali obliterano le mura della città in cui lui e il suo popolo sono stati forzatamente confinati per un intero secolo, coincide in effetti con l’epilogo: non solo della narrazione in sé, ma di tutti gli sforzi, le fantasie e – se vogliamo – dei genocidi che il giovane (anti)eroe Eren arriverà a perseguire nel conseguimento degli obiettivi che cova nel suo adombrato cuore. Ogni evento, da questo punto di vista, potrebbe essere declinato su uno stesso piano, alla luce di una macchinazione sapientemente prefigurata dall’autore (e quindi dal suo portavoce interno) sin dall’inizio del popolare manga a cui ha dato vita nel 2009, e di cui in questo L’attacco dei giganti – Il film. Parte 1 – L’arco e la Freccia Cremisi vediamo solamente i prodromi.
Nato come progetto riassuntivo dei primi 13 episodi dell’omonima serie anime, il primo lungometraggio di Attack on Titan, alla luce dei discorsi appena avanzati, non può che ricollegarsi al capitolo finale dell’opera, ed articolare le sue riflessioni all’insegna di un vero e proprio tradimento. Perché nel (ri)vedere le azioni che hanno portato i giganti ad attaccare le mura della cittadina di Shiganshina dopo un secolo di “pace” opportunamente ricostruita, e a costringere così i suoi abitanti-vittime a rifugiarsi dietro i cancelli del colossale Wall Rose pur di sfuggire ad una minaccia di cui non si conosce (almeno al tempo) la genesi né la vera entità, gli spettatori de L’attacco dei giganti – Il film. Parte 1 – L’arco e la Freccia Cremisi non possono che diventare testimoni di un cortocircuito narrativo: proprio perché il lungometraggio, mettendo in scena lo spirito libertario di Eren e dei suoi compagni nella lotta all’ultimo sangue ai titani e a coloro che li controllano, articola i primi passi del protagonista sì in senso profetico, ma invertendone le coordinate semantiche. Tanto che quello di Eren è qui il ritratto eroico del giovane profeta di un nuovo mondo: e non, come vedremo più avanti, del distruttore di tutte le realtà possibili.
Ma i meriti de L’attacco dei giganti – Il film. Parte 1 – L’arco e la Freccia Cremisi non terminano qui, e si estendono anche alle logiche “promozionali” su cui nasce. Alla pari dei migliori film anime di rimontaggio – si pensi all’ultimo greatest hits della saga di Demon Slayer – ha la capacità di condensare gli eventi della sezione iniziale del manga, senza disperdere l’incisività narrativa della serie né i discorsi sull’antimilitarismo e sui bisogni di autodeterminazione collettiva avanzati dai protagonisti e che fondano il cuore stesso del racconto di Isayama. L’unica vera anomalia a cui va incontro questa “operazione cinematografica” la individuiamo nel rifiuto, da parte del film, dell’epica: di quella gravitas drammaturgica che accompagna le missioni suicidarie dei membri dell’Armata Ricognitiva, e che sia nell’anime che nella controparte cartacea permette alla narrazione di inabissare le azioni, le vite e anche le (flebili) fantasie dei personaggi in un baratro di disperazione senza fondo. Dove l’utopia lascia spazio al richiamo distopico di un mondo che si astrae da qualsiasi istanza di pacifismo. E in cui le differenze manichee tra libertà e oppressione, tra prigioniero e carceriere, non hanno più ragione di esistere.
Titolo originale: Gekijouban Shingeki no kyojin Zenpen: Guren no yumiya
Regia: Tetsuro Araki
Voci: Yuki Kaji, Marina Inoue, Yui Ishikawa, Hiro Shimono, Yoshimasa Hosoya, Tomohisa Hashizume, Yu Kobayashi, Yu Shimamura, Ryota Osaka, Shiori Mikami, Saki Fujita, Hiroshi Kamiya, Daisuke Ono, Romi Park, Kisho Taniyama, Susumu Chiba
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 118′
Origine: Giappone, 2014