L’Authors Guild fa causa a OpenAI

La società di IA avrebbe utilizzato illegalmente i testi di scrittori noti per allenare i propri chatbot. La protesta di George R.R. Martin, John Grisham, Michael Connelly, Jonathan Franzen e altri

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Il 19 settembre scorso, diciassette autori iscritti alla Authors Guild, la più importante organizzazione professionale per scrittori americana, hanno denunciato la società tecnologica OpenAI, accusandola di aver usato intere loro opere per “allenare” il software di intelligenza artificiale ChatGPT, violando in questo modo il diritto d’autore. L’atto giudiziario, depositato alla corte del Southern District di New York, è stato firmato da nomi di spicco del panorama letterario americano come George R.R. Martin, John Grisham, Michael Connelly, Elin Hilderbrand e Jonathan Franzen. Nonostante OpenAI non abbia mai dichiarato quali materiali utilizzi per addestrare gli algoritmi dei chatbot, ha altresì affermato apertamente di fare uso di intere opere protette dal diritto d’autore. Oltre all’evidente violazione del copyright, questo comporterebbe anche un ingente danno economico al mercato editoriale degli autori interessati.

A inizio settembre altri scrittori come Michael Chabon, Ayelet Waldman e Matthew Klam hanno citato in giudizio OpenAI e Meta per lo stesso motivo. A dimostrazione del fatto che i chatbot come ChatGPT sono una minaccia per l’integrità del lavoro di chi scrive, l’Authors Guild ha riportato il recente tentativo di generare i volumi 6 e 7 delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. Nel frattempo sulle piattaforme di e-commerce come Amazon, spopolano i testi creati tramite i modelli generativi delle AI, tanto che il marketplace è corso ai ripari nel tentativo di arginare questo fenomeno. La causa portata avanti da Martin e co. mira a un’ingiunzione che impedisca a ChatGPT di continuare a utilizzare i loro testi – scaricati illegalmente da archivi di e-book pirata – per alimentare i software del chatbot. “Questo caso è solo l’inizio della nostra battaglia per difendere gli autori dai furti di OpenAI e di altre IA generative“, ha detto in una dichiarazione a Variety la presidente della Authors Guild Maya Shanbhag Lang.

Oltre alla causa legale della Authors Guild, l’azienda fondata da Elon Musk e Sam Altman deve affrontare altre due denunce simili, intentate a luglio 2023 dalla comica Sarah Silverman e dell’autore Paul Tremblay, che hanno coinvolto anche Meta. Nel frattempo, un portavoce di OpenAI ha dichiarato: “Stiamo avendo conversazioni produttive con molti creatori in tutto il mondo, inclusa la Authors Guild, e abbiamo lavorato in modo cooperativo per comprendere e discutere le loro preoccupazioni sull’intelligenza artificiale”. Quest’azione legale si somma ad altre iniziative portate avanti dall’inizio dell’anno, come la causa collettiva intentata da un gruppo di artisti a gennaio contro DreamUp, Midjourney e Stable diffusion, tre modelli di intelligenza artificiale che generano immagini programmate con opere d’arte trovate online, o le richieste sindacali avanzate a marzo dalla WGA (Writers Guild of America), l’associazione degli sceneggiatori americani, che nonostante l’apertura alle IA, ha sottolineato l’importanza di tutelare il diritto d’autore sugli script.

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