Le 25 recensioni di Sentieri Selvaggi del 2020
Come promesso ecco 25 titoli che hanno segnato il 2020, recensiti in giro tra festival, piattaforme di streaming, distribuzioni o meno, console di gaming, schermi e dispersioni varie…

1917, di Sam Mendes (e Roger Deakins) – di Carlo Valeri
Ambientato durante la Prima Guerra mondiale, è un film che ha perso la propria anima da qualche parte nella perfezione tecnica, nella maniacalità del backstage
Colour out of Space, di Richard Stanley – di Sergio Sozzo
Da H.P. Lovecraft, Stanley ritorna sulla scena horror con un Cage-movie che tira un ponte tra due concezioni del genere, quella militante old school e quella arty che piace a questa generazione
Da 5 Bloods, di Spike Lee – di Carlo Valeri
Anche il cinema black da oggi ha il suo Vietnam movie. E non poteva che girarlo Spike Lee, con un occhio, ironico, alla New Hollywood e un altro al cinema stalloniano in modalità Expendable. Su Netflix
Days, di Tsai Ming-liang – di Aldo Spiniello
Tsai non ha bisogno di parole per farci sentire le cose. A riprova della cristallina purezza di un cinema “muto” che lavora sulle immagini e scolpisce lo spazio con il tempo. Dalla Berlinale 70
Été 85, di François Ozon – di Simone Emiliani
Dal romanzo La danse du coucou di Aidan Chambers, un film passionale e struggente, intenso e disperato. Protagonisti azzeccatissimi. Ozon non sbaglia niente ma non calcola niente. Dalla Festa di Roma 2020
Guerra e pace, di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti – di Aldo Spiniello
Un viaggio in un secolo di rappresentazione e documentazione della guerra. Ma anche, soprattutto, uno straordinario viaggio nella storia delle immagini dell’ultimo secolo. Venezia 77
Hollywood, di Ryan Murphy – di Fabiana Proietti
Murphy rilegge la Hollywood degli anni 40 con sensibilità contemporanea: manoscritto manzoniano per raccontare quanto l’ossessione del politicamente corretto ci avvicini al codice Hays? Su Netflix
Hopper/Welles, di Orson Welles – di Carlo Valeri
Conversazione/capolavoro tra Orson Welles e Dennis Hopper. 130′ di durata, due personaggi, un volto, pellicola in b/n. Si parla di tutto: cinema, politica, religione, sesso, istruzione. Venezia 77
I May Destroy You, di Michaela Coel – di Dafne Franceschetti
Secondo molti è la serie dell’anno. Il nuovo lavoro di Michaela Coel è la storia di un corpo violato che prende coscienza della sua esistenza. Tra autobiografia, dramma, comedy e crime
Il buco in testa, di Antonio Capuano – di Leonardo Lardieri
Opera liberamente ispirata alla vicenda di Antonia Custra la quale nel 2007 incontra l’uomo che uccise suo padre carabiniere nel 1977. Torino Film Festival 38
Il re di Staten Island, di Judd Apatow – di Emanuele Di Porto
Apatow crea il contesto più familiare possibile per il talento comico di Pete Davidson. Il suo cinema umano può sembrare erratico mentre insegue dei rari e miracolosi momenti di sincerità emotiva
Imprevisti digitali, di Délepine & Kervern – di Simone Emiliani
Sogna di tornare a un mondo e a un cinema pre-digitale il nuovo film dei due cineasti francesi che rappresenta l’esito più felice del loro cinema. Premio speciale della Giuria alla 70° Berlinale
Malmkrog, di Cristi Puiu – di Aldo Spiniello
Puiu radicalizza fino al limite il suo stile. Sembra vedere e controllare tutto Ma è come se per tre ore e mezza girasse intorno a un vuoto, un buco nero dell’immagine, dello spazio e del tempo. Berlinale 70
Mank, di David Fincher – di Pietro Masciullo
Su Netflix, il biopic sullo sceneggiatore di Quarto Potere forza la previsione algoritmica del nostro immaginario aprendosi a una complessità interpretativa di rara potenza e bellezza
Notturno, di Gianfranco Rosi – di Aldo Spiniello
Forse dovremmo definitivamente abbandonare la prospettiva del documentario. Pensare invece alla visione di un esploratore dannunziano di mondi ancora non tramontati, ancor non sorti. Venezia 77
On the Rocks, di Sofia Coppola – di Simone Emiliani
Il settimo lungometraggio della cineasta può apparire un punto di svolta decisivo oppure proseguire sempre dritto per la solita strada dove la Coppola s’incarta e s’incanta su quello che filma. Apple Tv
Richard Jewell, di Clint Eastwood – di Aldo Spiniello
Credere, aver fiducia, prestar fede, a una storia, a un’immagine, a una persona. È questo che si chiede da sempre Clint. È lì il mistero che ci riporta ancora una volta al fattore umano
Soul, di Pete Docter e Kemp Powers – di Simone Emiliani
Appena un gradino sotto Coco e due sopra Onward. Ci sono magnifici smarrimenti poi ad un certo punto decolla e si mescolano la Gioia e la Tristezza di Inside Out e il magnifico volo di Up. Disney+
Tales from the loop, di Nathaniel Halpern – di Mario Turco
La serie Amazon Prime usa la soft sci-fi con richiami estetici agli anni Ottanta per raccontare il capitalismo del disastro. Produce Matt Reeves, dirigono Andrew Stanton, Mark Romanek, Jodie Foster
Tenet, di Christopher Nolan – di Sergio Sozzo
Tenet resta probabilmente ad oggi la riflessione più centrale del cineasta, tra tempo non lineare e entropia dell’informazione. Ma purtroppo poi si ricorda di essere solo un film di Nolan
The Last Of Us Parte II (PS4) – di Maria Emilia Ambrogioni
The Last of Us parte II è un’esperienza di crescita personale che in trenta ore riesce più volte a costruire e poi sconvolgere le nostre convinzioni. Il titolo che chiude questa epoca del gaming. Da inizioPartita
The Mandalorian, di Jon Favreau – di Alice Catucci
The Mandalorian si immette nel panorama mainstream all’interno dell’universo Star Wars, è in grado di lasciarci col fiato sospeso, ma anche di suscitare riflessioni transmediali. Disney+
Uncut Gems – Diamanti Grezzi, di Josh e Benny Safdie – di Sergio Sozzo
Su Netflix l’ultimo grande film del decennio appena concluso, o il primo grande titolo della nuova decade: tutto sta a come decidiamo di codificare il surplus di informazioni del cinema dei Safdie
Upload/After Life – di Federico Chiacchiari
Nel pieno di questa pandemia globale arrivano due Serie Tv che sembrano proprio mettere il dito nella piaga della nostra condizione post-moderna di post-morte: After Life e Upload
We Are Who We Are, di Luca Guadagnino – di Carlo Valeri
Ambiziosa e epocale la serie prodotta da HBO, divisa in 8 episodi e scritta insieme a Paolo Giordano e Francesca Manieri, la più bella serie tv dell’anno. Probabilmente qualcosa di più