"Le avventure dei miei robot vogliono insegnare a superare le difficoltà della vita". Incontro con Go Nagai (seconda parte)

Prosegue il resoconto dell'incontro tra Go Nagai e i fans al Napoli Comicon, uno scambio di battute e risposte sui temi della fantascienza, gratificato nel finale dall'intervento di Moebius, anch'egli ospite della manifestazione

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Su Internet ho visto che per hobby alcuni appassionati stanno realizzando un film dal vero su Goldrake. Considerando anche il recente progetto dedicato ai Transformers, volevo sapere se sarà mai possibile vedere un vero adattamento cinematografico di questa storia.

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Credo che con le tecnologie attuali sia possibile creare un film dal vivo di Goldrake, il problema è reperire i finanziamenti, è qualcosa che prescinde dal volere dell'autore. Comunque tecnicamente è possibile e qualora si concretizzasse il progetto cercherò di fare in modo che sia realizzato a dovere.


 


Volevo chiederle come mai, nella serie tv di Devilman, alcuni episodi sono disegnati in maniera molto differente tra loro.


 


Solitamente i cartoni animati sono realizzati da circa cinque staff diversi che a rotazione si susseguono, per cui ogni episodio differisce dall'altro e rispecchia le caratteristiche e lo stile di questi gruppi di animatori. Questo perché l'animazione è un tipo di lavoro che coinvolge molte persone. Pur sapendo bene che queste differenze tra gli episodi non siano gradite al pubblico, soprattutto ai tempi era una condizione inevitabile per creare delle serie animate.


 


Qual è il messaggio di opere come Goldrake, che hanno cresciuto una generazione?


 


Credo che il messaggio di tutte le mie epopee robotiche sia quello di voler dare al pubblico di bambini una visione che sia ottimistica, spiegare la necessità di continuare sempre a combattere per affrontare le difficoltà che la vita necessariamente presenta nel corso degli anni. E' tipico dei bambini voler crescere in fretta e diventare adulti e in questo processo ci si trova ad affrontare delle difficoltà che durante l'infanzia sono inimmaginabili.


 


A quanti anni ha iniziato a disegnare Goldrake?


 


Goldrake in particolare l'ho realizzato quando avevo circa 27/28 anni. Più in generale è fin dalla prima elementare che disegno fumetti, mentre ho iniziato a creare storie completamente mie quando sono entrato al liceo.


 


Nella vecchia versione di Jeeg robot d'acciaio il protagonista, Hiroshi, era un cyborg che si trasformava nella testa del robot. Come mai nella nuova serie questo aspetto non c'è più?


 


Il motivo per il quale nella nuova serie è la moto a trasformarsi nella testa di Jeeg deriva dal fatto che ho preferito creare l'impressione che chiunque sappia portare una moto abbia la possibilità di diventare il pilota del robot e non sia necessario essere un cyborg.


 

Si nota nella sua opera che i concetti di "Bene" e "Male" sono sfumati, due facce della stessa medaglia: il Male ha le sue ragioni e il Bene deve a volte cedere a metodi non ortodossi per prevalere. Probabilmente l'unica differenza è che dalla parte del Bene abbiamo degli eroi votati al sacrificio, mentre invece il Male è più guidato dalle sue passioni. La domanda si può riassumere in due parole: qual è per lei più potente, il giri (senso del dovere) o il ninjo (sensibilità naturale)?


 


Nelle mie opere cerco di definire il più possibile l'inscindibilità di queste due componenti e il fatto che quando si eccede in uno qualsiasi dei due aspetti si rischia di creare dei grandi sbilanciamenti.


 


 


Interviene sul palco un ospite a sorpresa, Moebius, per un breve saluto a Nagai


 


 


Vorrei chiedere a Moebius e Nagai se si conoscevano e quale influenza ha avuto la loro opera sui rispettivi lavori.


 


MOEBIUS: Sono molto contento di incontrare qui il creatore di Goldorak (nome francese di Goldrake ndr), l'uomo che ha permesso alla fantascienza di ottenere un riconoscimento globale molto ampio: infatti in Francia i picchi di ascolto televisivi della serie corrispondevano al 100% dell'audience. In origine le dottrine religiose o filosofiche puntavano sull'uomo e sulla sua centralità, dandogli un significato trascendente, mentre invece la fantascienza, quando ha iniziato ad affermarsi come genere attraverso le forme artistiche più popolari (cinema o fumetto), gli ha donato una posizione più concreta e reale rispetto al tempo e allo spazio, grazie alla contestualizzazione della tecnologia. Oggi la fantascienza ha un po' esaurito questa spinta innovativa, di introduzione dell'utenza a concetti nuovi, e si è passati a una fase di realizzazione delle idee. Per cui adesso siamo in un momento in cui viviamo ciò che la fantascienza aveva predetto.


 


GO NAGAI: Ho avuto la possibilità di conoscere le opere di Moebius in Francia nei primi anni Settanta, e ricordo ancora l'emozione che ho provato vedendo le sue tavole, che ho trovato subito strepitose. Anche in Giappone ci sono autori di manga che hanno subito la sua influenza, solo per citarne uno posso fare il nome di Katsuhiro Otomo: credo che se non ci fosse stato Moebius probabilmente Otomo avrebbe scelto anche di non occuparsi di fumetti ma di fare qualcos'altro. Io al contrario ho avuto la ventura di iniziare a lavorare nel campo dei fumetti prima di conoscere Moebius, per cui non ho direttamente subito la sua influenza, non so immaginare come sarebbe stata probabilmente la mia opera se lo avessi conosciuto prima.


 


(Per le foto di Go Nagai al Comicon 2007 si ringrazia Maurizio Nataloni)

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