Le catene della colpa, di Jacques Tourneur

Dal romanzo Build My Gallows High di Mainwarin, Tourneur realizza un noir atipico tra horror, mélo e e giochi di luce intimistici. Con un indimenticabile Robert Mitchum. Sabato 13, ore 3.50, Rai 3

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L’escursione di Jacques Tourneur nei territori noir dà vita a una opera atipica che risente di contaminazioni orrorifiche, varianti melodrammatiche e giochi di luce intimistici. Le catene della colpa (Out of the Past) inizia in pieno sole con una scena hopperiana: un ragazzo sordomuto fa la guardia ad una stazione di servizio in mezzo al nulla della provincia americana.

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Il proprietario Bailey (Robert Mitchum) è altrove, impegnato in un incontro romantico con la bella Ann (Virginia Huston) sulle rive del fiume: tutto sembra perfetto, puro, incontaminato. Promesse d’amore, giuramenti di fedeltà, attese prolungate di un qualcosa che verrà. Ma per quanto Bailey tenti di chiudere i conti col passato, il passato non chiude i conti con Bailey. E infatti ecco arrivare a Bridgeport uno degli uomini del boss Whit Sterling (Kirk Douglas) per un nuovo compito che puzza di trappola. Tre anni prima Bailey aveva rintracciato ad Acapulco la fedifraga pupa del boss, Kathie (Jane Greer) ma se ne era innamorato e aveva provato una improbabile fuga d’amore.

le catene della colpa robert mitchum jane greerTutta la prima parte del film è un lungo flashback-confessione di Bailey ad Ann mentre si sta recando verso la villa di Sterling. Tourneur approfitta del viaggio in macchina (il viaggio è un tema ricorrente nella sua filmografia) per innestare le immagini di un passato mai sepolto: prendendo spunto dalla lezione di Detour di Ulmer e modellando la dark lady secondo le linee guida de Il mistero del falco, il regista francese (naturalizzato statunitense nel 1921) riesce a formare un triangolo diabolico in cui nessuno può dirsi innocente. Jane Greer nasconde dietro due occhi innocenti una perfidia da malavitosa consumata, Kirk Douglas propone per la prima volta un carattere d’assalto e senza scrupoli che spesso sconfina nell’overacting. Lo stesso Robert Mitchum regala al proprio personaggio un fatalismo e una rassegnazione che lo distaccano nettamente dall’esempio bogartiano. Bailey è inesorabilmente attratto da Kathie e ingaggia con Whit Sterling un duello di dominio sessuale. Ma il desiderio di possesso maschile è una vana illusione di fronte alle raffinate tecniche di seduzione della preda femminile che si trasforma ben presto in geniale manipolatrice.

le catene della colpa kirk douglas robert mitchumTourneur sa creare un clima ansiogeno facendo sfiorare i tre personaggi in lista d’attesa in un bar ad Acapulco: il grande Nicholas Musuraca (che aveva già lavorato in Il bacio della pantera) gioca con le ombre degli interni oscurando spesso le silhouette dei diversi personaggi. Il clima di tensione, già presente nel film proto-noir del 1944 Schiava del male, viene amplificato da una minaccia invisibile pronta a materializzarsi dietro una porta o al limite del fuoricampo; in questo processo generatore di suspense, Tourneur sembra richiamare i temi delle prime opere hitchcockiane e il Fritz Lang de La donna del ritratto, aggiungendo una predestinazione inesorabile che è il suo marchio di fabbrica.

Basato sul romanzo Build My Gallows High di Daniel Mainwarin (anche sceneggiatore), Le catene  della colpa è un noir che si differenzia dal modello classico proprio in questo senso di morte incombente: che ci si trovi sulle spiagge messicane al chiaro di luna o si aspetti un’ombra sinistra emergere dal bosco, il risultato è che il passato proietta le sue tenebre su un presente sempre più instabile. Indimenticabile la figura di Robert Mitchum che si staglia come un fantasma prima di attraversare il cancello della villa di Whit Sterling. “ I Don’t Care, Baby” e Bailey torna nel finale a essere un uomo invisibile, intrappolato dal suo lato oscuro. Il ragazzo sordomuto guarda in alto verso l’insegna come ad avvertire la benedizione del suo padrone: a volte una bugia è un male necessario per ricostruirsi una vita. Non sarà facile ma sai, si muore un po’ per poter vivere.

Titolo originale: Out of the Past

Regia: Jacques Tourneur

Interpreti: Robert Mitchum, Kirk Douglas, Jane Greer, Rhonda Fleming, Virginia Huston

Durata: 97′

Origine: Usa 1947

Genere: noir

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