"Le cronache di Narnia. Il viaggio del veliero", di Micheal Apted
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è come un viaggio per i Sette Mari, una sfida costante con se stessi, alla ricerca del proprio Io e della propria strada. È questa la metafora alla base di Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero, che Michael Apted abbraccia e trasforma in un viaggio per gli occhi tra Salgari e Dante
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è come un viaggio per i Sette Mari, una sfida costante con se stessi, alla ricerca del proprio Io e della propria strada. È questa la metafora alla base di Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero, terzo capitolo tratto dalla saga di C.S. Lewis. A tornare nella magica terra di Narnia, dove finalmente regna la pace grazie al re Caspian (un Ben Barnes più convincente che nel precedente film), stavolta sono solo Edmund e Lucy Pevensie (Skandar Keynes e Georgie Henley), i più giovani della famiglia, accompagnati dal cugino Eustace (Will Poulter), piccolo saccente che non crede all'esistenza di questo fantastico mondo. Per i fratelli Peter e Susan la crescita è già avvenuta, loro ormai si trovano in America, a contatto con il mondo degli adulti, ma per Edmund e Lucy è necessario un ultimo viaggio prima di lasciarsi l'infanzia alle spalle. E così, dopo aver affrontato streghe cattive e usurpatori di troni dall'improbabile accento spagnolo, i ragazzi si trovano a bordo del veliero reale per portare la pace anche ai confini del mondo-Narnia. Ma, come sempre accade, il viaggio si rivelerà più complicato del previsto e i ragazzi saranno costretti ad affrontare varie sfide, prima di poter raggiungere la terra di Aslan. Il viaggio del veliero è quindi un vero e proprio Viaggio dell'eroe, in cui le varie fasi di sviluppo del personaggio teorizzate da Campbell vengono qui prese alla lettera, infuse di misticismo cristiano: da un iniziale stato di pace si entra in un mondo ancora più straordinario, quando un misterioso fumo verde minaccia le sorti di Narnia ed è in questo mondo che Edmund e Lucy saranno costretti, innanzitutto, a conoscere se stessi, affrontando le loro maggiori paure e debolezze, dei veri e propri fatal flaw che impediscono loro di agire giustamente. A indirizzarli sulla retta via saranno dei veri e propri guardiani della porta, dei consiglieri magici che forniscono loro il sapere necessario per sconfiggere il male, ma soprattutto il leone-Dio Aslan, colui che ha creato Narnia e infonde coraggio nei cuori dei ragazzi. Soltanto nel momento in cui Edmund e Lucy saranno pronti a credere nelle loro forze e Eustace, in una sorta di viaggio inverso, è passato dall'essere troppo adulto e controllato all'essere il bambino che è, avendo fiducia nella propria immaginazione, potranno vincere la sfida finale contro il male e approdare sulle spiagge della terra di Aslan, una lingua di sabbia ai confini del mondo, una terra promessa a cui solo i puri d'animo possono arrivare mentre coloro che peccano di ubris, proprio come l'Ulisse dantesco, sono destinati a perire. Se il messaggio, così apertamente cristiano e moralista, potrebbe sembrare a tratti troppo marcato, la regia di Michael Apted contribuisce a fare del film (saggiamente più breve rispetto ai precedenti capitoli) una straordinaria avventura per gli occhi degli spettatori, grandi o piccini che siano. La potenza del misticismo lewisiano incontra un immaginario alla Salgari,
Titolo originale: The Chronicles of Narnia – The Dawn Trader
Regia: Michael Apted
Interpreti: Georgie Henley, Skandar Keynes, Ben Barnes, Will Poulter, Simon Pegg, Liam Neeson
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Durata: 115'
Origine: Gran Bretagna, 2010