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Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, di Gianluca Jodice

Attraverso i linguaggi della soap, del cinema grottesco e delle potenzialità stilistico/narrative dell’horror in costume, il regista realizza il suo film più curioso, anomalo e riuscito.

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Ci ricordiamo dell’inquietante e feroce Maguire di Era mio padre, interpretato da Jude Law? Ancor prima d’essere un villain, è stato un fotografo della morte e la sua specialità sono i corpi che ancora non hanno rinunciato alla vita. Sospesi in un limbo estremamente breve e destinati ad irrigidirsi in condizioni di macabra fissità, i corpi fotografati da Maguire, hanno sempre una grande capacità, che è quella del dialogo. Raccontano infatti una storia o un’emozione, trovandosi pur sempre alla fine della vita.

Gianluca Jodice sembra incuriosito dalla medesima percezione di Maguire e così dalle inquietanti e definitive fotografie mortifere di quest’ultimo. Non è infatti casuale che a precedere Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, il cui titolo già racconta molto, se non tutto, ci sia proprio un film come Il cattivo poeta, altra parabola conclusiva sulla vita di un uomo noto, che solo di fronte alla morte, diviene semplice.

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A quattro anni di distanza dal precedente lungometraggio, Jodice dimostra di possedere una capacità inusuale e interessante, raramente rintracciabile nel panorama cinematografico internazionale, ancor meno guardando a quello nostrano. Quella di lavorare sul concetto di torture porn, senza dover mai mostrare né sangue, né violenza, né dolore effettivo. Eppure il suo Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, non è nient’altro che questo. Pur filtrato da un gusto estetico e stilistico certamente elegante e così da un tono talvolta sarcastico e talvolta grottesco, che nel raccontare la fine, sceglie di relegare le ragioni del male, della punizione e del macabro agli inizi. Quelli mai mostrati e solamente suggeriti, o meglio, percepiti.

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Cosa è realmente accaduto negli ultimi giorni di vita di Luigi XVI, Maria Antonietta e figli e così fedeli cortigiani? Confinati nelle stanze gelide, austere e cupe della Tour du Temple. Quali sono stati i loro istinti più bassi, disperati, o altrimenti buffi e infantili, mentre le guardie li perseguitavano, deridevano e abusavano? Jodice non intende rispondere, o almeno, non fino in fondo. Permettendo allo spettatore di cogliere il carattere ingenuo, fantasmatico e per certi versi perfino orrorifico, scaturito da queste maschere, che pur poste di fronte alla morte, quella più violenta e pubblicamente esibita, non intendono crollare.

Un home invasion al contrario, nel quale il concetto di tortura si lega a quello di coesistenza forzata, tra chi un tempo ha rappresentato il potere e chi invece a questo è sempre dovuto sottostare. Accettando lo sfruttamento, il dolore e la povertà, senza mai potersi ribellare, senza poter mai alzare sollevare la testa e lo sguardo. Laddove infatti la Maria Antonietta di Mélanie Laurent, percepisce la necessita di svestire una volta per tutte i panni della regina, mostrandosi per ciò che è, nella rabbia, così come nella frustrazione e nel dolore del ruolo perduto e qui più volte violato, il Luigi XVI di Guillaume Canet non intende mollare, restando giullare e incarnando ancora e per sempre una maschera, uno spettacolo di marionette e un eterno bambino.

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Passando attraverso i linguaggi della soap, del cinema grottesco e delle potenzialità stilistico/narrative dell’horror in costume, Gianluca Jodice realizza il suo film più curioso, anomalo e riuscito, che fotografa sì dei corpi destinati a divenire cadaveri, raccontandoceli però come fossero già fantasmi, sprovvisti tragicamente della consapevolezza d’essere tali. Si osservano, ma il materico è già svanito. Non resta che sorridere della morte, specie se le maschere restano in scena, immutate, sbarbate e fin da subito destinate all’addio.

 

Titolo originale: Le déluge
Regia: Gianluca Jodice
Interpreti: Guillaume Canet, Mélanie Laurent, Aurore Broutin, Hugo Dillon, Tom Hudson, Roxane Duran, Vidal Arzoni, Anouk Darwin Homewood, Fabrizio Rongione, Jérôme Chappatte
Distribuzione: BIM Distribuzione
Durata: 101’
Origine: Italia, Francia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
4.11 (9 voti)
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