"Le donne vere hanno le curve", di Patricia Cardoso

Mostrando da un lato gli aspetti della tradizione latino americana e dall'altro le difficoltà di integrazione, il film si accomoda in un equilibrio neutro tra il folclore e la denuncia sociale. L'approssimazione della trama si fa perdonare proprio dal sobrio dosaggio di comicità e impegno dignitosamente sostenuto dalla prova delle attrici.

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E' una storia semplice e comune quella di Le donne vere hanno le curve. La storia delle rivendicazione libertarie e veterofemministe di Ana, una diciottenne di origine sudamericana, grassottella ma attraente, socialmente svantaggiata ma intelligente, ostacolata dalla famiglia ma tenace, in una condizione, insomma, in cui le difficoltà hanno sempre una contropartita nelle qualità interiori della ragazza. La famiglia messicana le impone una vita che cozza con i sui desideri di realizzazione personale e lei, senza troppi drammi, si ribella. Esce di nascosto con un ragazzo di Beverly Hills, abbandona il lavoro nella sartoria sottocosto della sorella (non prima di aver risvegliato la coscienza sociale delle lavoratrici) e, grazie ai suoi brillanti risultati scolastici nel più esclusivo liceo della città, ottiene l'ammissione alla migliore università del paese.

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Anche la Los Angeles che la ragazza percorre in lungo e in largo, come per colmarne i profondi gap culturali, viene osservata dalla prospettiva delle zone più modeste ma mai tragicamente misere. Stipata di scritte e cartelloni, frastornata dal chiasso del traffico, delle canzoni e della musica tradizionale, la città è lontana due autobus e una lunga camminata dal verde dei quartieri alti, ma è anche un luogo vivace e brulicante nell'affollamento di identità che lo compongono.


L'approssimazione della trama (adattata da Josefina Lopez da una sua commedia teatrale) si fa perdonare proprio dal sobrio dosaggio di comicità e impegno dignitosamente sostenuto dalla prova delle attrici che per una volta, bisogna riconoscerlo, sono donne normali e non avvenenti ragazze camuffate da bruttine.


Mostrando da un lato gli aspetti della tradizione latino americana e dall'altro le difficoltà di integrazione, il film si accomoda in un equilibrio neutro tra il folclore e la denuncia sociale.  Anche il conflitto tra le aspirazioni di una giovane donna e le contrarietà che il mondo le oppone viene ridotto al semplicistico confronto tra i desideri d'indipendenza della ragazza e l'ottusità della madre. Il tono polemico si stempera dunque in una commedia godibile quanto facile, disseminata di spunti mai realmente approfonditi e chiusa con una voglia di riscatto frettolosamente soddisfatta.


 


Titolo originale: Real Women Have Curves
Regia: Patricia Cardoso
Sceneggiatura: George Lavoo, Josefina Lopez da una commedia autobiografica di Josefina Lopez
Fotografia: Jim Denault
Montaggio: Sloane Klevin
Musica: Heitor Pereira
Scenografia: Brigitte Broch
Costumi: Elaine Montalvo
Interpreti: America Ferrera (Ana), Lupe Ontiveros (Carmen), Ingrid Oliu (Estela), George Lopez (Mr. Guzman), Brian Sites (Jimmy), Lina Acosta (Norma), Jorge Cervera jr. (Raul), Felipe De Alba (il nonno)
Produzione: HBO Independent Production/Lavoo Production
Distribuzione: Bim
Durata: 90'
Origine: Usa, 2002



 

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