Le Dos Rouge. "Ritratto menzognero di Betrand Bonello", Antoine Barraud tra verità e finzione

Le Dos Rouge.

Il regista francese Bertrand Bonello come attore d'eccezione, protagonista  di un "ritratto bugiardo" tra verità e finzione, un racconto immaginario cucito a filo doppio con il processo artistico concreto che riguarda chi dirige un film. È Le dos Rouge, scritto e diretto da Antoine Barraud

 

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Una serie di opere d'arte che affrontano a vario titolo il tema della mostruosità, da Francis Bacon a Diane Arbus, passando per il simbolismo di Gustave Moreau e Léon Spilliaert e il surrealismo di Hans Bellmer. Il regista francese Bertrand Bonello come attore d'eccezione, protagonista  di un "ritratto bugiardo" tra verità e finzione, fantasmi, fantasie e vita reale che si intrecciano; un racconto immaginario cucito a filo doppio con il processo artistico concreto che riguarda chi dirige un film. È Le dos Rouge, scritto e diretto da Antoine Barraud.

Il regista Bertrand Bonello in LE DOS ROUGELa sinossi: un regista di nome Bertrand Bonello sta lavorando al suo prossimo film sul tema della mostruosità. Ha sviluppato l'idea con il suo staff, durante sessioni di lavoro strutturate come dibattiti in cui sono tutti coinvolti, gli attori che ha scelto come protagonisti e i produttori.

Ossessionato dalla ricerca di opere d'arte che possano rappresentare il cuore del suo film, interpella un esperto che lo guida attraverso dipinti e sculture. Il lavoro diventa tanto intimo che Bonello non mostra i provini a nessuno, nemmeno a sua moglie.

Il progetto è un esperimento nato da un'immediata affinità stabilitasi tra i due registi francesi: Bonello è l'autore dell'omaggio a Cindy Sherman Cindy, the doll is mine, dei film Quelque chose d’organique, Tiresia, Le pornographe, My New Picture, De la guerre, Ingrid Caven, musique et voix, L'Apollonide – quest'ultimo profondamente influenzato dalla pittura di Manet, Monet, Courbet e Renoir; Barraud (portato in Italia da vari anni dalla sezione Onde al Torino Film Festival) è autore di alcuni corti dedicati sempre al tema di un'identità mutante e deforme, come Monstre e Monstre numéro deux, di Son of a Gun, dei lungometraggi Song e Les Gouffres, dei documentari La maison de feu e La forêt des songes.

"Circa un anno fa ho ricevuto una lettera da Antoine, un messaggio che esprimeva la sua vicinanza ai miei film e al lavoro di altri" racconta Bonello, che attualmente è impegnato nella preproduzione di Saint Laurent, con Jérémie Renier e Gaspard Ulliel."La sua lettura del mio lavoro era unica, estremamente personale, non avevo mai letto o sentito niente di simile. Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare la sua proposta. Ci siamo incontrati un paio di settimane dopo alla Cinémathèque Française".

Il regista Bertrand Bonello è il protagonista di LE DOS ROUGE

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"Ho voluto affrontare alcuni dipinti dai quali sono ossessionato, insieme a Bonello. Mi sembrava di trovare un'eco di queste opere nei suoi film, nei suoi personaggi. Il transessuale di Tiresia, il "pornografo" e il suo istinto animale, la prostituta sfregiata di L'apollonide, "la donna che visse due volte" Cindy… Ho voluto disegnare un  paesaggio estetico e emotivo, una specie di storia della mostruosità – ma anche confrontarmi con un regista, che a sua volta è un personaggio, un corpo" dice Barraud, che nel film compare non a caso nel ruolo di illustratore.

Non un regista qualsiasi, ma "un cineasta che occupa un posto singolare nel cinema francese, uno dei pochi che si dedica a esplorare nuove forme di linguaggio", consapevole della fortuna e al tempo stesso della vulnerabilità della sua posizione, aggiunge Barraud, definendo le protagoniste di L'Apollonide "mostri sontuosi e radicali": Bonello è "un contrabbandiere", una personalità forte in grado di restituire "le implicazioni più potenti e profonde" di "uno spazio da ridefinire costantemente", capace di operare all'interno del territorio del mostruoso, capace di svelarne anche la bellezza.

Le Dos Rouge è il ritratto di un regista, così come ogni ritratto di un artista, in generale, è per forza di cose analitico, biografico; ma in più, fin dal titolo, è un ritratto volutamente menzognero, rappresenta il gioco della messa in scena che rivela costantemente il senso stesso del cinema, un documentario sostenuto da una struttura di fiction, con lo scopo di mostrare l'essenza del processo creativo. Un gioco "gioioso, lirico, anche delirante, perchè no".

Bertrand Bonello e Jeanne Balibar in LE DOS ROUGENel cast, la veterana Jeanne Balibar (Clean, La duchessa di Langeais, Grace of Monaco) nei panni di Célia, la storica dell'arte convocata dal protagonista. Géraldine Pailhas (L'avversario, Les Revenants, Cinque per due, Bus Palladium, Rebecca H.) figura nell'elenco dei protagonisti come l'altra Célia; Pascal Greggory (La vie en rose Nuit de chien, Bye Bye Blondie) è un attore del film in lavorazione, come Isild Le Besco (attrice in Au fond des bois e À tout de suite, regista di Enfances e Bas-fonds). Il regista Barbet Schroeder è un medico; Valérie Dréville (La maladie de Sachs, Rebecca H., La question humaine, Elles) la produttrice; Nicolas Maury (Les amants réguliers, La question humaine, Belle Épine, My Little Princess) un giovane giornalista; Nathalie Boutefeu (Polisse, À perdre la raison, già diretta da Barraud in Monstre numéro deux, Song e nell'ultimo Les gouffres) è la sorella di Bertrand; Nâzim Boudjenah è Prometeo.

E ancora, un magnifico attore, feticcio per Claire Denis, Alex Descas (S'en fout la mort, J'ai pas sommeilNénette e Boni, Trouble Every Day, L'Intrus, 35 rhums – anche in A casa di Šar?nas Bartas, Irma Vep di Assayas, Coffee and Cigarettes, The Limits of Control di Jarmusch) e Joana Preiss (attrice –  Ma mère, Dans Paris, Boarding Gate, Paris, je t'aime – modella, danzatrice, regista di Sibérie, atipico documentario strutturato come un viaggio nelle steppe siberiane in compagnia di Bruno Dumont).

La foto è di Céline Bozon (Exils, L'autre monde, Un homme perdu), le musiche sono dello stesso Bertrand Bonello, che è anche compositore e ha studiato musica classica.

Joana Preiss in LE DOS ROUGE, un film di Antoine BarraudPer completare Le Dos Rouge, Barraud ha lanciato una campagna di finanziamento dal basso.

La produzione è di House on Fire, società fondata da Barraud,  Philippe Dijon de Monteton e Vincent Wang (produttore di Tsai Ming-Liang), una casa di produzione e distribuzione attenta soprattutto al cinema sperimentale, che ha restaurato i film inediti di Pierre Clémenti e prodotto Age is..., testamento di Stephen Dwoskin (il video dell'incontro con Antoine Barraud al 30° Torino Film Festival).

Nella nostra gallery, le prime foto di Le Dos Rouge.

 

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