Le folli notti del dottor Jerryll, di Jerry Lewis

Una parodia immediatamente riconoscibile dal pubblico. Un esempio di cinema solido e di spettacolo perfettamente sincronizzato. Martedì 4 luglio, ore 19.10, Sky Classics

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Il cinema comico, italiano e non ha spesso e con buon successo, lavorato inventando parodie che facessero i conti con i film “seri” o con opere letterarie di rilievo. Illustri esempi se ne hanno anche in televisione (Quartetto Cetra, per chi li ricorda, Il trio Marchesini, Solenghi, Lopez, ma ancora Renato Rascel…).
Al cinema, invece, tutta una schiera di registi, spesso Le folli notti del dott. Jerryll, 1963coadiuvati da uno stesso attore comico o comico brillante, hanno fatto i conti con la parodia prendendo a prestito ambienti e trame di romanzi famosi o di film che avevano segnato un’epoca per sfruttare la fama dell’opera. Nel cinema, italiano, ciò è accaduto con l’illustre coppia comica di Franchi e Ingrassia o dell’inossidabile Totò; altrove e forse più occasionalmente con la coppia di Oliver e Hardy che forse che più che lavorare sulle parodie, parodiavano ambienti e luoghi comuni sulla scia dell’apripista Chaplin, ma più di recente da non dimenticare buona parte della filmografia di Mel Brooks e i vari film seguiti a Una pallottola spuntata.

Le folli notti del dott. Jerryll, LewisLa parodia si afferma come un genere sicuramente divertente che per Umberto Eco costituiva anche una forma di ulteriore conoscenza. Una forma espressiva che ha quindi l’essenziale compito di smitizzare gli effetti dell’opera importante e trasformarla in prodotto adatto ad un consumo popolare, per diventare strumento immediatamente riconoscibile e anche il titolo, spesso, nella sua essenza accattivante, ridefinisce i termini del mito, offrendo al pubblico una differente prospettiva.
Pertanto l’operazione messa in piedi da Jerry Lewis con Le folli notti del dottor Jerryll (assai preferibile è il titolo originale The Nutty professor), con la quale il regista e attore ha messo in scena una parodia dello stevensoniano romanzo Dottor Jackyll e Mr. Hide, non è particolarmente le_folli_notti_del_dottor_jerryll1originale, ma questo non significa affatto che non funzioni egregiamente. Il regista e attore è ebreo di origine russa ed è un personaggio indiscutibilmente importante nel panorama del cinema americano. Il suo carisma ha attirato l’attenzione di Martin Scorsese che nel 1983 costruì sul suo mito un film come Re per una notte, titolo oggi forse un po’ trascurato della sua filmografia.
Ambientato nel classico college americano nella cultura policroma degli anni ’60, Le folli notti del dottor Jerryll rielabora i concetti del romanzo adattandoli ad una nuova chiave di lettura che è quella del rifiuto di se. Ciò accadeva in un’epoca in cui cominciavano a farsi largo, dopo i timori della guerra fredda, i primi bagliori di un edonismo ancora acerbo e sul quale il film centra completamente il suo sottotesto, sotto Le folli notti del dott. Jerryllle mentite spoglie di una farsa d’amore.
Mr. Julius Kelp è un professore di chimica, genialoide, imbranato e malaccorto, come egli stesso si definisce, ma anche pazzo come rimarca il titolo originale. Kelp è bruttino, ma intelligente, sgraziato, segretamente innamorato della sua allieva Stella Purdy. Elabora un intruglio che gli permette di trasformarsi in un uomo bello, sfrontato, misuratamente rude e romantico. Ma la pozione agisce per qualche ora e Buddy Love, così si chiama il personaggio nel quale Kelp si trasforma, è costretto a precipitose ritirate, nelle fasi decisive del corteggiamento. Ma l’amore è cieco e la bellezza non sta nella forma, ma nel contenuto.
Come si immagina e come accade con i grandi artisti, il film di Lewis non si ferma alla superficie, ma scava dentro la sensibilità dei suoi personaggi, riuscendo aLe folli notti del dott. Jerryll, Jerry Lewis toccare quelle piccole verità conosciute che però non è peregrino che vengano sottolineate di tanto in tanto. Lewis possiede il film e lo fa proprio, vero maestro del trasformismo e dell’invenzione mimica, gag esilaranti e inedite si susseguono a ritmo incessante. Il primo colloquio con il preside del College è memorabile. La sua mimica facciale e le sue posture, l’invenzione, poi fantozziana, dell’essere seduto su una poltrona dove sprofonda sono un piccolo e irresistibile capolavoro. Poi il film è segnato dal suo essere sempre fuori posto e dal confronto con il bullo, bello e aitante, prova ne sia la sequenza della palestra – con l’irresistibile effetto delle braccia lunghe al mattino dopo – e i vari disastri causati dal suo essere maldestro. L’alter ego, Buddy Love, non fa che aggravare apparentemente i tratti di questo disagio, ma in fondo tutto è destinato a mutare direzione, in un’ottica ottimista che dominava i tempi.
In fondo a riguardarlo il film di Lewis del 1963 anticipa e afferma i tratti di una comicità raffinata che avrebbe segnato buona parte del cinema a venire di Woody Allen. Si ritrovano gli stessi temi, tra i quali quello del confronto tra lo sfigato intellettuale e il bel bullo, ma ignorante e rozzo, tutti spunti di una comicità raffinata che sarebbero diventati i pezzi importanti della prima comicità alleniana. Ma il pessimismo di Allen avrebbe offerto tutt’altra sorte ai suoi personaggi che senza rivincita ripiomberanno nella solita ignorata solitudine. Le folli notti del dott. Jerryll_2Tutto resta frutto della identica radice culturale ebraica e, fino ad un certo punto, dell’identico modo di vedere il mondo e certe cose del mondo. La bella Stella Purdy si innamorerà del brutto anatroccolo, ma pieno di risorse intellettive e anche lei è una donna fuori luogo e fuori tempo rispetto a quella modernità in arrivo e al mito dei tempi e al culto eterno della bellezza. A nulla valgono, per togliere valore al personaggio, gli sdilinquimenti, volutamente esagerati, ai quali Stella sembra doversi doverosamente sottoporre, ciò che conta, in fondo, è il risultato finale.
Le folli notti del dott. Jerryll resta parodia anche nel titolo italiano che esigeva qualcosa di più immediatamente riconoscibile dal pubblico. La “nemesi” ha dato vita ad un remake di questo film con protagonista Eddie Murphy. Ma Le folli notti del dottor Jerryll resta un esempio di solido cinema, di spettacolo perfettamente sincronizzato nei tempi che non perde nemmeno per un attimo la sua presa sul pubblico, segno del genio comico di Jerry Lewis e della sua modernità, se ancora oggi il suo smalto rimane brillante come i colori del technicolor che lo animano.

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Titolo originale: The Nutty Professor

Regia: Jerry Lewis

Interpreti: Jerry Lewis, Stella Stevens, Kathleen Freeman

Durata: 103′

Origine: Usa 1963

Genere: comico

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