Le nevi del Kilimangiaro

di Robert Guédiguian

 

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Le nevei del KilimangiaroTitolo originale: Les Neiges du Kilimandjaro
Interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Maryline Canto, Grégoire Leprince-Ringuet
Origine: Francia 2011
Distribuzione: Sacher
Durata: 107'

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Michel (Jean-Pierre Darroussin – Aria di famiglia, Miracolo a Le Havre, L'immortale, Il mio amico giardiniere, Il viaggio di Jeanne, Marie-Jo e i suoi due amori) ha da poco perso il lavoro, ma non la serenità che lo contraddistingue e continua la sua vita di tutti i giorni con accanto la moglie Marie-Claire (Ariane Ascaride – Marius e Jeannette, Marie-Jo e i suoi due amori, Le ricamatrici, Il Riccio, Lady Jane, Cambio di indirizzo), i figli e i nipoti. L'equilibrio della famiglia viene spezzato da due sconosciuti che entrano in casa e derubano i coniugi dei risparmi, lasciandoli traumatizzati e impotenti davanti a tanta violenza. Quando si scoprirà che uno degli aggressori è un giovane operaio licenziato proprio come Michel, la delusione si unirà al trauma e nuovi interrogativi si affolleranno nelle menti della coppia, da sempre onesta e votata all'impegno politico.

 

 

Il film ha preso parte al Festival di Cannes 2011 ed è liberamente ispirato al poema Les pauvres gens (La povera gente), di Victor Hugo. A tal proprosito, il regista Robert Guédiguian (Le passeggiate del Campo di Marte, Marie-Jo e i suoi due amori, Marius e Jeannette, Il posto del cuore, Lady Jane, Le voyage en Arménie, L'armée du crime) spiega: «Nel 2005 rilessi il poema. La fine della poesia […] è assolutamente struggente. […] Ho subito pensato che sarebbe stata una fine stupenda per un film. Dovevo solo trovare un percorso contemporaneo per giungere a questo finale».
Continua poi dicendo: «Marie-Claire e Michel vengono presi letteralmente a botte, ma ricevono anche una botta morale. Quello che gli capita in quel momento è per loro assolutamente impensabile. Vengono aggrediti da uno di loro e questo li distrugge intellettualmente rispetto a ciò per cui hanno sempre lottato. […] Il film è un crocevia fra Victor Hugo e Jean Jaurès. Credo che Les Misérables sia il primo libro serio che abbia letto in vita mia. Sono passato direttamente dai gialli per bambini a Victor Hugo, e appena mi sono impegnato in politica, Jaurès mi ha folgorato, attraverso questo testo tratto da un discorso ai giovani di Albi, scritto meravigliosamente e rimarchevole sotto ogni punto di vista. In questo discorso, Jaurès definisce il coraggio in vari modi diversi […] sottolinea il fatto che il coraggio significa anche farsi carico della propria vita a livello individuale, insistendo sul legame tra la vita individuale e quella collettiva, l’individuo e la società. Il coraggio non si esplica solo nell’ambito della collettività: il coraggio c’è anche nella vita quotidiana di ognuno, nel modo in cui la si affronta, la si mette in pratica, nella propria morale. Marie-Claire e Michel si dicono che devono fare qualcosa. Hanno passato una vita a fare battaglie collettive, ma ora si accorgono che non basta più».

 

 

(A.M.)

 

 

 

 

 

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