Sono passati quasi tre mesi dal quell’undici settembre che ormai è entrato nei libri di storia. Se da un lato sono rimasto positivamente sorpreso di come l’America sia riuscita a stringersi intorno alla propria bandiera e ai propri ideali, e dall’altro sono purtroppo deluso dall’assoluta mancanza da parte dei canali di informazione delle notizie dal mondo. Oltre ai drammatici avvenimenti in Afghanistan e nel medio oriente, che vengono coperti quotidianamente, non si ha la sensazione che ci sia un vero approfondimento per capire le ragioni, per conoscere la storia, gli uomini, le ragioni. (Bisogna sintonizzarsi su un canale specializzato come ad esempio Channel History, per avere degli approfondimenti seri, ma il tutto risulta piuttosto retro). Tutto viene lasciato a un’informazione programmata e a volte deludente. E dall’Europa? Arrivano veramente poche notizie. Dall’Italia? Non ne parliamo, la visita di Berlusconi a Washington è trascorsa veramente senza che nessuno se ne accorgesse. Piove veramente sul bagnato. Un po’ grazie all’assoluta mancanza di spessore di molte personalità e dall’altro il manifesto etnocentrismo culturale che regna un po’ ovunque, con l’eccezione di alcune aree (come i campus universitari, le metropoli dove è maggiormente visibile il melting pot, ….)

Molte le uscite negli Stati Uniti in questi giorni in cui viene confermata una tendenza al recupero (in attesa di tempi che rievocheranno in maniera ancora più diretta gli avvenimenti dell’undici settembre) dei valori tradizionali, segno evidente di un radicale spostamento del baricentro nel mondo di Hollywood.
Tra le più interessanti c’è naturalmente SPY GAME di Tony Scott, in cui Robert Redford interpreta un agente della CIA vicino alla pensione che non rinuncia pero’ a fare di tutto per salvare il suo pupillo quando questi viene arrestato per spionaggio in Cina. Azione, suspense e continui colpi di scena. Sulla stessa linea, ma senza la complessità e l’intelligenza del film di Tony Scott è BEHIND ENEMY LINES di John Moore, in cui un pilota dell’aviazione americano (Owen Wilson) viene abbattuto in una zona nemica durante il conflitto nell’ex Jugoslavia. E si trova coinvolto in una disperata fuga per salvare se stesso e recuperare i documenti che mostrano gli eccidi e i massacri. Gene Hackman interpreta l’ammiraglio che va contro gli ordini per salvare il suo pilota.
TEXAS RANGERS di Steve Miners è un western vecchio stile, che si svolge nello stato della stella solitaria intorno al 1875 dove regna la legge del più forte, fino a quando un gruppo di uomini devono si uniscono per sconfiggere una banda di rinnegati comandati dal terribile John King Fisher (Alfred Molina).
Premiato al Sundance Film Festival e ambientato nel Maine durante la fine dell’estate, IN THE BEDROOM di Todd Field, al suo esordio dietro la macchina da presa, comincia come un’opera sui rapporti sentimentali tra una coppia di mezza età (Sissi Spacek e Tom Wilkinson) e il loro figlio (Nick Stahl) che vive una storia d’amore con una donna molto piu’ grande di lui (Marisa Tomei), ma si trasforma inesorabilmente in tragedia.
BLACK KNIGHT di Gil Junger si presenta come l’ennesima variazione sul tema “viaggi nel tempo”. Questa volta tocca a Martin Lawrence (BIG MOMMA’S HOUSE), nei panni di un impiegato in un parco di divertimenti che si ritrova “magicamente’’ trasportato nel Medioevo dove si unirà a un gruppo di cavaliere per sconfiggere un perfido re e guadagnarsi l’affetto di una bella donzella. Sempre sullo stesso filo conduttore, tra comicità immediata, feste, sesso e goliardia, OUT COLD di Brendan e Emmett Malloy. Gli abitanti della Bull Mountain si coalizzano per evitare che la località sciistica sia trasformi in una comunità di yuppie.
AFFAIR OF THE NECKLACE di Charles Shyer è ambientato in Francia nella seconda metà del diciottesimo secolo, e ripercorre la storia vera della contessa Jeanne de la Motte-Valois (Hilary Swank) e dell’affare della collana di diamanti. La giovane contessa, alla ricerca del proprio passato, si trova coinvolta in un serie di avventure all’alba della rivoluzione francese.
The INDIPENDENT di Stephen Kessler è invece la storia del produttore Morty Fineman (che nel corso della sua carriera ha prodotto piu’ di trecento film), interpretato da Jerry Stiller, sull’orlo della bancarotta, è costretto a risolvere una situazione catastrofica, mentre il suo assistente cerca disperatamente di trovare un festival che ospiti una rassegna su di lui.
Decisamente interessante (dal titolo e dalla personalita’ del personaggio in questione) PORNSTAR; THE LEGEND OF RON JEREMY, film che ritrae la vita di Ron Jeremy, una delle porno-star che hanno fatto la storia di questo genere negli anni ottanta. Diretto da Scott Gill, il film si presenta come un ritratto dettagliato su una storia americana sul desiderio del successo e di sfondare nel cinema “mainstream” perche’ ancora oggi Ron è convinto di potercela fare.
SIDEWALKS OF NEW YORK di Edward Burns è invece una commedia dell’amore (e sull’amore) che ritrae sei personaggi, tre uomini e tre donne, nei loro rituali sentimentali in una New York che si presta al loro gioco.
Tra i documentario in uscita, particolare attenzione è riservata alla produzione italiana JUNG. IN THE LAND OF THE MUJAHEDDIN di Fabrizio Lazzaretti, Alberto Vendemmiati e Giuseppe Petitto. Come scrive A. O Scott del New York Times: “un eroico documentario… che dovrebbe esse visto da chiunque abbia il desiderio di conoscere il lato umano di una guerra al centro dell’attenzione del mondo”. Per dimostrare la vitalità della tradizione del cinema verità. E poi ancora BOMBAY EUNUCH, sugli eunuchi di Bombay, in un ritratto complesso e affascinante su una realta’ sconosciuta nel mondo occidentale.