L'occhio impietoso della telecamera non smette mai di seguire i movimenti contorti del corpo di Jane e la sua immobilità catatonica. Brian è il cameraman designato per documentare l’insolito esperimento che il professor Joseph Coupland dell’Università di Oxford sta eseguendo su una ragazza a cui è stata diagnosticata una grave forma di schizofrenia. Jane è convinta di essere posseduta da Evey, uno spirito demoniaco che le mangia l’anima e che la porta a compiere azioni atroci contro la sua volontà, mentre il professor Coupland crede che la presenza malvagia che lei percepisce non sia altro che un groviglio di energie negative racchiuse nel suo corpo, che non desiderano altro che essere estirpate. Grazie all’aiuto di Brian e di due dei suoi studenti più brillanti, il professore porta Jane in una casa isolata e inizia a sottoporla a una serie di trattamenti poco ortodossi che alimentano anziché distruggere il male dentro di lei, trasformando la casa nel teatro di una sanguinosa carneficina.

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Nel 1974 lo studio delle alterazioni psichiche è ancora allo stato embrionale e numerosi casi di schizofrenia sono trattati come possessioni demoniache e curati con esorcismi rudimentali che nella maggior parte dei casi portano alla morte della vittima. Per questa ragione il professor Coupland vuole passare ad uno stadio successivo che si colloca a metà tra un esorcismo e la camera insonorizzata di un manicomio. Jane è sotto continua osservazione, ogni movimento e ogni alterazione del comportamento sono documentati su nastro per mostrare al mondo quanto sia flebile il confine tra malattia e maleficio.

Senza allontanarsi troppo dal percorso già solcato dalle ultime pellicole a tema esorcismo, come L'ultimo esorcismo e L'altra faccia del Diavolo, John Pogue mette la vittima della possessione demoniaca sotto i riflettori di una videocamera amatoriale, che ha il raro privilegio di assistere alle orrende manifestazioni del maligno sul corpo indifeso di una giovane donna, e la riduce al livello di cavia umana della vanità di scenziati e sacerdoti. Ogni mezzo è lecito pur di estirpare il male, persino la tortura e la morte, e la vittima è inerme nelle mani dei suoi benefattori, legata, strumentalizzata e privata delle sue qualità umane per diventare il corpo ospitante di un male superiore. L'esorcismo, o esperimento che dir si voglia, è spettacolarizzato ancora una volta grazie all'uso ricorrente del found footage per trovare l'orrore nella rappresentazione ossessiva della sofferenza più che nella lotta contro un potere ignoto, che non ha altra conseguenza che la morte di chi ha l'arroganza di indagare sull'origine del male, scavando a fondo nel passato e nei pensieri più torbidi di chi ne porta i segni. John Pogue non aggiunge nulla di nuovo all'eterna battaglia tra forze del bene e forze del male, ma con un punto di vista lucido e coerente fornisce un ulteriore esempio dell'orrore che si consuma in quei luoghi lontani dallo sguardo comune, al limite tra il reale e il fantastico, in cui la sofferenza di un male ignoto consuma chi, come Jane, non è più padrone del proprio corpo e si lascia fare a pezzi nella speranza di trovare al più presto la morte del corpo e la libertà dell'anima.

Titolo originale: The Quiet Ones
Regia: John Pogue
Interpreti: Jared Harris, Olivia Cooke, Rory Fleck-Byrne, Erin Richards, Sam Claflin
Origine: USA, 2014
Distribuzione: Key Films
Durata: 98'

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