Sabato scorso, al rientro da una cena tipicamente americana (il che vuol dire che alle dieci, dieci e mezzo era tutto finito), insieme a un paio di amici di origine italiana, sono andato, dopo svariati inviti, alla Loggia dell’Ordine dei figli dell’italia di geneva, New York. Appena entrato ho avuto la sensazione di sentirmi a casa. Il locale, tipicamente americano, con la tv accesa au ESPN, insegne luminose di birre, magliette in vendita, l’ambiente soft e un po’ avvolto nell’ombra. Ma a parte questo, c’era qualcosa che decisamente non era americano, forse la canzone di Toto Cutugno, che ho sentito nel momento stesso che ho varcato la porta, forse nelle reminiscenze italiane che ogni persona incontrata eveva. Non so.
Nel giro della loggia il presidente e vice presidente, tanto per dovere di cronaca, mi hanno concesso (due persone straordinarie che hanno nel cuore una Italia bella, pulita e orgogliosa) ho visto la bandiera italiana insieme a quella statunitense, le fotografie di alcuni italo-americani che hanno ricevuto il più alto riconoscimento civile, mappe e cartine geografiche del ‘bel paese’. E per qualche momento ho avuto la piu’ che piacevole sensazione di appartenere a qualcosa e mi sono sentito portavoce di una cultura, di un modo di vivere, che in America tutti ci invidiano. L’Ordine dei figli dell’Italia, è sparso in tutto il territorio statunitense ed ha decine di migliaia di membri, orgogliosi del loro nome e della loro origine italiana.

Per tornare al cinema questa settimana non sono molte le uscite, ma usciranno tra pochi giorni alcuni dei film più attesi della stagione; per esempio VANILLA SKY di Cameron Crowe, con Tom Cruise, Cameron Diaz e Penelope Cruz e THE LORD OF THE RINGS: THE FELLOWSHIP OF THE RING di Peter Jackson (in uscita rispettivamente il 14 e il 19 dicembre). Tra i film di questa settimana grande attesa per OCEAN ELEVEN di Steven Soderbergh (remake dell’omonimo film del 1960 diretto da Lewis Milestone), con un cast stellare (George Clooney, Julia Roberts, Brad Pitt). E’ la storia di un gangster che, insieme ad altre dieci personaggi, si mette in testa di rapinare alcuni casino di Las Vegas durante un importante incontro di boxe.
Patrick Steffner, al suo debutto in un lungometraggio, dirige BUSINESS OF STRANGERS, un inquetante film dove lo studio dei personaggi femminili in un mondo dominato dagli uomini, si tinge di forti tinte quando Julie Styron (Stockard Channing) e la sua assistente (Julia Stiles) si ritrovano in una stanza d’albergo con Nick (Fred Weller).
In FINAL Campbell Scott racconta una storia di mistero quando il protagonista principale Bill (Denis Leary), si sveglia in un letto d’ospedale convinto che su di lui sono stati condotti degli esperimenti top secret da parte del governo e che qualcuno sta cercando di ucciderlo. Un’infermiera (Hope Davis) cerca di dare una mano all’uomo che soffre di evidente turbe psicologiche. Bill, non sa se fidarsi o meno.
LAST ORDERS di Fred Schepisi è un inno ai valori dell’amicizia e della fratellanza quando un gruppo di amici esegue le ultime volontà di un loro amico, prematuramente scomparso, e compiono un viaggio attraverso l’America, fino alla città di Margate dove dovranno spargere le ceneri nell’oceano. Tratto dal romanzo di Graham Swift, vincitore del Booker Prize. Nel cast Michael Caine, Bob Hoskins e Tom Courtneay.
Tra i film stranieri in uscita: dal Brasile arriva BEHIND THE SUN (ABRIL DESPEDACADO) di Walter Salles Jr. e Robby Henson con José Dumont, Rodrigo Santoro, Rita Assemany, che racconta la vicenda di due famiglie in lotta nel Brasile agli inizi del secolo. Ma dopo tanto sangue versato, il giovane Tonho s’interroga se sia giusto continuare a uccidere. E poi, PRINCESA di Henrique Goldman, ambientato a Milano dove un giovane travestito di nome Fernanda (Ingrid de Souza) sogna di diventare una principessa e di trovare il suo principe azzurro. Ma quando il suo sogna sembra avverarsi il giovane entra in una profonda crisi. Dall’Iran arriva BARAN di Majid Majidi, una struggente storia di dolore e sofferenza, ma anche di amicizia, che vede protagonista un ragazzo diciassettenne sfruttato dal proprio datore di lavoro. Il dramma dei rifugiati (si è calcolato che in Iran ne sono presenti circa un milione e mezzo) in una delle zone del mondo piu’ disperate. NO MAN’S LAND di Danis Tanovic, una coproduzione europea, è un film più che sulla guerra, sugli uomini in guerra, pronti a uccidere, ma desiderosi di continuare avivere. Riafforano alla memoria la guerra in Bosnia (così vicina, così lontana) dove un soldato bosniaco (Brabko Djuric) e uno serbo (Rene Bitorajac), sono ranicchiati nelle proprie trincee l’uno a poca distanza dall’altro, nella terra di nessuno, dove aleggia morte e distruzione.