Leonardo. Il capolavoro perduto, di Andreas Kofoed

Il documentario ricostruisce l’operazione commerciale dietro il Salvator Mundi riflettendo sul peso economico e politico delle immagini. In sala da oggi al 23 marzo con Nexo Digital

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L’arte, prim’ancora di essere qualcosa da contemplare e ammirare per i suoi valori formali di composizione e di figurazione, è un sistema semantico che veicola sin da epoche per noi remote significati precisi che di volta in volta connotano tanto l’opera in sé quanto chi la possiede o chi la esibisce (o sceglie di non farlo). Il caso del Salvator Mundi, dipinto su tavola attribuito a Leonardo, è alla base di questo affascinante processo che ricontestualizza le immagini in un’ottica di propaganda politica e di potere economico.

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Il documentario di Andreas Koefoed ricostruisce la storia dell’opera a lungo ritenuta perduta proprio dalla sua ricomparsa nel 2005 a un’asta a New Orleans, dove viene acquistata alla cifra di 1175 dollari. Luini, Boltraffio sono alcuni dei nomi che si fanno circa la sua esecuzione. Lo stato di conservazione è compromesso, molte parti sono state soggette a ridipinture nel tempo. L’intervento di restauro di Dianne Modestini, che avrebbe raggelato qualsiasi brandiano, oltre a rimuovere gli strati più recenti va a ripristinare tutte le aree mancanti di colore anche lì dove emergeva il legno, eliminando di fatto qualsiasi segno di passaggio del tempo. Intanto alcuni critici ed esperti, tra cui la stessa Modestini, si convincono sempre più che potrebbe trattarsi di un Leonardo. Ma possiamo ancora dire che siamo di fronte al dipinto originale? Quanto resta dell’immagine concepita dal suo autore e quanto invece è frutto della mano del restauratore?

Rispetto alla maggior parte dei documentari sull’arte che tendono a raccontare vicende o aspetti legati a questo mondo perlopiù con sguardo celebrativo, Leonardo. Il capolavoro perduto fa una riflessione sulle derive più opache che un’operazione commerciale come quella del Salvator Mundi può raggiungere, e sulla percezione quindi che un’immagine manipolata – è il caso di dire ad arte – ha agli occhi dello spettatore. Nel 2011 il dipinto è protagonista di una mostra alla National Gallery – non importa che non sia presentato come opera sicura di Leonardo, il pubblico è disposto a passare la notte davanti al museo pur di vederlo da vicino. Nel 2017, dopo varie trattative, passaggi in porti franchi e cause giudiziarie, viene messo ufficialmente all’asta da Christie’s che in occasione dell’evento organizza una campagna marketing spropositata: il Salvator Mundi viene pubblicizzato come la Gioconda maschile, l’intento è chiaro e lo status che assume è comprovato dalla vendita record.

Kofoed non risparmia nessuno e con un linguaggio da serie investigativa piuttosto che da documentario va a fondo di queste dinamiche poco oneste lasciando spesso da parte l’opera che risulta davvero perduta soprattutto nel secondo capitolo dedicato alla figura di Yves Bouvier.

Titolo originale: The Lost Leonardo
Regia: Andreas Kofoed
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 100′
Origine: Danimarca, Francia, Svezia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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