Leone nel basilico, di Leone Pompucci

Il ritorno del regista a 13 anni da Il grande botto che ripiomba come un alieno nel cinema italiano e cerca la sua collocazione temporale, ondeggiando con tracce di De Sica e Sergio Citti

-------------------------------------------------------
AI per FILMMAKING, corso online dal 22 ottobre, con Andrea Traina

-------------------------------------------------------
-------------------------------------------------------
LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO DI SENTIERI SELVAGGI

-------------------------------------------------------

Sono passati più di 13 anni da l’ultimo film per il cinema di Leone Pompucci, Il grande botto del 2000, regista capace di disegnare le forme di una nuova commedia italiana soprattutto con il sorprendente e ancora sottovalutato Camerieri. Leone nel basilico è stato infatti realizzato nel 2013 ed esce solo ora in sala, come è il destino di molti film italiani che fanno fatica a trovare visibilità.

E per certi aspetti sembra il film di un regista riapparso improvvisamente da un altro cinema, quasi un alieno che piomba sulla terra. Due donne anziane vestite da maghe introdurre una favola. In realtà si entra nelle zone di una Roma alienata dove una donna, Maria Celeste (interpretata da Ida Di Benedetto, anche produttrice con la sa Titania) si addormenta in una stazione ferroviaria e quando si risveglia si ritrova un bambino tra le mani. Glielo ha messo Giulietta, una ragazza che poi scappa via. Lo porta così alla polizia ma poi la madre torna a prenderlo. Passano la mattina insieme. Poi Giulietta viene investita da un tram e muore. E a quel punto inizia l’avventura di Maria celeste con Leone (interpretato in realtà da due gemelle, Alessia e Ilaria santacroce) nelle giornate accaldate che vanno dal 14 al 16 agosto.

leone nel basilico

Leone nel basilico è un film che sembra voler andare vololntariamente fuori controllo. Come le strade che prendono le nostre vite. Una specie di ballo un po’ scoordinato ma anche estremamente affascinante che trasfigura Roma, la trasforma e la trasforma in una città senza tempo con la figura di Ida Di Benedetta che appare come una Dea passata momentaneamente per il mondo terreno. tra soorità western, corpi/volti nella folla, Leone potrebbe simboleggiare quasi una nuova rinascita del cinema del regista (omonimia tra il nome del neonato e quello di un cineasta) che perà cerca la sua collocazione in un tempo e in un contesto produttivo che non sembra quello attuale. Forse il sogno di un perduto Neorealismo (l’associazione tra Leone e Totò di Miracolo a Milano di De Sica anche lui alla ricerca di un mondo dove “Buongiorno vuol dire davvero buongiorno”?). Oppure le tracce di un ‘cinema di poesia’ alla Sergio Citti come nella scena della spiaggia tra Catrinel Marlon e Domenico Diele. In mezzo a elefanti, Madonne, tracce alla ricerca di una felicità perduta (l’efficace scena del ballo tra madre e figlio i piscina sullo sfondo degli schizzi d’acqua). Anche Leone nel basilico ricerca la sua strada. Non è più tempo di ‘grandi botti’ o di ‘mille bolle blu’ ma il cinema di Pompucci è riuscito a mostrare ancora un’altra faccia. Sempre fuori le linee prevedibili dei generi e delle mode. Uno strano alieno che, anche con le spinte accensioni melodrammatiche di Leone nel basilico, si vorrebbe vedere più spesso.

Regia: Leone Pompucci

--------------------------------------------------------------
KIM KI-DUK: LA MONOGRAFIA DEFINITIVA!

--------------------------------------------------------------

Interpreti: Catrinel Marlon, Ida Di Benedetto, Carla Signoris, Mariano Rigillo, Augusto Fornari, Alessia e Ilaria Santacroce, Domenico Diele

Distribuzione: Titania

Durata: 88′

Origine: Italia 2013

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative