"L'era glaciale 2: il disgelo" di Carlos Saldanha

Secondo capitolo del grande successo d'animazione della Fox, "L'era glaciale 2" ha momenti di grande divertimento e scene musical da capogiro. Ma sotto la patina brillante e ironica scorre una vena di sottile malinconia.

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Quattro anni dopo il successo clamoroso dell'Era glaciale, la Fox, nella sua divisione Blue Sky, torna a cimentarsi con l'animazione digitale. Carlos Saldanha, all'epoca secondo di Chris Wedge, questa volta viene promosso regista a tutti gli effetti. Alla sceneggiatura non troviamo più Wilson, Berg e Ackerman, ma Gerry Swallow, Peter Gaulke, Jim Hecht. Rimangono però gli stessi personaggi del primo episodio: il bradipo tonto e scapestrato Sid, il mammuth saggio e malinconico Manny, la tigre zannuta Diego. Scompaiono gli uomini, ma è una perdita che, francamente, non s'avverte. Questa volta i nostri "eroi" sono alle prese con un avvenimento epocale, il disgelo. Le acque stanno per sommergere il terra, e si rischia l'estinzione di tutte le specie animali. L'unica possibilità di salvezza è di raggiungere una fantomatica barca (in realtà un tronco d'albero). Gli animali intraprendono un cammino lungo e faticoso per salvare la pelle. C'è un richiamo esplicito all'arca di Noè, un'atmosfera biblica, che si traduce in imponenti (e divertenti) scene di "massa", sarcastici siparietti da isteria collettiva. Tra l'altro Manny sembra essere l'unico mammuth rimasto sul pianeta: la specie è in via d'estinzione. Ma lungo il cammino i nostri s'imbattono in Ellie, una mammuth dal pelo rosa, che, cresciuta tra gli opossum, non è consapevole della sua vera identità. Tra equivoci, battibecchi amorosi, opossum sciroccati (impagabili Eddie e Crash, fratelli adottivi di Ellie), la narrazione fila via in maniera spedita e divertente, con richiami alla commedia sentimentale hollywoodiana e strepitosi numeri da musical (incredibile la coreografia di avvoltoi che ballano e cantano alle note di Cibo che fa sognare!). Un'animazione 3D spettacolare s'accompagna a una sceneggiatura puntuale, a tratti cinica, che dedica sempre più spazio ai momenti comici e alle disavventure di Scrat, lo scoiattolo ossessionato dalle ghiande, fratello minore dello sfigato e irriducibile Will Coyote. Ma ciò che più conta è che, durante il percorso, i personaggi maturano, chi in un modo, chi un altro. Sid è più scapestrato che mai, ma con la sua generosità e il suo istintivo coraggio, è il vero collante del gruppo. Diego è costretto ad affrontare la sua ancestrale paura dell'acqua. Manny deve fare i conti col suo passato e la sua solitudine, mentre Ellie deve, a poco a poco, impara a conoscere la sua vera natura. Un percorso di crescita collettivo che trasforma una possibile tragedia in un nuovo inizio. Tutto è bene quel che finisce bene. Ma sotto la superficie, sotto la patina brillante e ironica scorre, nascosta, una vena di malinconia sottile e strisciante. Non a caso è il disgelo. E' la fine di un'epoca. E, chissà, la conclusione definitiva di uno dei più grandi successi nel campo dell'animazione digitale.

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Titolo originale: Ice Age: The Meltdown


Regia: Carlos Saldahna


Voci (inglese/italiano): Ray Romano/Leo Gullotta (Manny), John Leguizamo/Claudio Bisio (Sid), Denis Leary/Pino Insegno (Diego)


Distribuzione: 20th Century Fox


Durata: 91'


Origine: USA 2006

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