Les Cyclades, di Marc Fitoussi

Il regista francese torna con una commedia al femminile dai personaggi stilizzati. Ottima l’interpretazione delle protagoniste Laure Calamy e Olivia Côte. Dai Rendez-vous 2023 a Roma

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Cosa succede se metti una persona depressa e introversa accanto ad un’inguaribile ottimista? La nuova commedia di Marc Fitoussi, dal titolo Les Cyclades (Two Tickets to Greece), parte da questo presupposto per formare una coppia di opposti che finiranno inesorabilmente per attrarsi.

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Da adolescenti, Blandine (Olivia Côte) e Magalie (Laure Calamy) erano inseparabili, un’amicizia suggellata attorno alla comune passione per il film Le Grand Bleu di Luc Besson, soprattutto per la colonna sonora di Éric Serra e l’ambientazione nelle Isole Cicladi. Gli anni e la vita, però, le hanno fatte perdere di vista. Così, trent’anni dopo, il figlio di Blandine decide di organizzare una rimpatriata per rallegrare la madre depressa dopo il recente divorzio, ma di tempo ormai ne è passato troppo e la complicità di un tempo si è trasformata in incomprensione. L’esuberanza della petulante Magalie, che vive ancora come se fosse una ventenne, si contrapporrà così alla severa rigidità di Blandine in un’inaspettata avventura tra le isole della Grecia.

La vicenda descritta da Fitoussi è molto semplice, anche troppo. I personaggi restano incastrati nei loro ritratti senza alcuna sfumatura e alla terza o quarta gag sugli “opposti” sono già esaurite le risate. Detto questo, Les Cyclades è decisamente un film affidato all’interpretazione delle sue attrici, a partire dall’esplosiva Laure Calamy (À plein temps, Un vizio di famiglia) alla nevrotica Olivia Côte e la disinibita Kristin Scott-Thomas (Il paziente inglese, Ti amerò sempre). Le tre attrici danno il massimo, caricando l’interpretazione e mettendosi letteralmente a nudo, il rischio semmai è quello di ridurre i personaggi a figurine bidimensionali incapaci di comunicare con lo spettatore, ma questa è una problematica da ricercare nella sceneggiatura. Ognuna delle tre donne ha un qualche tipo di ferita che si porta dentro, chi fisica, chi sentimentale e chi se la porta dietro dall’infanzia. Impariamo a conoscerle e a comprenderle fino in fondo ma restano comunque delle figure stilizzate. Se Magalie balla per dimenticare scegliendo la spensieratezza alla depressione, Blandine si chiude a riccio per non essere più ferita. Depressione e malattia sono affrontate in maniera solo superficiale, mentre il tema della sessualità femminile nell’età adulta è già più approfondito. In questa direzione era già andata Sophie Hyde nel recente e molto riuscito Il piacere è tutto mio con l’ottima interpretazione di Emma Thompson.

L’avventura di Les Cyclades vorrebbe essere un viaggio alla Thelma & Louise ma la complicità tra le due protagoniste è poca e il film non decolla mai realmente. Resta una commedia leggera e tutto sommato piacevole.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
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