L'estate sta finendo, di Stefano Tummolini

l'estate sta finendo
Tummolini descrive una generazione 'bruciata' e le sue trame psicologiche da primi della classe, con notevoli complicazioni a vivere se distaccati dal gruppo, in 
una sceneggiatura che, in alcuni frangenti, si muove goffamente. Il corpo dell'immagine esce però da quello della scrittura, per vibrare di voce propria.

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L'estate sta finendo

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e un anno se ne va

sto diventando grande

lo sai che non mi va..

 

Recitava il tormentone dell'estate 1985 intonato dai Righeira…l'estate sta finendo anche per il gruppo di sette amici Domenico (Andrea Miglio Risi), Fabrizio (Marco Rossetti), Giulia (Nathalie Rapti-Gomez) e sua sorella Flavia (Nina Torresi), Davide il musicista impegnato di sinistra (Fabio Ghidoni), Katia (Ilaria Giachi) la coatta, Manuel (Stefano Fardelli) il ballerino emerso da un talent show, cui si aggiunge l'ultimo improvvisato arrivo di Guido interpretato dal bravo Giuseppe Tantillo, cugino di Domenico. Si apprestano a trascorrere qualche giorno di relax nella splendida tenuta di famiglia di Domenico, sul mare. Stefano Tummolini costruisce bene il disadattamento di Guido che è completamente fuori dalla corde dell'insieme, che non riesce ad integrarsi, e che nessuno ha intenzione d'integrare, perchè lui è capace solo di rimanere fedele a se stesso, e gli altri, sono in grado solo di rispettare le dinamiche darwiniane del gruppo. Anarchicamente diverso, con i suoi modi goffi, e per nulla strutturati, 'attacca' impunemente la parvenza indissolubile del gruppo, totalmente incapace com'è di aderire ai luoghi comuni (le dinamiche di gruppo) li scardina con saccente e involontario fare.

Per un' ora o più il film si trascina sulle note della commedia estiva fino allo scaturire dell'elemento drammatico che ovviamente vede come vittima la diversità del cugino (se fosse stato uno di loro avrebbe fatto la stessa fine?). Ma è proprio nell'affrontare tutte le sfumature del dramma con il gruppo coeso, senza scrupoli, che si trasforma, tutto d'un pezzo, in un mostro di menzogne e nascondimenti (in cui nessuno è capace di mostrare la propria personalità fino in fondo o distaccarsi dal comun sentire), e ancor più quando vira tra le pieghe del thriller che il film arresta la sua corsa.
L'intenzione, pure ottima, di Tummolini di descrivere una generazione 'bruciata' e le sue trame psicologiche da primi della classe con notevoli complicazioni a vivere, se distaccati dal mostro, muore sulla carta di una sceneggiatura che, nei frangenti suddetti, si muove goffamente. Affidandoci alla sceneggiatura tutto resta sospeso alla superficie, fin troppo intuibile, della trama. Fortunatamente interviene a liberare, dalle gabbie della scrittura, la fotografia impeccabile di Raoul Torresi (che già era emersa nel recente Le Formiche della città morta) cui si aggiunge una ricostruzione scenografica degna di nota, talmente efficaci, entrambe, da consentire a L'estate sta finendo di decollare nonostante tutto.

Il corpo dell'immagine esce così da quello della scrittura, per vibrare di voce propria. La scrittura è solo un pianeta che brilla di luce riflessa, quella della densità dei neri che rarefanno l'aria fino a renderla irrespirabile, e quella delle ambientazioni che ricreano atmosfere anni cinquanta di derivazione hitchicockiana.

Elementi che mantengono la giusta tensione e che catapultano nel mondo del non detto, di una sottotrama fatta di sfumature, che se nella sceneggiatura non trova espressione (vista l'impunità dei colpevoli) ha sfogo, perlomeno, nell'immagine e nella successiva ricerca, più che commerciale, certamente necessaria, di continuare la vita del film oltre il film, nel romanzo di poco successivo Un'estate fa. E' così che l'estate, stagione della giovinezza, per i protagonisti sta finendo?

 


Regia:
Stefano Tummolini
Interpreti: Andrea Miglio Risi, Marco Rossetti, Nathalie Rapti-Gomez, Ilaria Giachi, Stefano Fardelli, Paolo Settembrini, Nina Torresi, Fabio Ghidoni

Origine: Italia, 2013
Distribuzione: Cinecittà Luce
Durata: 98'

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