Letizia Battaglia è morta
La scorsa notte è venuta a mancare la celebre fotografa siciliana, testimone chiave della lotta alla mafia e della “bellezza lacerata” di Palermo, protagonista memorabile delle ultime opere di Maresco
Ho fotografato in tutto il mondo, ma fuori da Palermo le foto mi vengono diverse. Qui c’è qualcosa che mi appartiene, o io forse le appartengo. Ho fotografato la cronaca di questa città, io non ho fatto arte, ho fatto un lavoro, duro, anche spietato, per diciannove anni. E nella cronaca c’era di tutto, processioni, partite di calcio, feste dei ricchi, mai un capodanno con la mia famiglia in diciannove anni! C’era la spazzatura nelle strade e il concorso delle miss, arrivava Mina e fotografavo pure lei. Anche a fotografare le ragazze in topless a Mondello mi mandavano. Ma a Palermo c’era la mafia, c’erano le vittime della mafia. E io ho fotografato anche quelle. Tante. Troppe da sopportare.
All’età di 87 anni la scorsa notte è venuta a mancare Letizia Battaglia, la celebre fotografa siciliana che, attraverso le suo fotografie, ha raccontato i crimini sanguinari della mafia, ma gli omicidi mafiosi non sono il suo unico tema (si occuperà di documentare anche la situazione del manicomio di Palermo, ad esempio). Alla sua vita è dedicato il documentario Letizia Battaglia – Shooting the mafia, di Kim Longinotto.
Nata a Palermo nel 1935, Letizia Battaglia solamente a 34 anni si è dedicata alla fotografia, lavorando inizialmente per il giornale L’Ora, il più importante quotidiano sulla divulgazione e la testimonianza della lotta tra lo Stato italiano e la mafia dagli anni ’70 sino ai ’90. Dopo un breve soggiorno a Milano, è tornata nella sua Palermo dove ha cominciato effettivamente a immortalare, attraverso il suo vivido e pulsante B/N, gli anni di piombo e i crimini mafiosi, con sempre al centro la “bellezza lacerata” di Palermo. Nel corso dei decenni la fotografa è stata una delle portavoce simbolo del fotoreportage d’inchiesta, anche grazie ai celeberrimi scatti dell’assassinio di Piersanti Mattarella nel 1980 e La bambina con il pallone nel quartiere Cala, tanto da divenire recentemente anche la memorabile protagonista delle ultime due opere di Franco Maresco, ovvero il corto a lei dedicato La mia Battaglia e il film La mafia non è più quella di una volta.