Lette e…riviste – Grindhouse: dieci film che non vorreste mai vedere

Che cos’è un "grindhouse movie"? Ecco la mia definizione: un film che ti mette addosso la voglia di correre alla doccia più vicina, lasciandoti incapace di decidere se sia meglio farla calda o fredda…Discesa agli inferi: Tim Lucas (“Sight and Sound”) si immerge nel soffocante gore dei B-movie anni Settanta e ne esce con una lista di dieci ‘must’. Dedicata a Tarantino. GALLERIA FOTOGRAFICA

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Che cos’è un grindhouse movie? Ecco la mia definizione: un film che ti mette addosso la voglia di correre alla doccia più vicina, lasciandoti incapace di decidere se sia meglio farla calda o fredda…
 
The Abductors (1972)
Pochi film rispecchiano questa definizione meglio della trilogia ‘Ginger’, centrata sulla ventenne (ma ne dimostra almeno trenta) ex-cheerleader Ginger McAllister (Cheri Caffaro) per la regia di Don Schain: Ginger, il primo capitolo della serie, finanziato dall’agenzia Oldsmobile del New Jersey, fu un successo. Il film successivo – The abductors – è la storia di un’organizzazione criminale che rapisce ragazze per venderle alle voglie sado-maso di una élite finanziaria disposta a pagare cifre a sei zeri. The abductors ripete la formula vincente del suo antecedente: nudi, fantasie tra bondage e stupro, accessori pseudo-Bondiani a buon mercato: avete presente le mappe stradali maneggiate come fossero documenti top secret?
 
The Baby (1972)
Il pubblico Grindhouse è spesso facile da soddisfare: sangue e nudi; attori attempati che strisciano sullo stomaco su pavimenti molto particolari – coperti dai cocci delle sceneggiature che avrebbero rifiutato nel loro periodo di maggior splendore…In questo film, diretto da Ted Post, Ruth Roman (Strangers on a train, The far country) interpreta Mrs. Wadsworth, matriarca di una famiglia sub-urbana e senza padre in cui le figlie sono state educate ad odiare gli uomini, mentre l’unico erede maschio vive un’esistenza eternamente in stile fasce e pannolini. Quando Mrs. Wadsworth scopre che una babysitter presta al figlio le attenzioni fisiche che lei stessa gli ha volutamente negato per ventuno anni, la sua performance deraglia in un delirio di sadismo e psicosi. Dire provocatorio è poco – difficile immaginare un film del genere nelle sale mainstream, senza il nome di Tennessee Williams sulla locandina…
 
Coffy (1973)
Proprio come la Ginger di The abductors, Coffy è una donna ‘sessualmente robusta’ reclutata nel sistema criminale per vendicare la morte di una ‘sorella’ distrutta dalla droga. Ma le analogie si fermano qui: il regista e sceneggiatore Jack Hill (Spider Baby) sa il fatto suo – come far cantare un film a basso costo e come far ghignare di gioia gli spettatori. Pam Grier, qui al suo primo ruolo importante, si guadagna lo status di pilastro del Grindhouse entertainment. Dopo più di trent’anni, un film che ancora diverte e oltraggia – forte di un cuore selvaggio che affonda le radici nello spirito della strada.
 
Fight for Your Life (1976)
“Il film meno politicamente corretto mai passato nei cinema americani” suona l’etichetta dell’edizione DVD della pellicola diretta da Robert A. Endelson e intepretata da un giovane William Sanderson (Blade runner). Sanderson è il brillantinato e carismatico leader di un gruppo di razzisti evasi, che guastano la cena del Ringraziamento di una famiglia di colore appartenente alla classe media. Azione quasi interamente limitata a due stanze di una casa di periferia per uno psicodramma bellicoso che include scene di stupro, omicidi di bambini, una pistola carica puntata alla testa di un neonato. Ma è difficile immaginare una rappresentazione più convincente della relazione tra razzismo e uso della forza; o una metafora più vivida per le vessazioni che i neri soffrono o hanno sofferto in America. Chiaramente sleale in superficie, ma con uno slancio ammirevole in profondità.
 
Girls at the Gynecologist (Mädchen beim Frauenarzt, 1971)
Mai visto un titolo del genere, vero? Ma non è questa la sola ragione del fascino di questo ‘classico’…Ernst Hofbauer (quello della saga Schoolgirl report) compie qui il suo maggiore sforzo autoriale con la ‘real-time story’ di un pomeriggio nello studio di un ginecologo. Starring: tu nella parte del ginecologo. Con una prospettiva che pochi film, oltre a Lady in the lake, hanno osato, l’intera azione è vista attraverso la soggettiva del protagonista. Sorprendente: il film riesce ad evitare di mostrare ciò che questi medici vedono ogni giorno a dozzine…
 
I Drink Your Blood (1971)
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Horror seriamente disturbante che arriva in America tagliato a brandelli per guadagnarsi un R-rated, in double-bill con una inedita pellicola del 1964 re-titolata come I eat your skin. Gli abitanti di una cittadina devono vedersela con un’invasione di hippies affetti da rabbia: la tensione generazionale e sociale è quella che Romero cattura in Night of the living dead. Immaginare cosa sia stato tagliato non fa che aumentare il fascino della pellicola, e la vendita DVD della versione uncut conferma la forza dell’approccio del regista David E. Durston. Il successivo Stigma lo lancia come pioniere dell’horror venereo/scientifico, campo in cui è destinato a soccombere dopo i contributi di David Cronenberg.
 
Invasion of the Bee Girls (1973)
Sceneggiato dal futuro regista Nicholas Meyer, questo è uno dei pochi film dell’epoca che combina sesso, horror, humor e una triviale sensibilità pre-tarantiniana. Su uno sfondo da fantascienza anni Cinquanta, la spia di turno (William Smith) indaga su un caso di morte da esaurimento sessuale che coinvolge gli impiegati maschi di un laboratorio di ricerca chimica. Nonostante il potenziale, la pellicola è incredibilmente casta e curata; memorabile Anitra Ford nei panni della dottoressa sexy, che studia le api e la pappa reale come rimedi all’avanzare dell’età…
 
Shanty Tramp (1967)
Visivamente violento e senza tanti pudori per essere una pellicola in bianco e nero del 1967, a tutt’oggi stupefacente per la scena dello stupro incestuoso e del patricidio. Il film circola attivamente anche negli anni Settanta, soprattutto in triple-bills nei drive in, ma il suo lato più scioccante viene scoperto più tardi da Charles Kilgore nella sua fanzine "Ecco": la protagonista Lee Holland è in realtà Eleanor Vaill, un’insegnante di Miami. Immaginatevi di essere uno scolaretto della Florida che sul grande schermo si ritrova la propria prof. nuda e coperta di sangue…la Vaill lasciò il cinema dopo il matrimonio con il collega Otto Schlesinger, che interpretava nel film il padre-stupratore.
 
Shogun Assassin (1972/80)
Da Five Deadly Venoms a Master of the Flying Guillotine e Bruce Lee Fights Back from the Grave, l’Asia è sempre stata una fucina di intrattenimento grindhouse/cult. Qui Robert Houston fa convergere i frammenti di tre film diversi della serie Lone Wolf and Cub diretta da Misuri Kenji, centrata sulle avventure di un samurai (Wakayama Tomisaburo) e del figlioletto. Attraverso la reinterpretazione di Houston rivive allora una grandiosa esperienza grindhouse, in effetti riscritta e sviscerata nella cutting room – e con l’arrivo dell’home video la ricerca, appunto, dei frammenti inediti diventa l’ossessione di migliaia di fans.
 
SS Hell Camp aka The Beast in Heat (1977)
Un film così riprovevole che non c’è un solo vero nome da associargli – il regista Ivan Kathansky è in realtà Paolo Solvay (?). Una mano femminile disunghiata da un nazista. Quando la camera plana sul volto della vittima, lei riesce a dire – con il tono di chi sta controllando un assegno – “Basta…mi fai male”. Un uomo interamente nudo è a testa in giù, preso a bastonate. Un sub-umano dotato di libido potenziata scientificamente stupra donne. Il tutto avviene in un campo di concentramento…finchè non arrivano i nostri, sotto le spoglie di un sub-plot: la lotta per la libertà irrompe nel girato, più che altro per salvare una produzione orfana… 
 
“10 picks from the Grindhouse” di Tim Lucas – da Sight and Sound, giugno 2007
 
traduzione di Annarita Guidi

 

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Il British Film Institute nasce nel 1933 per implementare la cultura cinematografica e l’accesso al mondo del cinema: possiede il più grande archivio di film, la più grande biblioteca di cinema e la maggiore collezione di foto di scena e locandine del mondo. E’ leader mondiale nella restaurazione delle pellicole, gestisce il London Film Festival (che si svolge in autunno) e il London Lesbian and Gay Film Festival (in primavera); si occupa inoltre di distribuzione nelle sale e per l’home video. Sight and Sound è la rivista dell’Istituto, un mensile di commento e critica cinematografica che offre un’ampia panoramica su tutte le uscite, sia sul grande schermo che in dvd. (a.g.)

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