LETTE E…RIVISTE – Le riviste di cinema da tutto il mondo (febbraio 2006)

Questo mese sguardo su: "Studio Magazine", "FilmMaker", "Cahiers du Cinéma", "Independent", "Uncut", "Film Comment"

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L'attesa è già enorme, e si riflette nella copertina di Studio Magazine: dopo 40 milioni di copie vendute in tutto il mondo, "Il Codice Da Vinci" diventa film. Il mensile francese è pronto a svelare tutto sulle trattative, le pressioni, i "tira e molla" che hanno visto protagonista Ron Howard durante la produzione, mentre Audrey Tatou racconta in esclusiva mondiale la sua esperienza sul set. Un Oscar per Joaquin Phoenix, dopo la sua convincente interpretazione del cantante Johnny Cash? Nel frattempo, la rivista offre una carrellata di musicisti immortalati dal grande schermo – da Ray Charles a Sid Vicious – e Mathieu Kassovitz risponde sul già controverso – almeno in Francia – Munich. Tra gli altri protagonisti, Pocahontas/Q'Orianka Kilcher (The New World), la tormentata Charlotte Rampling in Vers le sud (il nuovo film di Laurent Cantet, ambientato nella non proprio sorridente Haiti degli anni Ottanta), il diabolico Vincent Cassel in Sheitan di Kim Chapiron (in odore di sette e riti satanici), Daniel Day-Lewis padre problematico in The ballad of Jack and Rose di Rebecca Miller. www.studiomag.com

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Personaggi fuori dal comune: sembra questa la parola d'ordine dell'ultimo numero del quadrimestrale FilmMaker, che per l'inverno 2006 ha in serbo una carrellata di profili "straordinari". Si parte con Michel Gondry (The eternal sunshine of spotless mind) al lavoro con Dave Chappelle: Block party, non solo un grande film su un grande concerto hip-hop, ma anche un geniale ritratto dell'artista attore/musicista. Si prosegue con Caveh Zahedi, cineasta provocatore che con I am a sex addict rinnova la sua operazione "real cinema" portando sullo schermo la sua vita in una nuova commedia autobiografica. Ancora, Eugene Jarecki e Why we fight, l'ultimo documentario che mira a fare nuova luce sull'America, la realtà delle sue industrie militari e il rapporto sempre più stretto tra politica estera e supremazia armata; Steven Soderbergh esplora i più inquietanti recessi del binomio piccola città/lavoro operaio in Bubble, primo di una serie di sei film low-budget; Tommy Lee Jones – tra Texas e Messico – i conflitti di classe e di razza nel suo imminente The Three Burials of Melquiades Estrada.
www.filmmakermagazine.com

Dessine-moi le cinéma: qual è lo stato dell'arte del cinema? Cosa scaturisce dalla sintesi tra attualità e imponderabilità, che sembra costituire oggi la sua cifra primaria? Ecco gli interrogativi che aprono l'editoriale del numero di febbraio dei Cahier du Cinéma: le risposte vengono lasciate emergere dalle pellicole più interessanti del momento, da Un couple parfait del giapponese Nobuhiro Suwa (con Valeria Bruni Tedeschi e Bruno Todeschini) – film "prezioso, segreto, vibrante" dove la modernità è presentificata dai corpi – a L'Ivresse du Pouvoir, dove la miscela Claude Chabrol-Isabelle Huppert è pronta a far esplodere – in crisi – lo status cinematografico del genere "politico". Completa il quadro la natura industriale, ma corrotta (ancora) dall'incertezza politica, che accomuna Syriana e Munich. La "galassia in espansione" del cinema tedesco si osserva dal punto di vista privilegiato dell'imminente Berlinale: dai veterani (von Trotta, Roehler) ai debuttanti (Vinckler, Grisebach), un'edizione ricca (come poche) di produzioni nazionali.
www.cahiersducinema.com

Riflettori puntatisul Sundance Film Festival per il bimestrale Independent, con un dietro le quinte tutto dedicato ai corti e al lavoro dei selezionatori – 2.000 opere da guardare in quattro mesi! Il primo numero del 2006 vede un approfondimento sul rapporto tra cinema e diritti umani: System Failure: violence, abuse and neglet in the California Youth Authority è il film/documentario realizzato dalle organizzazioni Books Not Bars e Witness (fondata da Peter Gabriel) che punta, proprio confidando nella forza e nell'impatto del cinema, a dare un contributo positivo alla riforma della CYA. L'altro pezzo forte della rivista riguarda il venticinquesimo anniversario di NAATA – National Asian American Telecommunications Association, l'organizzazione no-profit che ha letteralmente cambiato i connotati della televisione pubblica, con la promozione e la distribuzione di film e altre produzioni asiatiche e il più grande festival del cinema asiatico/americano, da cui sono passati nomi come quelli di Ang Lee e M.Night Shyamalan. Largo poi alle nuove leve del cinema, con dritte e consigli sulla transizione dal corto al film e sulle possibilità di "contaminazione" tra trailer e cortometraggi.
www.aivf.org

1966: la prima grande annata del rock…e, per molti, la più grande della storia. Quarant'anni uscivano "Blonde on blonde" di Dylan, "Revolver" dei Beatles, "Pet Sounds" dei Beach Boys. E molti altri artisti – dai Rolling Stones a Simon&Garfunkel – inauguravano una stagione estremamente creativa. Largo allora ai festeggiamenti per l' "annus mirabilis" del rock: interviste con i giganti dell'epoca (tra cui The Kinks e The Small Faces) e spazio al cinema emergente e dirompente classe 1966, sullo sfondo delle rivoluzioni che investirono club, mode, droghe. Tra gli incontri di questo mese, spazio come sempre alle felici contaminazioni tra musica e cinema: Uncut intervista Joaquin Phoenix, che in Walk the line di James Mangold interpreta Johnny Cash, il leggendario musicista country che parte da una fattoria dell'Arkansas e arriva al successo, alla Sun Records e a Memphis; tra i film in uscita, attenzione soprattutto a Munich di Spielberg, Jarhead di Sam Mendes e A Cock And Bull Story di Michael Winterbottom.
www.uncut.net

Il bimestrale americano Film Comment dedica la sua prima copertina del 2006 a Woody Allen e Match Point: la carriera del regista e la genesi del suo ultimo film sono al centro della scena insieme ad un importante approfondimento su Claire Denis, "intrepida esploratrice" della settima arte che risponde alle domande sul suo percorso artistico – dal ruolo di assistente alla regia (come in Paris, Texas) all'esordio dietro la macchina da presa (Chocolat) fino agli ultimi L'intrus e Vers Mathilde – e sul suo cinema fatto di outsiders. Seguono l'empatia distaccata di Andy Warhol e il rapporto dell'artista con il grande schermo, insieme alle incursioni sul set di Southland tales, l'ultimo film di Richard Kelly (Donnie Darko) che immagina una Los Angeles (nel 2008!) funestata da disastri ambientali, economici e sociali. E dopo "il meglio del meglio" dell'anno appena concluso, ecco la chicca: "Tristram Shandy" e Laurence Sterne, ovvero il "non-filmabile" e la sfida di trasposizione di Michael Winterbottom in A cock and bull story
www.filmlinc.com

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