LETTE E…RIVISTE – le riviste di cinema da tutto il mondo (Settembre 2004)

Questo mese sguardo su: "Asian cult cinema", "Positif", "Première", "Studio", "Moviemaker" e "Film Comment"

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Si apre con un omaggio al mito di Brando l'ultimo numero di Studio, che all'attore scomparso l'1 luglio dedica la copertina e uno speciale: portfolio, ricordi di Euzhan Palcy, e una vecchia intervista che il poco filo-mediatico divo aveva concesso alla rivista. E un'altra intervista è dedicata a Maggie Cheung, volto trasversale, transnazionale e significativo del cinema contemporaneo, che con Clean dell'ex marito Olivier Assayas è stata incoronata miglior attrice all'ultimo festival di Cannes. Lungo la Croisette hanno sfilato anche Tony Gatlif, premiato con Exils, e la coppia Jaoui-Bacri, che (si) racconta Comme une image. Ancora ritratti per la sovraesposta Scarlett Johannson, la figlia d'arte (e di Ron Howard) Bryce Dallas Howard, e per Stéphane Freisse, protagonista per Ozon di 5 x 2.

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www.studio.com


 

Da qualche anno sta solleticando la curiosità di molte riviste internazionali, e non poteva mancare su quella che per definizione porta un soffio di pop orientale negli States. È il cinema Thailandese, a cui questo mese Asian Cult Cinema dedica una copertina-collage e una special edition per collezionisti. Le consuete rubriche mensili cedono spazio a un viaggio tra la moda thai e un cinema spumeggiante di colori, pistole fumanti e belle donne. Come Stella Malucchi, protagonista della back cover, già vista in Agulimala, ma soprattutto in quel Le lacrime della tigre nera che si è infiltrato a sorpresa sugli schermi occidentali -italiani compresi- un paio di anni fa', amplificando l'attenzione su un nuovo bacino creativo nel lontano Sud-Est. Crisi o non crisi, che sia la Corea, Taiwan, la Cina o l'ex colonia Hong Kong, c'è sempre una tigre orientale pronta ad attaccare e sedurre stuoli di meravigliati caucasici.


www.asiancult.com


 

Pop star cinematografica a tenuta ultra, Tom Cruise è nel suo terzo decennio di presenzialismo sulle copertine, e non sembra intenzionato a perdere il vizio. Questo mese lo vediamo in versione gelida macchina da guerra sulla copertina di Première, che prende spunto da Collateral per un viaggio nella neo-virilità che, dopo l'ex monsieur Kidman, abbraccia i volti e i corpi di altri divi conquistati dall'action: dal veterano Danzel Washington a un inconsueto Jim Carrey. Mentre un altro padrone di Hollywood, Steven Spielberg, si concede docile a un'intervista-test sul suo Terminal e dintorni. Lasciata la California, si torna alla Francia doc con un distillato purissimo della coppia Agnès Jaoui-Jean-Pièrre Bacri (Comme une image), un omaggio al "seduttore della commedia" Edouard Baer (Mensonges et trahisons) e uno studio sulle manipolazioni registiche di François Ozon.


www.premiere.fr


 

Ancora ignaro del trionfo veneziano ma alquanto lungimirante, il bimestrale Film Comment dedica un piccolo approfondimento a Vera Drake, film vincitore del Leone d'Oro, e mette online un'intervista al suo autore, il rigoroso Mike Leigh. Vero protagonista di questo numero è però Gavin Smith, che dopo Three Kings sforna una commedia filosofica in cui il biondo Jude Law (in copertina) gioca a trovare il senso della vita. Ancora grandi temi per il ritorno dell'austriaco Peter Kubelka, che con Poetry and thruth viaggia nei meandri dell' "antropologia del consumismo" e per la "pornocrazia" di Catherine Breillat, che negli Usa porta il più aggraziato titolo  Anathomy of hell. Mentre basta l'aggettivo "grandi" per introdurre l'omaggio a Marlon Brando e l'esclusiva online sul Bergman di Saraband. Infine, lunga vita a Hong Kong: all'ex colonia britannica sono dedicati il diario di questo mese e gli speciali sugli studios degli Shaw Brothers


http://filmlinc.com/fcm/fcm.htm


 

E' ancora nelle edicole con il numero estivo il quadrimestrale indipendente Moviemaker, sempre ricco di informazioni a 360 gradi sui mestieri del cinema, e soprattutto su chi meglio li rappresenta. Per la sezione di sceneggiatura, è il turno di John Irving e il suo A door in the floor, adattamento del romanzo A widow for one year, con Kim Basinger e Jeff Bridges, di cui in America si è parlato parecchio. La copertina è dedicata all'esordiente woman on top Maria Bello, mentre la protetta di Steven Spielberg Bronwen Hughes si guadagna l'intervista in cabina di regia, dove discute del suo ultimo film Stander, che sulla carta (la storia di un poliziotto integerrimo che per hobby fa il rapinatore pluripremiato) sembrerebbe discretamente spielberghiano. E dopo le abbuffate di Lidi e Croisettes, è rinfrescante seguire la rivista in un viaggio allo Slamdance Film Festival, alternativo e indipendente, nonché prossimo al suo decimo anno di vita


www.moviemaker.com


 

La copertina dell'ultimo numero di Positif omaggia la nostalgia di Murnau, a cui è dedicato il dossier di Settembre: interviste con Rohmer, Martin Koerber e Hans Helmut Prinzler, retrospettiva sulla cinematografia, e studio di Aurora, dalla genesi del film alla prossima uscita in dvd. Con gli approfondimenti del mese si ritorna decisi al presente, partendo dall'intervista ad Agnès Jaoui e dall'articolo su Comme une image, per proseguire con un' altra mano registica femminile, quella di Laetitia Masson, autrice di Purquoi (pas) le Brazil. Intervista anche per Fernando Solanas a proposito del suo Mémoire d'un saccage. E allo scomparso Nino Manfredi è dedicato un omaggio di J.A. Gili.


www.jmplace.com


 

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