Ecco troneggiare sulla copertina di Synopsis il quasi enfant prodige del cinema (non solo) francese: Mathieu Kassovitz, presto nelle sale nostrane e transalpine con il fanta-thriller Gothika, racconta il suo primo film americano, co-prodotto dal signore di Matrix Joel Silver. Ormai citata ovunque (e meritatamente), nemmeno l'altra bambina prodigio-figlia d'arte Sofia Coppola poteva mancare: il numero di febbraio le dedica un pezzo sul passaggio tra autobiografia e sceneggiatura impressionista. Ancora anticipazioni tra parola e immagine nei servizi su Saraband di Ingmar Bergman  e Blueberry di Jan Kounen, bizzarro caso di fanta-western dove Vincent Cassel si cimenta con sciamani e eroi da fumetto. Poi la rivista passa alla scrittura per tv, con le interviste a Larry David (Curb your enthusiasm) e il servizio sul fortunato Taken, prodotto da Spielberg. Seguono le rubriche di servizio per gli aspiranti sceneggiatori.

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

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www.6nop6.com

Per fortuna  che c'è chi si ricorda di lui e non si limita al tributo sul settore "brevi", se non in quello delle curiosità: Asian Cult Cinema, che già si era occupato della prematura scomparsa di Lesile Cheung, racconta nel nuovo numero l'incontro losangeliano dei fans della pop star cinese, gettatasi dalla finestra del suo albergo quasi un anno fa. Ancora due tristi tributi per Blacky Ko (regista di The days of being dumb e Curry and pepper) e Anita Mui, un'altra grande che ha lasciato da poco il cinema di Hong Kong (Rouge, A better tomorrow 3).  Più allegro l'articolo "And the beat goes on", dedicato a Beat Takeshi – Takeshi Kitano, che svetta in copertina ancora nei panni  del platinato Zatoichi. Anche il retrocopertina si ispira a uno dei film-evento dell'anno appena passato ed è dedicato a Chiaki  Kuriyama, la scolaretta sanguinaria di Kill Bill. Anticipazioni e reportage sul secondo episodio di Battle Royale e Lady with gun.

www.asiancult.com

"Uno dei segreti meglio custoditi del cinema francese": così Film Comment definisce il regista Jean-Claude Brisseau, che nell'ultimo Secret things mescola melodramma, fantasy e realismo sociale. Ancora meglio e più segretamente custodita la fama di Timothy Carey, caratterista di culto che ha lavorato con Wilder, Kubrik e Coppola. La rivista incontra l'eccentrico attore, anche autore dell'indipendente The world's greatest sinner, per poi passare alla trentennale carriera del maverick hollywoodiano William A. Wellman (The public enemy, Nothing sacred). Meno di nicchia il tradizionale appuntamento con i migliori film dell'anno passato e lo studio di Graham Muller sul Signore degli anelli, anche in copertina: ora che la trilogia è giunta al termine, la rivista del Lincoln Center abbraccia in un'introspezione panoramica il lavoro di Peter Jackson.

www.filmlinc.com/fcm/fcm.htm

L'ultima copertina di Movie Maker ospita "la ragazza dal tocco magico" Scarlett Johanson, a cui dedica il servizio principale prima di passare all'elenco delle 10 regole magiche di Jim Jarmush. Sono i due nomi più facilmente riconoscibili in questo quadrimestrale eclettico e sempre completo, che nel numero invernale si occupa anche di Mark Andrushko (da produttore a guru della sceneggiatura), Jacques Thelemaque (autore di Infidelity in equal parts ed esperto di digitale) Patty Jenkins (regista di Monster) e Larry Meistrich (produttore di  Lama tagliente e Conta su di me). La sezione "cinematography" appare in veste speciale: per festeggiare il suo decimo compleanno la rivista raccoglie le migliori interviste tratte da "quello che ho imparato", rubrica in cui i direttori della fotografia si raccontano: da Rodger Deakins (La casa di sabbia e nebbia) a Rodrigo Prieto (21 grammi).

www.moviemaker.com

Positif riscopre l'Italia: Marco Bellocchio apre il numero di Febbraio con un'intervista su Buongiorno notte, Tornando a casa di Marra è segnalato tra i film del mese, mentre Sandro Petraglia e Satefano Rulli raccontano l'"arte collettiva" che sta alla base della Meglio gioventù. Gli sceneggiatori del film di Giordana sono solo un tassello del lungo dossier sulla scrittura, che comprende incontri con Hanif Kureishi, Jacques Fieschi e  Pierre Trividic, oltre a consigli bibliografici (Pinter e Steinbeck). Altra intervista sostanziosa per Alejandro Gonzales Inarritu, mentre tra i nomi sacri spiccano Bergman, ancora alle prese con Saraband, e Bresson, a cui è dedicato un articolo ambizioso che ne decostruisce lo spirito, alla ricerca di humour e ironia. Le "note festivaliere", sempre un po' pigre nei tempi, coprono S. Francisco, Locarno e Annecy, mentre la sezione del "cinema ritrovato" riscopre il wuxiapian di King Hu.

www.jmplace.com

Con un gioco di parole difficilmente realizzabile dai non francofoni, la copertina dell'ultimo Première è dedicata a Jean "Apocalypse (Re)no", che concede una lunga intervista in occasione dell'uscita dei Fiumi di porpora -2.  Gli altri attori al centro del numero di febbraio sono Jude Law e Sandrine Bonnaire. Sempre più legato (magari per un passaggio dalla necessità alla virtù) al personaggio dell'eroe solitario, malinconico e decadente, Kevin Costner è un altro protagonista di questa rivista mai indifferente allo star system, che qui racconta Open Range, ultimo lavoro dell'attore-regista americano sulla scia di Rio Bravo. Dagli Usa si torna alla dolce terra di Francia con i pronostici su Cesars e Palmares, mentre il nuovo film di Jean Pierre Jeunet, Un long dimanche de fiançailles, è una coproduzione franco-americana che riunisce sotto le macerie della prima guerra mondiale Jodie Foster e Audrey Tautou.

www.premiere.fr

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