Liberato il regista iraniano Mohammad Rasoulof

Orso d’oro per Il Male non esiste, il regista iraniano è stato rilasciato dopo un periodo di carcere di 7 mesi, insieme a Jafar Panahi (a cui dedichiamo la proiezione di Closed Curtain di stasera)

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All’inizio del mese Ali Khamenei, attuale Guida suprema dell’Iran, ha annunciato un’amnistia per diversi detenuti, tra i quali figurano personaggi come Jafar Panahi (a cui dedichiamo la proiezione di stasera) e Mohammad Rasoulof. Entrambi i cineasti presentano una storia giudiziaria simile, risalente al 2011 e caratterizzata dall’accusa di propaganda anti-regime portata avanti dalla procura iraniana. La medesima vicenda trova un verdetto nello stesso anno, verso entrambi gli imputati, con la condanna in sei anni di detenzione e il divieto di realizzare film addirittura per venti. Tuttavia, la stessa legge iraniana consentì ugualmente ai due registi di restare liberi su cauzione, dopo circa due mesi dalla condanna.

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Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof sono due figli dell’Iran che analizzano nel loro cinema la difficoltà e le limitazioni che comporta la vita quotidiana in Iran. Lavori di Panahi come Offside (2006) e Taxi Teheran (2015), rispettivamente Orso d’argento e Orso d’oro alla Berlinale, provano a raccontare le assurde limitazioni imposte alle donne nello loro quotidiana vita civile e anche le pesanti restrizioni che gli stessi artisti si trovano a affrontare nel loro lavoro quotidiano.

I problemi, per Rasoulof, continuano invece nel 2017, quando tornando dagli Stati Uniti per la presentazione del suo nuovo film A Man of Integrity, riceve nuove accuse di propaganda contro il regime. A questo proposito, egli stesso dichiarerà: ”Sono boicottato, voglio una risoluzione a questa mia odissea giudiziaria”. Successivamente, il regista lavora al progetto Il male non esiste (2020), film che ottiene l’Orso d’oro alla Berlinale. Quest’ultimo lavoro, attraverso un taglio cinematografico più universale, tocca il problema contemporaneo di un Iran alle prese con un difficile rapporto tra le scelte individuali, sempre ardue, e uno stato teocratico alle prese con le applicazioni di leggi unilaterali e liberticide.

Nonostante la vittoria a Berlino, solo Baran Rasoulof, figlia del regista e protagonista della pellicola, è fisicamente presente al ritiro del premio in quanto al padre non era concessa la possibilità di uscita dal Paese. Nello scorso luglio, il regista è arrestato nuovamente in seguito ad alcune dichiarazioni sull’uso dei proiettili nella repressione delle manifestazioni; tuttavia, il regime iraniano, forse anche per allontanare gli occhi della popolazione mondiale sulle recenti rivolte interne, concede a sorpresa l’amnistia sia a Rasoulof, sia a Panahi e tutto ciò lascia ben sperare circa la possibilità di giungere a una definitiva soluzione della lunga questione giudiziaria. Adesso gli amanti del cinema sperano che con la liberazione dei due registi siano anche rimosse le censure ai danni dei lavori cinematografici in maniera tale che anche la popolazione iraniana possa godere della visione di questi capolavori

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