Libero, di Michel Toesca

Il documentario segue la lotta di Cédric Herrou che da anni offre ospitalità, tempo e assistenza ai migranti che restano bloccati al confine tra l’Italia e la Francia, rischiando la propria libertà

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Val Roia. Un pezzo di terra di 59 km diviso tra l’Italia e la Francia, l’ultima frontiera dopo Ventimiglia, un posto perso in mezzo alle Alpi Marittime che è anche indefinibile, in quanto non appartiene del tutto a nessun paese. Una terra di transito, che si espande in quanto non ha un’identità chiara ma è anche un luogo fermo, dove si svolge Libero – Fuori concorso a Cannes 71 – la storia che il documentarista francese Michel Toesca sente l’urgenza di raccontare. È lì che abita l’eroe della favola, Cédric Herrou, un contadino che da anni offre ospitalità e assistenza a tutti i giovani e le famiglie che restano bloccati sul confine. Cédric ha deciso di portare avanti la sua lotta senza sosta né paura, convinto che la giustizia si trovi proprio fuori, nel vuoto tra realtà, pezzi di carta e libri di diritto, nella costruzione umana e organica della realtà, nella voce delle persone che sperimentano quotidianamente quello che la giustizia non riesce a raggiungere.

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In un immaginario visivo pieno di supereroi fantastici e sovrumani, forse ne serve uno preso dalla vita “reale”, il cui superpotere stia proprio il fatto di non sapere di esserlo. Un uomo che diventa corpo cinematografico perché è in se stesso storia, attualità, lotta, fallimento, paradigma e tabù. La stessa sorte della Val Roia, che si definisce soltanto nel confronto con il bisogno degli altri, che non ha senso di appartenenza ma che lotta per darlo agli altri. Agli sconosciuti, quelli che continuano a muoversi verso una vita migliore anche senza sapere cosa li aspetta alla fine del percorso.

La narrazione che costruisce Toesca, che segue sempre l’impulso e il flusso delle azioni di Cédric, sembra anch’essa un frammento senza spazio né tempo, una storia ciclica che va avanti e indietro come se percorresse le colline delle Alpi in cerca di un’uscita ma tornasse sempre al punto di partenza. Senza andare troppo avanti, ma lasciando comunque delle tracce – evidenti o nascoste – che prima o poi si faranno vedere. Mentre i migranti continuano ad avanzare e seguire le traiettorie di Cédric – nascosti dalla polizia che vuole catturarli prima di arrivare a Nizza, la loro “terra promessa” – l’eroe comincia a svelare la propria reale motivazione: “per la polizia, per quelli che ci seguono, si tratta proprio di farci perdere tempo per guadagnarlo loro. Non esiste giustizia, soltanto guadagnare tempo. E noi faremo lo stesso, finché raggiungeremo il nostro obiettivo“. 

Il tempo segue il suo corso e noi ci afferiamo all’illusione di poterlo guadagnare,

conservarlo, rallentarlo. Ma la macchina da presa è in grado di farlo; così, Toesca si fissa con i tempi infiniti, con l’attesa prolungata dei migranti che provano a capire dove sono e dove vanno, con i tempi morti in cui non ci sono risposte, uscite, niente da dire. Un tempo che si costruisce sulle ipotesi, sui piani, le possibilità d’azione, ma soprattutto le volontà. Un tempo che ritorna, dove Cédric va in galera e torna all’origine, per poi fare le stesse cose che sicuramente lo porteranno un’altra volta dietro le sbarre. Forse in questa ripetizione si trova l’essenza del racconto e la forza che spinge Cédric ad andare avanti. 

Lo stile di ripresa di Michel Toesca – sporco, indeciso, precario – è anche un riflesso del livello di racconto che vuole raggiungere. L’osservazione di una fatica, di un fallimento, di una ingiustizia. L’attesa di una caduta, del momento in cui le cose andranno storte, come giustificazione della lotta testarda di Cédric e anche come radiografia di una Francia che si allontana ogni volta di più dalla sua idea fondante, “egalitè fraternitè libertè“.

La frontiera tra l’Italia e la Francia può essere il confine anche tra realtà e finzione, tra quello che succede e come vorremo che succedesse. Il filo che unisce un racconto e un altro oppure la infaticabile volontà umana di muoversi e cercare qualcosa, anche se non sappiamo se quello che ci aspetta sarà davvero meglio.

Titolo originale: Libre
Regia: Michel Toesca
Origine: Francia, 2018
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 100′

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