LIBRI CI CINEMA – "Tomas Milian, il trucido e lo sbirro" di Gordiano Lupi

La vita e la carriera artistica di Tomas Quintin Rodriguez, in arte Tomas Milian, ricostruite attraverso le tappe di una vasta filmografia che spazia, senza rotture, dal cosiddetto “cinema d'autore” al cinema di genere.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Tomas Milian, il trucido e lo sbirro


Gordiano Lupi

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Profondo rosso editore


finto di stampare nell'ottobre 2004


255 pag. – 25,00 euro


 


 


 


Nato nel 1932 a Cuba. Suo padre è il generale Emiliano Rodriguez, al servizio del dittatore Machado; sua madre è la nipote di un cardinale dell'Avana. Il padre, dopo essere stato arrestato e dopo essersi ricoverato in un ospedale psichiatrico, si uccide proprio sotto gli occhi del piccolo Tomas. Terminato il liceo a Cuba, decide di trasferirsi negli Stati Uniti per realizzare il sogno di diventare attore. Nel 1958 frequenta l'Actor's studio, diretto da Lee Strasberg. Pochi anni dopo viene notato da Jean Cocteau  che decide di farlo esordire al Festival dei Due mondi di Spoleto. Da quel giorno la vita di Tomas si lega all'Italia. Reciterà nella Notte brava (1959) e il Bell'Antonio (1960) di Bolognini, I delfini (1960) di Maselli, poi lavorerà con Vancini, Visconti, Zurlini.


A metà degli anni 60 diventa l'interprete di un considerevole numero di western all'italiana (La resa dei conti, Faccia a faccia, Vamos a matar, compañeros!, …), anche se non rinuncia a lavorare in altre opere (I cannibali di Liliana Cavani, Banditi a Milano di Carlo Lizzani).


Nel corso degli anni 70-80, Milian dà vita a due personaggi che lasceranno il segno nella storia del cinema di genere. Stiamo parlando del trucido e sboccato Sergio Marazzi, detto Monnezza, una sorta di simpatico delinquente che collabora con la giustizia e del maresciallo Enrico Giraldi, variante poliziottesca del medesimo personaggio. Anche in questo periodo Milian non rinuncerà a girare film "d'altro tipo" (La luna di Bertolucci, Identificazione di una donna di Antonioni).


Tuttavia con il passare degli anni le pellicole perdono la malizia e la grossolanità che le contraddistinguevano, per venire incontro a un pubblico più vasto. In più Tomas, in piena fase di rinnovo artistico, dopo essere tornato dall'India in seguito a un lungo periodo di disintossicazione da alcol e droghe, comincia a non gradire più il suo alter ego, divenuto ormai la sua ossessione.


Nel 1984 esce l'ultimo capitolo della saga di Nico Giraldi: Delitto al Blue Gay,  prodotto dalla Medusa film. Gli incassi vanno male e contribuiscono a decretare la fine della serie. Negli anni a noi più vicini l'attore si trasferisce negli Stati Uniti. Oggi è un caratterista di lusso in molti importanti film americani (JFK, Amistad,Traffic).


 


Come tutti i libri che toccano il cinema di genere italiano, anche questo è pervaso da nostalgia. Un fiume carsico che attraversa tutta l'opera e che affiora nel racconto di modi di produzione, distribuzione ed esercizio oggi in disuso e che il cinema digitale potrebbe e dovrebbe riportare in vita.


Se proprio non riuscite ad aspettare l'autobiografia ufficiale ("Monnezza, amore mio") che Milian sta scrivendo e che dovrebbe uscire entro il 2006, questo libro mi sembra un piacevole passatempo.


 


 


In conclusione vorrei riportare uno stralcio del divertente ritratto dell'attore fatto da Dardano Sacchetti, uno dei più noti sceneggiatori di film di genere italiano: " A Natale Tomas si presentò sul set con un regalino per ogni componente della troupe. All'armiere donò due gemelli d'oro fatti con due bossoli, ma non amava stare con la troupe, mescolarsi con gli altri, mangiare con gli altri, partecipare ai soliti riti da set. Si scopò la sarta, che aveva trent'anni più di lui ed era una delle donne più brutte che abbia mai visto. Mi disse che per una brutta scopare uno come lui (era ancora il bel ragazzo cubano arrivato dall'Actor's Studio in cerca di fortuna) era come scopare con dio e a lui piaceva sentirsi dio. Gran professionista, sempre pronto, con le battute a memoria e studiate, nessuna concessione al divismo né a bravate. La sera a dormire presto, la mattina al trucco fresco come una rosa. Sempre a lavorare sul personaggio, sulla battuta, sulla singola parola. Aveva qualche problema, ovviamente, con l'italiano. Voleva capire. Doveva capire. Faceva buon viso a cattivo gioco. Era costretto a "recitare" in serie B, ma sognava l'America, sognava Hollywood, sognava l'Oscar. Questo era Tomas Milian nel 1973, a Pavia, sul set di Squadra volante".

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array