LIBRI DI CINEMA – “Animerama – Storia del cinema d’animazione giapponese”, di Maria Roberta Novielli

Un utile testo che esplora lungometraggi e corti di autori più o meno noti, e restituisce l’impressione di un fluire artistico mai “chiuso” e sempre permeabile alle influenze più variegate

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Animerama – Storia del cinema d’animazione giapponese

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di Maria Roberta Novielli

Biblioteca Marsilio, 1a edizione gennaio 2015

pp 288, 24,00 euro

 

La saggistica sull’animazione giapponese è ormai diventata assai corposa nel nostro paese, ma è spesso motivata dalle passioni dei singoli, magari a partire dal ricordo più o meno infantile, a scapito della giusta lucidità e profondità. L’uscita del nuovo libro di Maria Roberta Novielli segna pertanto un importante momento di svolta nella produzione nostrana, perché sancisce il passaggio della stessa a un livello accademico: il fatto che una delle più autorevoli firme italiane, con una piena specializzazione in cultura e cinema orientali, dedichi un intero volume alla produzione animata giapponese è quindi un avvenimento importante, che ogni studioso del genere non può non accogliere con favore.

Il valore dell’operazione è altresì amplificato dal fatto che il volume confina ai margini la debordante produzione seriale televisiva per concentrarsi in modo particolare sull’animazione cinematografica dei lungometraggi e – ambito quest’ultimo davvero poco esplorato in Italia – sulla ricca produzione sperimentale di cortometraggi, introducendo la saggistica del genere a nomi poco conosciuti dal pubblico nostrano. Allo stesso tempo, l’autrice cerca di portare avanti la disamina dei vari autori e generi senza perdere di vista la prospettiva storica, inquadrando i vari movimenti nei cambiamenti storico-sociali del Giappone, nella convinzione che “il cinema è interprete ideale della ricchezza e della complessità delle epoche che porta in scena”. L’intento è condotto attraverso un doppio registro: da un lato c’è una puntuale contestualizzazione interna alla cultura e ai tempi della Storia giapponese, capace di tenere conto dei cambiamenti del gusto nella società e anche delle mutevoli dinamiche del mercato cinematografico (dalla narrazione su rotoli di seta e carta, alla sala cinematografica, alle più recenti derive che interessano il web). Dall’altro si inquadra il tutto nei cambiamenti che pure occorrono nella produzione animata Occidentale, in modo da sganciare il discorso da eventuali autoreferenzialità, mettendo in correlazione le scelte stilistiche autoctone con l’evoluzione artistica mondiale, senza pregiudizi né volontà di paragone a tutti i costi, ma per trasmettere l’impressione di un fluire artistico mai “chiuso” e sempre permeabile alle influenze più variegate. Anche per questo, l’analisi a volte si allarga a riferimenti presi dal cinema dal vero, siano essi i chiari debiti stilistici da autori più noti, o le influenze reciproche con determinati filoni (solo per citarne uno: il kaiju-eiga e i film di Godzilla).

Il criterio scelto è perseguito in modo lineare, partendo dalle origini del cinema fino ai giorni nostri, attraverso una specifica divisione in macro-sezioni, a loro volta articolate in sottocapitoli. La prima (Le origini) riguarda il pre-cinema d’animazione, precedente dunque all’uso dei tradizionali rodovetri, lungo un viaggio che passa per le prime tecniche, le influenze dei nascenti manga, fino all’arrivo dei pionieri Oten Shimokawa, Jun’ichi Kochi e Seitaro Kitayama. E’ con il secondo capitolo (Immaginari animati) che si entra nel vivo dell’analisi, cercando di offrire il giusto spazio agli artisti più importanti, con veloci ma puntuali excursus sulle loro produzioni. Allo stesso tempo, si palesa già l’interesse per le figure più attente alla sperimentazione, dal veterano Noburo Ofuji a Yasuji Murata, Kenzo Masaoka e via citando.

La terza parte (Venti di guerra) è dedicata all’animazione di propaganda del periodo bellico, cui segue la ricostruzione (Un nuovo mondo), un nuovo e più approfondito excursus sul cinema sperimentale dagli anni Sessanta in poi (Gli anni dello sperimentalismo), le nuove iconografie (Simulacri) e il boom dei grandi autori (“Alone Not Loney”: La Generazione X alla conquista del mondo), ivi inclusi i sottogeneri e i temi più “forti” della tecno-sessualità, dell’erotismo e del porno hentai.

Il taglio è rigoroso, senza risultare ostico alla lettura, tanto che l’opera può rivolgersi sia al lettore già avvezzo alle tematiche trattate, che al neofita. Naturalmente, la necessità di sintesi, unita alla voglia di completezza riguardo a epoche e filoni, può lasciare fuori qualcosa, ma in generale la trattazione può dirsi non solo completa, ma anche utile per favorire la riscoperta di parecchio materiale. La documentazione è assicurata da numerosi rimandi alle fonti o alla saggistica in larga misura estera – aspetto quest’ultimo che potrebbe apparire eccessivamente diminutivo rispetto ad alcuni pur ottimi studi condotti anche nel nostro paese: sebbene sia necessario setacciare parecchio all’interno della produzione italiana – come già rimarcato in apertura – resta pur vero che non mancano comunque esempi virtuosi, ignorati anche dalla bibliografia finale, eccessivamente ridotta.

Questa prima criticità si accompagna ad alcune imprecisioni rilevate nel testo circa i contenuti o i temi trattati da alcune opere: episodi isolati, certo, forse dovuti alla necessità di mantenere la visione ad ampio raggio prediletta dall’analisi, ma che risaltano in modo fastidioso, considerata l’importanza dell’operazione.

Utili, infine, il glossario conclusivo per orientarsi fra i titoli più “tecnici” usati nel testo, e l’indice analitico, cui fare riferimento per rintracciare le singole opere durante le ricerche o le consultazioni più veloci del testo.

 

INDICE

Prefazione di Giannalberto Bendazzi

Premessa

Avvertenze

 

Le origini

– Nel segno dei manga

– Gli esordi dei disegni animati

– Benshi: le voci del cinema

 

Immaginari animati

– Le prime regolamentazioni

– L’arte di sperimentare

– Animatori alla ribalta

– L’America è un modello, anzi no

– La diversificazione in generi

 

Venti di guerra

– Il Prokino e la Doeisha di Kyoto

– Le specificità della JO

– Eroi

– Nel segno dell’horror

– Il cinema di propaganda – Kokusaku eiga

– Masaoka Kenzo: una visione personale

– All’apice della gloria

 

Un nuovo mondo

– Ricostruzione

– Il dopoguerra si “anima”

– Dagli scioperi al red purge: due interpretazioni della democrazia

– Una via personale: i successi internazionali di Ofuji Noburo

– Puppet animation

– La svolta

– Alieni dal mondo di Tezuka Osamu

– Nasce la Toei

 

Gli anni dello sperimentalismo

– “Il gruppo dei tre animatori”

– Il Sogetsu Kaikan: fermento di indipendenza

– Le Olimpiadi di Tokyo

– Eroi dal passato

– Gli indipendenti della puppet animation

– I lungometraggi della Toei

– Esotico, erotico

 

Simulacri

– Arrivano i mostri!

– Horror dalla mitologia e dall’Occidente

– Epica, mistero, magia, erotismo: le eroine oltre il romanticismo

– Gli indipendenti, un’alternativa al mainstream

– Yamamura Koji, il mago della forma

– Le ultime sperimentazioni di Tezuka Osamu

– I maestri dal mondo della puppet animation

 

“Alone, not loney”: la generazione x alla conquista del mondo

– Il mondo incantato di Miyazawa Kenji

– La nascita dello Studio Ghibli

– Visioni post-apocalittiche

– Fake dolls, fake girls: tecno-sessualità e post-gender

– L’importante è combattere!

– La mente, la memoria

– Realtà oggettiva e soggettiva: il cinema di Kon Satoshi

– Le shojo del 2000 conquistano il mondo

– Miyazaki si congeda: l’inizio della fine dello Studio Ghibli?

– Dalle nuove prospettive del web all’affermazione autoriale: Shinkai Makoto

– Animazione e (è) arte

 

Glossario

Bibliografia essenziale

Indice analitico

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