LIBRI DI CINEMA – Censurato! Come ho messo il bavaglio ai comici più pericolosi d'America

Censurato!Che il titolo non inganni: Clotworthy, nei suoi quarantadue anni da censore – o editor, come preferiva farsi chiamare – ,  alla NBC per il Saturday Night Live, il bavaglio non l'ha veramente messo a nessuno. Almeno non alla satira vera, quella sarcastica e pungente alla David Letterman, per intenderci, che in America, paradossalmente patria del maccartismo, ha piena libertà di espressione contrariamente a quanto accade in italia. Un libro interessante, forse proprio per capire il livello attuale della nostra televisione e della libertà d'espressione. Da Sagoma Editore.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------
Censurato!Censurato! Come ho messo il bavaglio ai comici più pericolosi d’America
Di William G. Clotworthy
Sagoma Editore
2010
pp. 289 –   18
 
 
William G. Clotworthy è stato per anni quello che molti nemmeno sospettavano che esistesse. Ero quello che decideva quanto pelo pubico dipinto su una statua potesse comparire alla televisione nazionale, dice l’ex-Dottor No, censore di rete della NBC per il Saturday Night Live. Anche se, a dire il vero, lui e i suoi colleghi non amano molto la parola censore, che evoca tristi scenari inquisitori e segreti inavvicinabili. I censori, almeno tra di loro, usano chiamarsi editor. Il loro compito è quello di trovare, più che un compromesso, come solitamente si crede, una sintesi: concedendo o tagliando, cercando di non scontentare nessuno e proprio per questo – lo fa notare saggiamente Alberto Patrucco nella sua introduzione – finiscono il più delle volte con il deludere tutti.
“Censurato!” è proprio il tentativo dell’uomo grigio, di quello che era il solo a portare giacca e cravatta alle riunioni, di avere una piccola rivalsa sul mondo che l’ha affettuosamente detestato per decenni. Ma è anche un accorato atto d’amore, di nostalgia forse, e certamente d’ammirazione per quello stesso mondo, il mondo della televisione con attori, registi, scrittori e altri pazzi egocentrici, e a volte geniali, di vario genere e grado, che per quaranta e più anni Clotworthy ha frequentato e bonariamente sopportato, proteggendoli dalle loro stesse intemperanze e manie. Evitando spesso, in silenzio, fuori dai ringraziamenti ufficiali, possibili fastidi se non, in alcuni casi, veri e propri drammi. Ed è un atto d’amore, di tormentata ammirazione verso gli artisti. Quelli di prima grandezza, s’intende, come Bill Murray, Billy Crystal, Al Franken, Steve Martin o Dan Aykroyd.
Ma il libro non è, sia ben chiaro, la  sviolinata postuma del censore in pensione. Clotworthy non risparmia stoccate decise e incontrovertibili, per esempio contro Sinéad O’Connor, definita senza mezzi termini – e con una punta di esagerazione –, una mentecatta senza controllo né professionalità dopo lo strappo, assolutamente fuori programma, della foto del Papa al SNL, nel 1992. Anche David Bowie non gode di grossa stima da parte di Clotworthy, da quando nel 1979 rischiò di concludere la sua esibizione con un improvviso quanto provocatoriamente malcelato tentativo di esibizionismo priapesco, che costrinse Clotworthy, primo in studio ad essersene accorto, a correre con sgomento in cabina di montaggio, cercando – e riuscendo – di nascondere il tutto attraverso un primo piano dell’artista.
La prosa è facile, scorrevole e accattivante, anche se non manca una certa tendenza all’abuso di frasi eccessivamente amichevoli, unite ad una propensione a volte fastidiosa per i punti esclamativi.
Il libro è certamente di più facile comprensione per chi ha una certa dimestichezza con il SNL, o in generale con la cultura e le faccende americane.
Però è utile, in Italia, in questo momento, guardare come funzionano le cose in un Paese dove David Letterman, in piena campagna elettorale, dà dell’idiota a George Bush e nessuno fa una piega. Anzi: Bush è eletto e/ma Letterman non viene rimosso. Potere della satira; fa il suo lavoro, e, in un certo senso, facendolo e facendolo per bene, accontenta tutti. Siamo lontani anni luce dal concetto di “uso criminale della televisione” affibbiato a Enzo Biagi. Lo fa notare, ancora una volta, Patrucco nell’introduzione: Clotworth ha censurato molti comici americani, ma non ha impedito loro di diventare grandi, non ha mai imbavagliato la satira vera. Non li ha costretti a riparare in tristi e penose macchiette da avanspettacolo. Forse perché, al contrario di quanto accade nel nostro Paese, in America la censura ha avuto la forza e la capacità di staccarsi dalla politica. Clotworthy e quelli come lui lavorano nel rispetto dei comici, degli autori e del pubblico, mentre in Italia la censura – tranne quando si tratta di inquadrature ginecologiche su perizomi, tanga, seni e tutti gli altri dettagli anatomici che possono essere compresi nelle parole osceno e volgare; parole e immagini tollerate e addirittura indispensabili – non si vede ma c’è e piomba dall’alto, viscida e prepotente. E di vera e propria censura maccartista si tratta, contrariamente a quella che vige in America dopo Joe McCarthy.
“Censurato!” andrebbe letto proprio per capire meglio, leggendo come funziona la censura in America, qualcosa sulla televisione italiana.
Infine; “Censurato!” è ben fatto, ben impaginato e sostanzialmente privo di refusi. E questo, oltre alla scelta rischiosa di pubblicare un libro di non facilissima attrazione per il lettore medio italiano, ci fa sperare che la casa editrice Sagoma continui il suo lavoro e le sue pubblicazioni con lo stesso coraggio e la stessa bravura.
 
 
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array