LIBRI DI CINEMA – "Dizionario del Cinema Horror", di Angelo Moscariello
Case infestate ed echi della tradizione narrativa gotica, non-morti e anime possedute, killer psicotici e fantasmi metafisici, il macabro e lo splatter, l’espressionismo tedesco e la moderna rielaborazione di codici e generi, i carrelli vertiginosi de
Angelo Moscariello
Edizioni Electa-Accademia dell’Immagine
Finito di stampare nell’anno 2008
Pag. 352 –20,00 euro
Uno smagliante e curatissimo apparato iconografico (600 illustrazioni a colori) è il pezzo forte di questo Dizionario del Cinema Horror, che si aggiunge a una collana che ha già pubblicato quelli dedicati a Fantasy e Fantascienza, dello stesso autore, nonchè Western, Animazione, Musical, Noir, Erotico, Mélo – e ha in programma di affrontare a breve Commedia e Guerra). La struttura del testo è pensata per renderlo fruibile e gradevole sia per il lettore più smaliziato che per il profano, con didascalie ricche di curiosità dietro le quinte, particolari tecnici su make-up e tecniche di ripresa, ma anche approfondimenti ipertestuali – “tra cinema e storia” – sui fatti di cronaca e eventi in qualche modo fonte di ispirazione per il cinema horror e l’immaginario collettivo in generale – su cui, in un incontro reciproco, proprio il cinema horror incide significativamente. Il viaggio ripercorre le tappe di un cinema che ha fatto del “doppio” e del “perturbante” di Rank e Freud e della tradizione della narrativa gotica un controcanto alle paure e alle aspirazioni umane di tutte le epoche – dall’espressionismo tedesco agli sperimentatori audaci come Epstein (i carrelli de
staglia su tutti il nome di Rob Zombie per la capacità e il rispetto con cui rielabora codici e generi.
In “Le parole chiave” si fa una carrellata che riunisce titoli di tutte le epoche sotto topoi orrorifici consolidati: gli ambienti (la casa o l’hotel infestati, in cui si produce il passaggio dal “familiare” allo “strano” (ed estraneo), come in Psycho, Shining, e in chiave moderna, Hostel o 1408; le creature (i non morti, dall’iconografia tradizionale del vampiro passando per le grandi produzioni Hammer a quella barocca di Francis Ford Coppola, dalla poetica romeriana, dalle vampire sensuali di Jesus Franco fino alle moderne versioni “accelerate”, e gli animali mannari, dalla maschera indimenticabile di Lon Chaney Jr., L'Uomo Lupo, fino a variazioni recentissime in chiave demenziale, come le pecore assassine di Black Sheep); gli abissi della psiche (i killer come Norman Bates e Mike Myers di Halloween ma anche Henry pioggia di sangue); il tema della possessione demoniaca in senso ampio (da Dorian Gray a Caligari, ma anche film che hanno guardato alla superstizione nella storia dell’uomo come I Diavoli di Ken Russell, e l’intreccio tra cinema e fatti di sangue nelle vicende di Roman Polanski); le categorie dell’occulto e del macabro, declinate non necessariamente in senso propriamente diabolico (dal cinema di Dreyer al tema dell’incarnazione in oggetto –
sintetiche schede in una sezione apposita: non solo registi, tra cui Argento, Craven, Cronenberg, ma anche attori (icone quali Barbara Steele, mostri sacri come Terence Fisher e Boris Karloff, nomi identificati a lungo coi loro ruoli: Linda Blair, Jamie Lee Curtis), truccatori (Giannetto de Rossi, collaboratore di Fulci) e nomi del presente, tra cui Rob Zombie viene giustamente a risaltare, unico tra tanti, per la sua capacità di controllo e di recupero del tutto personale del “nuovo” cinema anni ’70: è anche l’unico nome contemporaneo, con il suo The Devil’s Reject, incluso nella sezione “Dieci capolavori per dieci registi”, con la bella impostazione grafica di due pagine dedicate a 24 fotogrammi di ogni film, accanto a Shining, Suspiria, La notte dei morti viventi.
Segue il cuore del testo: “I film”, una scelta di pellicole di culto dagli anni ’20 a oggi, in maggioranza molto conosciute (Dr. Jekyll and Mr. Hyde, Freaks, Il bacio della pantera, Il pozzo e il pendolo, Repulsion, L’esorcista, Carrie, Le colline hanno gli occhi, Cannibal Holocaust, Un lupo mannaro americano a Londra, Re-animator, Society) con qualche chicca forse meno nota a chi non frequenta il genere (Incubi Notturni del 1945 o La notte dei resuscitati ciechi di De Ossorio), con schede corredate di curiosità che non disdegnano di riportare talvolta fatti singolari e commenti di anonimi internauti. Tra i titoli dell’ultimo ventennio compaiono le trovate di Scream, The Eye, Silent Hill e una schiera di recentissimi, tra cui Wolf Creek, The Descent, Alta tensione, Ils, e l’”horror della porta accanto”, secondo una definizione di Paco Plaza, come REC: peccato per l'assenza di Calvaire.
Concludono il testo una panoramica cronologica, gli elenchi dei premi Oscar, dei siti internet legati al genere, dai portali tematici ai festival, due brevi incursioni dedicate agli horror comici e a “gli horror più scorretti del mondo” (che si limita però a parlare solo della Troma; è vero anche che è deputato ad altri testi, come il bel volume di Curti e
INDICE
Introduzione p. 6
Le parole chiave p. 9
I protagonisti p. 81
Dieci capolavori per dieci registi p. 117
I film p. 119
Apparati:
Cronologia p. 338
Gli Oscar. 341
I festival p. 342
I siti internet p. 343
Gli horror più scorretti del mondo p. 344
Horror da ridere p. 345
Bibliografia p. 347
Indice generale p. 348