LIBRI DI CINEMA – Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole di Italo Moscati
Italo Moscati traccia un percorso intimo e personale per ricostruire e liberare da preconcetti la figura di Eduardo De Filippo. Tra interviste, aneddoti e testimonianze di chi ha lavorato, vissuto o semplicemente conosciuto il maestro, viene ripercorsa la storia di uno dei simboli della cultura italiana del '900. Edito da Ediesse.
Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole
di Italo Moscati
Ediesse, 2014
pp. 240
€ 14,00
Drammaturgo, attore, regista, poeta e sceneggiatore. Eduardo de Filippo è una figura titanica che a più di 30 anni dalla sua sparizione, continua a plasmare la cultura italiana. Elemento più unico che raro della produzione artistica italiana novecentesca, De Filippo è stato in grado di divenire testimone di un paese in perenne trasformazione tramite una produzione sconfinata, sia nei numeri che nell'ambito di appartenenza. Poco importa che si tratti di teatro, televisione o cinema: Eduardo è riuscito a lasciare la sua impronta al di là di ogni mezzo espressivo contingente.
E Italo Moscati, sapendo di doversi confrontare con una figura poliforme ed inafferrabile nella sua complessità, nel suo libro Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole decide di non perdersi nei meandri di una biografia con l'intento di ricostruire storicamente la vita del maestro e organizzare così sistematicamente la sua produzione (anche se a questo proposito capitoli come Cinquant'anni di copioni e Il cinema di Eduardo risultano fondamentali), ma piuttosto di inquadrare finalmente Eduardo de Filippo attraverso la storia della sua ricezione. E non si parla banalmente di andare a ricercare i fiaschi e gli apprezzamenti di una carriera, il libro penetra in una sfera ben più intima: riportare le testimonianze dirette di chi, in un modo o nell'altro, anche solo marginalmente, è entrato a contatto con De Filippo ed ha vissuto personalmente l'impatto con uno dei perni della cultura del nostro paese. Sia un rapporto lavorativo, uno stralcio di intervista, o solo il primo illuminante contatto con l'opera eduardiana (come racconta Italo Moscati nei suoi ricordi di infanzia nel CAP. Un paese dai capelli lisci) tutto è ugualmente determinante nella costruzione del libro e nella riappropriazione che oggi va compiuta nei confronti di questo grande artista.
L'aneddotica è il primo passo di questo processo, e non è assolutamente uno strumento secondario o meno nobile, come precisa sempre lo stesso Moscati nel CAP. Eduardo e gli eduardiani UNA TAVOLA ROTONDA, ma anzi è propedeutica per capire e superare quella tendenza tipicamente italiana di polarizzazione di giudizi contrastanti intorno ad una figura che si “ama” troppo, quasi a voler evitare il confronto. Per comprendere veramente il lascito di De Filippo allora l'unica strada possibile è quella di non semplicemente trovare una via di mezzo fra chi lo ha troppo amato e chi lo ha troppo odiato, ma di vedere se è possibile non farsi condizionare dagli uni e dagli altri; se si riesce a superare un limbo in cui i giudizi sembrano ricomporsi, farsi melassa indistinta e si possano finalmente sviluppare analisi più problematiche fra documenti e serie riletture.
Poste le basi dell'unico approccio possibile, intimo ma profondamente rispettoso, la seconda metà del libro pone l'accento su quelle che possono essere definite le attività “collaterali” di Eduardo de Filippo, le sue avventure fuori dagli spazi teatrali, le incursioni cinematografiche e televisive. E nel rapporto con il cinema in particolare si manifesta nuovamente tutta la grandezza di un personaggio che ha fatto crescere l'Italia e le sue possibilità espressive (CAP. La grande magia in celluloide) rimanendo al contempo egli stesso un oggetto indecifrabile e spesso inavvicinabile che mai esaurirà le sue possibilità di interpretazione: tanto nella sua opera quanto nella sua persona.
Disse: «Eh, il cinema, il cinema…». Poi lanciò un’occhiata in giro per il camerino, come se avesse dovuto girare una panoramica o prendere le misure per stabilire la differenza fra quel luogo teatrale e il set. Aggiunse: «Bah… È tutt’altra cosa».
INDICE
Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole 9
Italo Moscati
Un paese dai capelli lisci 15
Italo Moscati
Il Vesuvio non si è spento 29
Italo Moscati
Quattro voci di dentro
Andrea Cauti
Regina Bianchi 35
Liliana Cavani 39
Vincenzo Salemme 43
Valeria Moriconi 46
Miseria e nobiltà creativa 51
Italo Moscati
Eduardo e gli eduardiani
UNA TAVOLA ROTONDA
Italo Moscati 59
Vera Dani 62
Valerio Ciafrei 63
Franca Angelini 63
Fiorenza Di Franco 68
Maurizio Giammusso 77
Italo Moscati 82
Epigrafe per una maschera senza tempo 91
Antonio Audino
Un album di molte famiglie 97
Italo Moscati
Il cinema impuro di un grande indifferente 105
Tullio Kezich
La grande magia in celluloide 109
Italo Moscati
Scene madri del secolo breve 119
Maria Letizia Compatangelo
Uomini nel Purgatorio 127
Valerio Caprara
Retroscena di carta 133
a cura di Italo Moscati
Cinquant’anni di copioni 155
Enzo Lavagnini, Antonino Musicò
Ballo Excelsior 193
Italo Moscati
Il cinema di Eduardo 205
a cura di Italo Moscati
«Pronto? Qui è la televisione».
«Un momento, che la metto in comunicazione con il frigidaire!» 211
Maria Letizia Compatangelo
Sul piccolo schermo 223
a cura di Maria Letizia Compatangelo
Oltre i confini, oltre il tempo 231
a cura di Enzo Lavagnini e Antonino Musicò
Scelta bibliografica 237