LIBRI DI CINEMA – “Filosofia delle serie Tv – Dalla scena del crimine al trono di spade”, a cura di Luca Bandirali e Enrico Terrone

Cosa è la serie tv se non un racconto per immagini? Una moderna forma d’arte che asseconda la temporalità della vita quotidiana, raccontando situazioni e mondi diversi, sotto forma di immagini in movimento? Da qui nasce l’indagine di Bandirali e Terrone che partendo dall’analisi della temporalità e della fruizione del romanzo, giunge al cinema e al teatro, fino ad una definizione della serie tv come la sintesi di queste grandi forme narrative. Mimesis Edizioni

 

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Filosofia delle serie TV. Dalla scena del crimine al Trono di Spade,

a cura di Bandirali Luca, Terrone Enrico
Mimesis Edizioni, 2013
pp 216, € 16,00

La filosofia delle serie tv è composta da due macro sezioni, interscambiabili tra loro ma allo stesso tempo indispensabili l'una alla comprensione dell'altra. Dall'analisi complessiva delle caratteristiche della scrittura seriale, Bandirali e Terrone giungono gradualmente all'analisi dettagliata dei generi e delle singole serie tv che possono essere inscritte al loro interno, in base non solo ai temi trattati, ma ai rapporti tra i personaggi. 
 

La prima sezione, Quel che possiamo dire sulle serie tv, parte da un’indagine tecnico-filosofica della serie tv, in cui viene proposta una panoramica sui generi narrativi come cinema, televisione e romanzo, da cui la serie tv trae gli elementi fondamentali per poi evolversi come genere a sé stante. Il primo elemento caratterizzante è la struttura della scrittura drammaturgica che per quanto riguarda la serie tv si sviluppa in termini di orizzontalità, con lo sviluppo della storia di puntata in puntata e a volte di stagione in stagione, e verticalità, con uno sviluppo della storia nel corso di una singola puntata. Così se la scrittura seriale dei telefilm è tendenzialmente verticale, e l’unico elemento che collega le diverse puntate rimane il personaggio, la soap-opera ha al contrario una scrittura orizzontale, che si propaga tra una puntata e l’altra con il meccanismo del cliffhanger che sospende la vicenda in un punto cruciale per il personaggio, e la lega indissolubilmente alla puntata seguente.

La nuova serialità, inaugurata in un certo senso da X-Files, ha il suo punto di forza proprio nella combinazione tra orizzontalità e verticalità, mettendo in discussione il discorso narrativo, e sperimentando in continuazione nuove combinazioni spazio-temporali. Il caso più eclatante è la serie televisiva 24, che fa coincidere l’estensione temporale del tempo reale, sviluppandosi in otto stagioni che corrispondono ad otto giorni, in cui ogni puntata corrisponde ad un’ora del medesimo giorno, sviluppando così una potenza espressiva ineguagliabile.

La seconda sezione, Quel che ci dicono le serie tv, parte dall’idea secondo cui la serie tv sia “una delle forme d’arte che più profondamente incide sulla nostra natura di esseri umani” e, disponendo di una quantità di tempo e di materiale sufficiente per esplorare tutte le realtà sociali possibili, si lega indissolubilmente alla nostra vita. Se è vero che la vita sociale si basa su una distribuzione di ruoli e di forze sinergiche la prima delle categorie sociali non può che essere quella fondata sulla Forza di legge, che comprende le serie tv di genere poliziesco incentrate sulle forze dell’ordine e sulla loro incidenza sulla comunità, come CSI, The Shield, Prison Break, Dexter, I Soprano, 24. La seconda maggiore forma di aggregazione sociale è il lavoro, e da qui si sviluppa la serialità basata su La vita a lavoro, che comprende Dr. House, Grey’s Anathomy, Boston Legal e molte altre. Da qui si sconfina nella distribuzione dei ruoli all’interno della vita privata con Coppia, Famiglia, Dinastia, sotto cui sono raggruppate Desperate Housewives, Californication, e il dramma storico I Tudor. E la famiglia è strettamente connessa al rapporto e talvolta al contrasto con le nuove generazioni da cui si sviluppa il corposo genere dei teen drama, denominato dagli autori Riti di iniziazione, in cui trovano spazio The O. C. Gossip Girl, One Tree Hill, Glee e Misfits.

Tenendo sempre presente che la distinzione tra le diverse aggregazioni sociali non coincide necessariamente con i generi narrativi e che legal e medical drama possono fondersi con la commedia sentimentale, come accade in Grey’s Anathomy, o il teen drama può sconfinare nel musical come Glee o nel fantascientifico come Misfits, si trascende dal mondo strettamente umano e realistico con le ultime due categorie: Viaggi nel tempo e Limiti e frontiere. Nella prima classificazione troviamo Heroes, Life on Mars, Flash Forward, che si spostano in universi e dimensioni paralleli. Mentre nell’ultima categoria, gli immancabili Lost, True Blood, The Walking Dead, e Il Trono di Spade, che comprendono generi drammatici trasversali e intersecando horror, fantasy, e melodramma dando vita ad una forma artistica in continua evoluzione, oltre le frontiere dell'immaginazione e i limiti della forma.

 

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