LIBRI DI CINEMA – “François Truffaut e la pellicola interattiva”

françois truffaut
Il saggio di Sandro Fogli, aiuto regista per diverse fiction italiane, autore nel 2010 di Hitchcock e la vertigine interpretativa, affronta l’opera del regista francese muovendo dai Cahiers du Cinéma, e ripercorrendo cronologicamente cinematografia e vita, fra risonanze letterarie e corrispondenze filmiche, per poi dedicare ampio spazio a uno studio approfondito dei principali contributi della critica italiana su François Truffaut. Romano Editore.
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François Truffaut e la pellicola interattiva

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François Truffaut e la pellicola interattiva
Sandro Fogli
Romano Editore
2013
pp. 206 – € 18
 
 “Mi hanno rimproverato, a diverse riprese, di preferire il cinema all’esistenza reale: confesso che, anche da adulto, mi sarebbe difficile cambiare, vedere le cose in un altro modo. Credo che il cinema sia un miglioramento della vita, perché è straordinario”.
 
Intervista a François Truffaut riportata ne Il ragazzo salvato (2009) di Mario Serenellini
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono innumerevoli le dichiarazioni d’amore verso il cinema che François Truffaut ha disseminato negli anni in articoli, libri e interviste. Storicamente parte di una stagione irripetibile del cinema francese, autore di una filmografia che ha assunto carattere fondante di una nuova poetica e di un nuovo modo di fare cinema, Truffaut si è avvicinato al mestiere di cineasta passando per l’elaborazione di un pensiero critico, una filosofia personale in cui la fascinazione per i miti di Hollywood, subita in sala da bambino, e la lezione di Hitchcock, Renoir e Rossellini, si fondano con ingombranti elementi autobiografici, più o meno confessati. Il saggio di Sandro Fogli, aiuto regista per diverse fiction italiane, autore nel 2010 di Hitchcock e la vertigine interpretativa, affronta l’opera del regista francese muovendo, prevedibilmente, dai Cahiers du Cinéma, e ripercorrendo cronologicamente cinematografia e vita, fra risonanze letterarie e corrispondenze filmiche, per poi dedicare ampio spazio a uno studio approfondito dei principali contributi della critica italiana su François Truffaut.
Sia l’analisi dei singoli film che il dettagliato profilo biografico, infatti, più che contenere riflessioni originali, sono condotte alla luce di continui riferimenti a due testi essenziali, il Castoro di Alberto Barbera e Umberto Mosca (1995) e Tutto il cinema di Truffaut (1996) di Paola Malanga, e una particolare attenzione è dedicata alla raccolta di articoli e saggi di Vittorio Giacci, François Truffaut: le corrispondenze segrete e le affinità dichiarate (1995). Nel confronto tra i diversi testi, Fogli cerca di evidenziare il debito che il saggio della Malanga avrebbe nei riguardi del volume di Mosca e Barbera, e quello di quest’ultimi verso il lavoro di Giacci (soprattutto in merito alle recensioni di Effetto notte e Adèle H.), concludendo come sia soprattutto Le corrispondenze segrete a offrire il più rigoroso e insieme complice e appassionato studio dell’opera di Truffaut, in particolare per la riflessione, notevolissima, dedicata alla centralità della musica nel cinema del regista francese.
Nell’ultima parte, l’autore torna sul dato biografico, lasciando ampio spazio alla testimonianza diretta di Truffaut, prendendo spunto da Il ragazzo salvato (2009) di Mario Serenellini, che contiene l’intervista con Aline Desjardins del 1971, in cui Truffaut, per la prima volta, parla non solo del suo cinema ma anche del proprio vissuto personale, quello di cui avrebbe fatto “la sua principale sceneggiatura” da mettere in scena come auteur, in un sincretismo di regia, scrittura e recitazione che ha avuto anche il significato di una continua ri-creazione di sé.
 
 
 
Indice:
 
Panoramica
Dal personale all’universale
Vittorio Giacci: le corrispondenze segrete e le affinità dichiarate
Un contributo del terzo millennio
La pellicola interattiva
Filmografia
Bibliografia
 
 
 
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