LIBRI DI CINEMA – “Giappone Underground: Il cinema sperimentale degli anni '60 e '70”

Giappone UndergroundVent'anni di produzione “nascosta” giapponese, raccontati attraverso le opere di autori come Shuji Terayama, Yukio Mishima e gli epigoni di Koji Wakamatsu: fra animazione, esplorazione della sessualità, riflessioni sui limiti della rappresentazione e tentazioni verso lo splatter e l'ultraviolenza ne esce fuori un ritratto interessante, in bilico fra analisi critica e racconto di vite straordinarie. Edito da Il Foglio.

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Giappone UndergroundGiappone Underground: Il cinema sperimentale degli anni '60 e '70

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di Beniamino Biondi

Edizioni Il Foglio, 1a edizione Ottobre 2011

pp 134, 14 euro

 

Sebbene la produzione cinematografica giapponese sia da lungo tempo territorio privilegiato d'esplorazione critica, è sempre interessante potersi accostare a lavori in grado di fornire nuove coordinate, portando alla luce nomi e movimenti nascosti o ancora poco considerati. Accogliamo quindi con interesse un volume come “Giappone Underground”, che tenta di tracciare in modo agile ma esaustivo le coordinate della produzione più “nascosta” e sperimentale realizzata lungo un arco di tempo di due decenni. Condensata in poco più di 130 pagine, la guida è redatta secondo criteri molto intuitivi e che rendono perciò la fruizione agevole. In realtà non si tratta di una ricerca che nasce dal nulla: da tempo l'autore Beniamino Biondi si interessa al tema, avendo scritto testi su autori come Hisayasu Sato o sul Nuovo Cinema Giapponese e ha annunciato anche un volume su Koji Wakamatsu. Pertanto questo lavoro può considerarsi una sorta di compendio all'opera generale dello scrittore, e di ricapitolazione rispetto a un sottobosco frastagliato ma tutto sommato compatto di autori che hanno sperimentato i linguaggi, unendo animazione, esplorazione della sessualità, riflessioni sui limiti della rappresentazione e tentazioni verso lo splatter e l'ultraviolenza.

 

Il primo capitolo traccia velocemente le coordinate dell'opera, contestualizzando il movimento dei nuovi autori, per poi passare in rassegna una serie di nomi come Takahiko Iimura, Yoji Kura, Nobuhiko Obayashi, Katsu Kanai, Kazuo Hara e il critico cinematografico Donald Richie, che si scopre avere un passato militante nel cinema underground. Da qui si passa a una serie di capitoli monografici incentrati su singole personalità: si parte con un breve excursus sugli epigoni di Koji Wakamatsu – forse uno dei nomi più noti alle nostre latitudini – per poi esplorare Toshio Matsumoto, Shuji Terayama e Yukio Mishima, figura quest'ultima fra le più controverse e interessanti. Ogni autore viene approfondito non solo in quanto artista, ma anche in quanto persona, attraverso le vicende personali che ne hanno costellato la carriera e che hanno dunque ispirato i vari lavori, rendendo così il lavoro in bilico fra analisi critica e racconto di vite straordinarie. Risulta perciò interessante indagare l'etica del samurai rivisitata dal radicalismo di Mishima fino alle estreme conseguenze personali (il regista infatti si uccise in diretta davanti alle telecamere dopo aver occupato una caserma). Nelle parole di Biondi, “Mishima fu la congiunzione degli opposti, il simbolo della lotta perenne fra tradizione e modernità che che ha consumato e consuma la cultura del Giappone”.

 

Sebbene agile nella struttura, il volume pecca a volte nell'esposizione, con periodi molto lunghi e una scrittura spesso ampollosa che rende l'insieme un po' disordinato: anche la struttura che passa senza soluzione di continuità da excursus a volo d'uccello sulle produzioni degli autori a vere e proprie schede dei film con trama e commento rende l'idea di un lavoro un po' ondivago e che avrebbe avuto bisogno di un editing in grado di razionalizzarlo. In ogni caso, per chi vuole approfondire il tema, gli spunti certamente non mancano.

 

 

Indice

 

Le origini dell'Underground

Il segreto dentro le pareti. Sulle orme di Koji Wakamatsu

Il cinema patriottico di Yukio Mishima

Il funerale delle rose. Per un profilo di Toshio Matsumoto

Shuji Terayama. L'Imperatore formato Ketchup

Bibliografia

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