LIBRI DI CINEMA – "Giganti e giocattoli. Il Cinema di Yasuzo Masumura" di Beniamino Biondi

http://giotto.ibs.it/cop/cop.aspx?s=B&f=170&x=0&e=9788854861084Prima monografia italiana su Yasuzo Masumura edita da Aracne Editrice, Giganti e Giocattoli rappresenta un punto di partenza obbligato per chiunque voglia studiare l'opera di questo regista giapponese che ebbe molta fortuna critica negli anni '60 ma poi venne completamente dimenticato. Beniamino Biondi con un encomiable lavoro di ricerca offre una visione completa della poetica e delle motivazioni estetiche che stanno alla base di un cinema atipico, in controtendenza rispetto al proprio tempo.

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Giganti e Giocattoli Il Cinema di Yasuzo Masumura

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di Beniamino Biondi

Aracne Editrice

pp 100. Euro 8

 

 

 

Pubblicata per lodevole iniziativa della Aracne Editrice, la prima monografia italiana su Yasuzo Masumura rappresenta un'altra perla nella ricerca filologica da parte di Beniamino Biondi poeta, saggista, documentarista e soprattutto grande esperto di cinematografie underground spesso ingiustamente invisibili al grande pubblico (molto importanti altri suoi saggi sulla cinematografia giapponese passata e presente, su quella messicana, greca e catalana). Yasuzo Masumura rappresenta una figura importante nella cinematografia nipponica perchè elemento cardine nel passaggio da un cinema tradizionalista, ieratico, contemplativo a un punto di vista più moderno sulla società giapponese con forti rimandi alle pulsioni della vita interiore e a una lucida presa di coscienza dei protagonisti di fronte a un vecchio sistema opprimente e castrante. Pochi primi piani, montaggio più serrato, selezione di angoli acuti prevalentemente dal basso, riproduzione serigrafale dell'immagine: è un modo di filmare che contesta apertamente la sacralità del piano fisso di Ozu, il melodramma sentimentale di Mizoguchi, la classicità catartica e conciliatoria del modello dell' “imperatore” Akira Kurosawa.

 

Nella prima parte del suo saggio Beniamino Biondi traccia il percorso artistico ed esistenziale di Masumura dividendolo in decenni storici: si va dall'inizio degli anni 50 con il soggiorno di due anni a Roma che influenzerà in maniera determinante l'estetica del giovane cineasta, intrisa di frammentazione soggettiva e di coscienza sociale. In questo decennio Mazumura firma il suo debutto con l'opera Il Bacio (1957) che ottiene un buon riscontro di critica e pubblico. Da questo momento in poi inizia un attività prolifica che lo porterà a dirigere poco meno di una sessantina di film nell'arco di 25 anni. Su tutti spiccano Giganti e Giocattoli (1958) satira feroce sulla avidità della moderna società dei consumi con il circolo vizioso produttore-consumatore, Nuda per un pugno di eroi (1966) e la Bestia Cieca (1969) in cui la componente sessuale e anticonformista prende felicemente il sopravvento in un'aria di rivoluzione permanente. Con l'avvento degli anni settanta la carica eversiva del cinema di Mazumura sembra lentamente spegnersi e affiorano più evidenti i difettti di eccessiva estetizzazione e ridondanza, con particolare riferimento alla rappresentazione del sesso e della violenza. Qualche titolo si distingue un po' più sugli altri (Il Gioco, La ninna nanna della grande terra) ma rimane la sensazione di un certo vuoto di ispirazione. Masumura girerà l'ultimo lungometraggio nel 1982 (Auguri per i sette anni di questo bambino, passato totalmente inosservato), poi ancora qualche trascurabile serie televisiva. Morirà quasi dimenticato a 62 anni nel 1986.

 

La seconda parte del libro di Biondi riporta alcuni preziosi scritti dello stesso Masumura riguardanti i temi più disparati: dalle sue idee sul sentimentalismo e il realismo nell'opera cinematografica, dalle tecniche di recitazione, al giudizio sui nuovi registi giapponesi che calcano la scena all'inizio degli anni settanta. Ne esce fuori un ritratto d'artista rigoroso, puro, coerente con i propri intendimenti filosofici e una certa visione del mondo importata direttamente dalla cultura occidentale. Soprattutto nella parte che riguarda l'utilizzo dei mezzi della grammatica filmica Masumura spiega il perchè dei pochi primi piani nei suoi film: “Desidero esprimere le sensazioni umane, la rabbia, la felicità, nel modo più libero possibile. Vorrei eliminare tutto ciò che ha bloccato i giapponesi fino ad oggi, impedendo loro ogni movimento e dar via a personaggi che possano ridere o piangere liberamente. Voglio rappresentare con forza e in ogni direzione i loro minimi desideri , al di là del primo piano, attraverso ampi ed aperte inquadrature e intense azioni a figura intera….”.

 

Beniamino Biondi omaggia Masumura con un ritratto appassionato e straordianariamente completo, infilandosi in archivi e bibliografie corrose dal tempo , in videoteche e registrazioni polverose, e regalandoci il ritratto lucido di un regista “contro” appartenente a una cinematografia semi sommersa da riscoprire e rivalutare.

 

INDICE

PARTE I

Premessa. Modernismo e Cinema in Yasuzo Masumura

Capitolo I Gli esordi

Capitolo II Gli anni Cinquanta

Capitolo III Gli Anni Sessanta

Capitolo IV Gli anni Settanta

Capitolo V Gli anni Ottanta

PARTE II

Scritti di Yasuzo Masumura

Voltiamo le spalle al sentimentalismo, al realismo, all'atmosfera

Per recitare in modo nuovo

Le idee dei giovani registi

Filmografia

Bibliografia

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