Il cinema di Jim Jarmusch
Umberto Mentana
Aracne editrice
pp. 180
12,00 €

 

 

 

Viviamo in un’epoca artistica dominata da super-produzioni, da universi condivisi, da progetti a lunga e, talvolta, a lunghissima scadenza (basti pensare ai programmi stilati da qui fino al 2020 da major come Disney/Marvel Studios o Warner Bros./DC Entertainment), ma nonostante ciò c’è chi, come il ventinovenne Umberto Mentana, ancora crede nell’importanza e nella potenza comunicativa del cinema indipendente. Mentana, per la sua opera prima, ha scelto di intraprendere l’impegnativo percorso che porta ad un outsider del cinema americano come Jim Jarmusch. Ed è con disarmante disinvoltura che l’autore si addentra nei meandri di un cinema creativo e complesso come quello del cineasta nato ad Akron 63 anni fa.
La parte introduttiva de Il cinema di Jim Jarmusch-Una filmografia per un’analisi della cultura

e del cinema postmoderno (edito da Aracne editrice) è dedicata al Postmodernismo nel cinema. L’autore associa all’uscita nelle sale di Guerre stellari-Star Wars (1977) il momento in cui si verifica il punto di rottura tra “vecchio” e “nuovo” cinema. E’ con l’opera di George Lucas, infatti, che muta il rapporto tra lo spettatore e la settima arte: si passa dalla comunicazione alla fusione. I sensi dello spettatore vengono “anestetizzati” da effetti visivi e sonori sempre più all’avanguardia, l’industria cinematografica inizia a fare una montagna di soldi con i c.d. “pop-corn movie” e lo spazio per un certo tipo di cinema fatto di minimalismo, di dialoghi importanti e penetranti e di semplicità visiva inizia a ridursi drasticamente.

 

Rotto il ghiaccio, Mentana ci parla di Jarmusch e della sua giovinezza influenzata da un autore in particolare: Nicholas Ray (Gioventù bruciata). L’autore, quindi, ripercorre la carriera di Jarmusch come fossero le tappe di un lungo viaggio: l’amicizia con Roberto Benigni, tra i protagonisti dell’onirico Daunbailò; i film della svolta (il nichilista e visionario Dead Man del 1995 e il noir zen Ghost Dog-Il codice del samurai del 1999); il suo primo film “commerciale” (Broken Flowers del 2005 prodotto da una major come la Focus Features). Infine, c’è anche spazio per l’elegante e sofisticato Solo gli amanti sopravvivono del 2013.
Mentana ci spiega perché oggi abbiamo bisogno più che mai di artisti come Jarmusch, di film che scavano dentro ognuno di noi e di personaggi borderline come i protagonisti di Dead Man e Ghost Dog o di cinquantenni in crisi d’identità come il Bill Murray di Broken Flowers.

 

 

INDICE

13 Prefazione
Un livido e ammaliante pastiche: il cinema intertestuale di Jim Jarmusch

19 Introduzione al cinema postmoderno
1.1 Una “visione”del postmoderno, 19 – 1.2 Caratteri del post-modernismo, 23 – 1.3 Il postmodernismo al cinema, 27 – 1.4 Registi in rivolta, 32 – 1.5 Una vita “indipendente”, 38.

57 Capitolo I
Down By Law (Daunbailò)

71 Capitolo II
Mystery Train- Martedì notte a Memphis

85 Capitolo III
Il punto di svolta: Dead Man e Ghost Dog
1.1 Dead Man, 85 – 1.2 Ghost Dog, 102.

115 Capitolo IV
Coffee and Cigarettes

123 Capitolo V
Broken Flowers

135 Capitolo VI
The Limits Of Control

147 Capitolo VII
Only Lovers Left Alive- Solo gli amanti sopravvivono

163 Bibliografia

169 Appendice fotografica