LIBRI DI CINEMA – "Il film noir americano", di Leonardo Gandini

Il film noir americanoViaggio nei luoghi di transito, nei tempi ambigui e nei chiaroscuri del noir, genere che ”tocca ogni genere”, sintesi di cronaca, erotismo e sogno, campo privilegiato di sottrazione di punti di riferimento per lo spettatore e per i suoi protagonisti, costantemente in attesa o in fuga. Il libro racconta con semplicità e precisione un immaginario nutrito di narrativa hard boiled e rielaborato dalle opere di Huston, Wilder, Hawks, rintracciando la poetica noir contemporanea in film come Taxi Driver e Lost Highway. Da Lindau.

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Il film noir americanoIL FILM NOIR AMERICANO

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Leonardo Gandini

Edizioni Lindau

Finito di stampare nel mese di gennaio 2008

Pag. 165 – 13,00 euro

 

 

 

 

 

L’autore mette sotto osservazione il termine “noir” spogliandolo della sua genericità e caratterizzandolo innanzitutto, più che come contenitore, come categoria critica – impostasi peraltro a metà degli anni ’50, quindi a stagione ormai conclusa – “un’idea che abbiamo proiettato nel passato”, per dirla con James Naremore – e in parte filosofica: “un punto di vista sulla vita basato sul confronto col nulla”, per dirla con Jon Tuska; – addentrandosi nelle opere, negli spazi e nei tempi che hanno fabbricato il potente immaginario del cinema noir – evidenziandone i rapporti stretti, spesso indissolubili, con la letteratura (per elezione la narrativa hard boiled di Hammett, Chandler, Cain, Latimer). Si seguono due grandi piste critiche: le intuizioni dei saggi del 1946 di Frank e Charter, che legavano i romanzi polizieschi e i fatti di cronaca a una tendenza cinematografica al realismo sociale – osservando la scuola francese e poi quella americana di Huston, Wilder, Preminger, Garnett, e dieci anni dopo quelle dei testi di Borde e Chaumeton – che si concentravano sulle atmosfere oniriche e ambigue di un genere, o meglio di uno sguardo che “tocca ogni genere”, che sintetizza le pulsioni, brutalità ed erotismo. Per l’autore, se non si può prescindere da radici realistiche – il delitto come specchio dei mutamenti economici della società americana, una prima fase di realismo poliziesco – il noir resta campo privilegiato di “sottrazione di punti di riferimento psicologico”, che si è nutrito di opzioni formali già presenti nel cinema hollywoodiano dei ’30, di espressionismo, di stilemi horror, ma anche di psicoanalisi (osservazione niente affatto scontata) fino a proporsi come zona per eccellenza di disorientamento, vertigine, raddoppiamenti, creando la vertigine della mise en abîme attraverso l’instabilità emotiva dei protagonisti.L’ombra del passato - Edward Dmytryk

Particolarmente interessante lo studio su spazi e tempi del noir: le atmosfere claustrofobiche che ritagliano le figure umane da ombre gigantesche, dove il décor, la fotografia, le angolazioni, creano l’assenza strutturale di interni rassicuranti e offrono principalmente luoghi di passaggio, impersonali, dove sono in attesa uomini immersi “nel fumo di troppe sigarette”; e laddove tutto il tempo libero, come nota Vivian Sobchak, è sempre tempo dell’attesa o dell’indugio, comunque di inquietudine, spesso interrotto solo dalla presenza di cupe femmes fatales e dal motivo della fuga: non di rado, storie nell’arco di 24 brevi ore in cui il passato entra prepotente sotto forma di flashback (Morirai a Mezzanotte di Anthony Mann, Smarrimento di Sherman, Il tempo si è fermato di Farrow). Il testo, che vanta un linguaggio esatto, ma semplice, offre inoltre l’analisi approfondita di opere come Il Mistero del Falco (John Huston da Hammett), La fiamma del peccato (Billy Wilder da Cain, sceneggiatura di Chandler) L’ombra del passato (Edward Dmytryk da Addio mia amata di Chandler) e Il grande sonno (Hawks da Chandler, con l’adattamento di William Faulkner). Completa il libro un’incursione sulle evoluzioni del noir dagli anni ’70 (da Un bacio e una pistola di Aldrich ai film in cui il genere diventa ambientazione, come Chinatown e L.A. Confidential), a oggi: se per certi versi i suoi tipici contrasti e chiaroscuri vengono penalizzati dall’uso del colore, Taxi Driver crea un universo di allucinazioni metropolitane e Fight Club rappresenta in chiave moderna la deriva interiore del suo protagonista; si chiude con una (lodevole) riflessione speciale per David Lynch, per l’autore forse l’unico contemporaneo in grado di porsi il problema del noir in termini di stile e messa in scena, superando la semplice catalogazione dei topoi del genere e esprimendo, soprattutto con Lost Highway, una sua personale poetica noir di altissimo livello nutrendola dell’ambiguità di azioni e personaggi e dello svuotamento di senso della temporalità.

 

INDICE

I. Il noir e la critica p. 11
II. Il noir e la letteratura di genere p. 36
II. 1 Il mistero del falco p. 38
II. 2 La fiamma del peccato p. 42
II. 3 Addio, mia amata/L'ombra del passato p. 46
II. 4 Il grande sonno p. 51
III. Il noir e il sogno p. 61
IV. Spazio e tempo nel noir p. 108
V. Post-noir e Neo-noir p. 137

 

Bibliografia p. 159

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