Il metacinema nelle opere di Lynch, Cronenberg, De Palma

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di Chiara Nucera

EUS – Edizioni Umanistiche Scientifiche

pp 146 – € 16.90

Di cosa parliamo quando parliamo di “metacinema”? In un’accezione puramente lessicale ci si riferisce, naturalmente, al cinema che racconta se stesso. Ma per raccontare se stesso, il cinema deve svelare (rendere visibile) il confine tra il “reale” e la sua rappresentazione (riproduzione), mettere a nudo, in buona sostanza, la sua natura di “doppio”: copia, apparentemente fedele, ma potenzialmente sovversiva del reale.

Non è un caso, allora, che cinema e psicanalisi siano nate in una sorta di “parto gemellare” della cultura occidentale di fine ‘800 visto che entrambe fondano la loro stessa ragion d’essere nella dicotomia fra visibile e invisibile, fra mostrato e nascosto: fra ciò che appare e ciò che, spesso antiteticamente, è.

Affondando le sue basi nel teatro classico greco (evidenziando quanto delle strutture della narrazione cinematografica fossero già presenti in esso) passando, appunto, per il tema del doppio (affrontato in psicanalisi da Freud e, soprattutto, da Rank) e riconoscendo al Maestro Alfred Hitchcock il ruolo di “nume tutelare” (essendo stato il primo a sondare le potenzialità del cinema per la rappresentazione dei percorsi interiori dei personaggi) l’interessante lavoro di Chiara Nucera arriva ad analizzare l’opera di tre fra gli autori che più di altri sono riusciti a raccontare l’intrinseca “doppiezza” del cinema. Lynch, Cronenberg e De Palma hanno usato, infatti, le proprie opere per forzare quel confine, apparentemente solidissimo ma in realtà estremamente labile, fra visibile e invisibile, fra conscio e inconscio. Naturalmente, ognuno di loro percorre una propria via per arrivare a mettere in crisi la percezione del reale: la visione provoca una mutazione fisica (corporea) del personaggio/spettatore (Cronenberg – Videodrome); la realtà non esiste in se, ma solo attraverso il confronto (confusione) con il nostro lato oscuro che emerge nei sogni/incubi (Lynch – Mulholland Drive); e, infine, la realtà/verità può essere afferr(m)ata solo quando questa sia tecnicamente riprodotta (De Palma – Blow Out).

INDICE

Introduzione

1 – METACINEMA E CONCETTO DI COPIA

1.1 Introduzione alla nascita del cinema

1.2 Dal mito della caverna agli spazi d’ombra

1.3 Freud e Rank: perturbanti intersezioni

1.4 Alla ricerca della trasparenza

1.5 Nel linguaggio della realtà

2 – TEATRO E CINEMA

2.1 Le origini

2.2 Evoluzione di uno scontro epocale. Dalla cavea a Re Kong

2.3 Menandro e la nascita del “nuovo teatro”

2.4 Il carattere tragico: tra apollineo e dionisiaco. Nuovi stimoli di fruizione

2.5 Strutture parallele

3 – BRIAN DE PALMA REALTA’ E RIPRODUZIONE

3.1 De Palma: come nasce uno stile

3.2 Body Double

3.3 Blow Out: tra doppio e riproduzione

4 – DAVID LYNCH DI LUCE, D’OMBRA E D’ALTRI DEMONI

4.1 Ho fatto un sogno

4.2 Favole dark

4.3 Lost Highway, il doppio e il rimosso

4.4 Mulholland Drive: Silencio!

5 – DAVID CRONENBERG QUELL’OSCURO SCRUTARE

5.1 Tra scienza e trasformazione

5.2 L’alterazione della realtà: un carattere fondamentale

5.3 Videodrome: la video-parola si è fatta carne

Conclusioni

Bibliografia

Filmografia

Sitografia

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