LIBRI DI CINEMA – "Javier Bardem, biutifulactor"

Davide Mazzocco, giornalista e fotografo, fa il suo esordio nella letteratura cinematografica con questa monografia molto accurata, dedicata all’attore Javier Bardem. Un saggio in cui viene tratteggiata, oltre alla carriera, la vita dell’artista spagnolo, centrando l’attenzione sulla persona, piuttosto che sugli aspetti di critica cinematografica. Il testo è arricchito da un’ampia carrellata di aneddoti e fotografie, nonché da rapidi approfondimenti sul cinema spagnolo ed internazionale. Una lettura agile e piacevole rivolta ai fans di Bardem, ma anche ai cinefili in generale. Da Falsopiano Edizioni.

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Javier Bardem, biutifulactor

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di Davide Mazzocco

Edizioni Falsopiano, 2011

pp. 197 – Euro 19,00

 

Davide Mazzocco, giornalista, fotografo e redattore del sito “Quotidiano Piemontese”, fa il suo esordio nella letteratura cinematografica con la biografia, edita da Falsopiano, “Javier Bardem, biutifulactor”, titolo che rimanda ad uno degli ultimi lavori dell’interprete iberico, il magmatico film “Biutiful” del 2010, di Alejandro Gonzalez Inarritu. Forte, sanguigno e passionale, come la terra a cui appartiene, la Spagna, con una fisicità esuberante che impreziosisce la sua innata capacità attoriale, rendendo intensa ogni prova in cui si cimenta; duttile e trasversale, riesce a passare attraverso diversi generi cinematografici rimanendo sempre perfettamente credibile.

 

Una carriera costellata da piccole e grandi perle a cui ha donato una lucentezza propria, grazie alle sue interpretazioni, ora matador nudo sotto la luna, in lotta contro nemici immaginari e le sue fobie come in “Prosciutto prosciutto”, ora cinico e spietato nei panni del “narcosatanico” Romeo Dolorosa di “Perdita Durango”, o ancora malato terminale, malinconico e poetico ne “Il mare dentro”, in cui si raggiungono vette inarrivabili di lirismo. I suoi primi ruoli erano caratterizzati da un prorompente vitalismo, ma Bardem è riuscito, con grande naturalezza, a contenere i possibili rischi dei ruoli da borderline che gli venivano inizialmente affidati e, successivamente, si è adattato senza difficoltà ai ritmi pacati del nuovo milieu, conservando la peculiare capacità di alternare dramma ed ironia, senza soluzione di continuità, appresa grazie agli insegnamenti dei suoi primi maestri, Pedro Almodovar e Bigas Luna. La sua spiccata plasmabilità attoriale lo ha condotto fino ad Hollywood, dove la sua fama è stata consacrata a livello mondiale, riuscendo a vincere – primo interprete spagnolo – il premio Oscar, nel 2008, come miglior attore non protagonista, grazie al film “Non è un paese per vecchi”, di Ethan e Joel Coen.

 

Il testo di Mazzocco è un tributo ad un artista di indiscussa bravura che “con il suo viscerale mimetismo frutto di una meticolosità e di una precisione maniacali, (…) opera sempre in quel range ristretto occupato dai grandissimi che sta fra il camaleontismo e l’overacting”. Il libro offre una disanima sui suoi lavori cinematografici, ma concede molto spazio anche alla vita di Bardem, proveniente da una famiglia di attori famosi nella terra natia. Per l’attore spagnolo la preparazione di un ruolo è la sua preghiera e la recitazione è il suo rito condiviso. Riferendosi allo stile cinematografico americano, Bardem ha ammesso che “rispetto al cinema che facciamo in Europa è un involucro diverso. […] Quando, però, il regista dà il ciak tutto torna alla normalità che conosciamo. Il lavoro di un attore è lo stesso ovunque, a dispetto di quanto lo circonda. Le angosce, le ansie, i dubbi, sono gli stessi. Per me recitare in inglese è un po’ come “ballare con le parole” e non mi sento mai del tutto a mio agio. Al tempo stesso però, la tecnica e la recitazione sono sempre quelle”.

 

Mazzocco ripercorre la carriera artistica dell’interprete, dagli esordi “fisici e sensuali” di “Prosciutto prosciutto” del 1992, “L’amante bilingue” del 1993 di Vicente Aranda e “Carne tremula” del 1997 di Pedro Almodovar, tutti film nei quali la recitazione era corredata dall’apporto di una fisicità esuberante e carnale, alle pellicole che lo hanno reso famoso a livello internazionale, come “Prima che sia notte”, opera di Julian Schnabel del 2000, nella quale sostiene l’intenso ruolo dello scrittore Reinaldo Arenas, che gli è valso la Coppa Volpi come miglior attore, ed i noir “Danza di Sangue” del 2002 di John Malkovich e “Collateral” di Michael Mann, fino alle ultimissime collaborazioni con Milos Forman, Woody Allen, e Terrence Malick. La narrazione del saggio di Mazzocco scorre agile, segue la carriera di Bardem con continui ed interessanti parallelismi con l’evoluzione e le trasformazioni del cinema spagnolo e della società, di cui è il riflesso. L’Autore si sofferma lungamente nella descrizione delle trame dei film interpretati dall’attore, svelando forse troppo; lo stile narrativo scelto è semplice, rendendo la lettura fruibile da tutti e non solo dai tecnici del settore. Il dettagliato excursus professionale è arricchito da aneddoti, citazioni, interviste e belle foto in bianco e nero, documenti che consentono un’incursione anche nella vita privata dello spagnolo, vere chicche per i fans di Bardem, un artista che è “molto più di un semplice interprete dei sogni e delle vite altrui, si scopre, film dopo film, un teorico dell’arte della recitazione, un inesauribile esploratore dei limiti della rappresentazione scenica, un uomo instancabilmente innamorato del proprio mestiere”.

 

Indice:

– Biutifulactor. Il mestiere dell’attore secondo Javier Bardem

– “È un attore drammatico”

– Nel segno dell’eros

– Fuga dai cliché fra noir e commedia

– Le sfide del corpo da Carne tremula a Prima che sia notte

– Le sfide del corpo da Prima che sia notte a Mare dentro

– Alla conquista di Hollywood

– Dall’Oscar a 007, gli anni della fama globale

– Filmografia essenziale

– I premi e le nomination

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