LIBRI DI CINEMA – "Jim Jarmusch. Il fascino della malinconia", di Chiara Renda

Jim Jarmusch. Il fascino della malinconiaAgile saggio sull’universo poetico dell’ ”ultimo autentico cineasta indipendente” americano. Attraverso la filmografia completa, si cerca di cogliere l’essenza di quegli attimi in between – fatti di attese, frammenti, spostamenti attraverso luoghi apparentemente anonimi, spazi quasi privi di identità, taxi, stanze d’albergo, caffè, che lo stesso Jarmusch individua come i momenti che catturano il suo sguardo di regista, nel nome di una poetica minimalista e antinarrativa. Collana Extralights di Le Mani editore.

 

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Jim Jarmusch. Il fascino della malinconiaJIM JARMUSCH. IL FASCINO DELLA MALINCONIA

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Di Chiara Renda

Edizioni Le Mani

Finito di stampare nel mese di aprile 2008

Pag. 170 –  10,00 euro

 

 

Pubblicato nella collana Extralights di Le Mani, agili e curati libretti concepiti come “piccoli lampi di luce che prendono insolite direzioni”, il saggio è un percorso nell’universo poetico di quello che viene definito l’ultimo autentico cineasta indipendente americano, il cui stile originale si nutre di cultura europea, intensità punk, umorismo, creando un cinema nel nome «del quotidiano, della digressione spontanea, del perder tempo e della “vacanza permanente”» popolato da eterni vagabondi, sul filo sottile che corre tra sorriso e malinconia. La parte introduttiva cerca di cogliere quanto vi è di speciale nelle storie quotidiane di Jarmusch, intessute di sfumature in cui convivono ironia e tristezza, di personaggi “stranieri” (a se stessi), l’essenza di quegli attimi in between – fatti di attese, frammenti, spostamenti attraverso luoghi apparentemente anonimi, spazi quasi privi di identità, taxi, stanze d’albergo, caffè, che lo stesso Jarmusch individua come i momenti che catturano il suo sguardo di regista, nel nome di una poetica minimalista e antinarrativa. Il saggio si sofferma brevemente sulla capacità di J. di sperimentare con i generi, alterandone la Jim Jarmuschnatura e giocando con gli stereotipi, innanzitutto con quello del road movie: i viaggi dei suoi antieroi, che siano cinici, disillusi o solo smarriti, sono indice di una condizione di costante irrequietezza, spia della caduta definitiva del sogno e del mito americano.

Viene poi analizzata la filmografia completa del regista: gli anni ’80: Permanent Vacation, in cui Jarmusch fa muovere il suo vagabondo Aloysius tra le private solitudini dei personaggi in cui si imbatte, ai quali pensa metaforicamente come stanze da attraversare; Stranger Than Paradise, di cui si raccontano curiosità – la pellicola donata da Wenders al giovane regista) in cui nascono spazi e tempi che si ritroveranno coerentemente in tutto il suo cinema, sorta di diario di viaggio dentro e fuori di sé, costellato di istanti e di attese in sé importanti quanto gli eventi se non di più, e rivissuto come «un vecchio album di fotografie sfogliato con lentezza»; Daunbailò, “neo-beat-noir-comedy” nella definizione dello stesso J., riflessione sul linguaggio e sui suoi fraintendimenti in chiave fiabesca e ironica; Mystery Train, in cui l’America ”gigantesco ologramma”, con Baudrillard, è un luogo fantasmatico attraversato da turisti e truffatori e intriso di musica come segno di nostalgia (l’apparizione di Elvis, la voce roca di Screamin’ Jay Hawkins; ma il saggio si sofferma più volte sull'importanza della musica in genere nel cinema di J., basti pensare alla presenza costante di Tom Waits nei suoi film); gli anni ’90, con Taxisti Jim Jarmuschdi Notte e soprattutto l’atipico “western metafisico” Dead Man, che consacra J. come autore; l’omaggio a Neil Young con Year of the Horse e Ghost Dog, manifesto spirituale di Jarmusch. Le schede dedicate ai ‘2000 si soffermano sull’improvvisazione degli attori, quasi tutti legati all’”universo Jarmusch” da un rapporto di continuità e amicizia (Coffee and Cigarettes) e sulle prime produzioni con la Focus Features (l’ultimo dolceamaro Broken Flowers e il prossimo The Limits of Control), in cui comunque il regista di Akron riesce a conservare il controllo artistico sulle sue creazioni e l’indipendenza del suo linguaggio. Completano il testo 16 pagine di illustrazioni a colori e in bianco e nero e la bibliografia.

INDICE

 

Introduzione           p. 7

 

Osservare il quotidiano da una prospettiva sbilenca          p. 14

Stranieri in cerca di un “paradiso”          p. 21

Ibridazione e dispersione: un discorso sui generi          p. 29

 

I film         p. 37

Permanent Vacation          p. 39

Stranger Than Paradise          p. 47

Down By Law – Daunbailò          p. 56

Mystery Train – Martedì notte a Memphis          p. 65

Night on Earth – Taxisti di notte         

Los Angeles New York Parigi Roma Helsinki          p. 75

Dead Man          p. 83

Year of the Horse          p. 91

Ghost Dog – Il codice del samurai          p. 94

Coffee and cigarettes          p. 101

Broken Flowers          p. 105

 

Filmografia          p. 111

Bibliografia          p. 119

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