LIBRI DI CINEMA – "La Cines", di Riccardo Redi





Il volume entra nello specifico dell’avventura della Cines ma è anche un interessante viaggio nella costruzione di un sogno che diventa realtà, da parte di uomini che credevano fortemente nella creazione di un’industria nuova, dalle grandi potenzialità. Persiani Editore

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La Cines. LibroLa Cines. Storia di una casa di produzione italiana
Riccardo Redi
Paolo Emilio Persiani Editore
Mese di uscita: ottobre 2009
pp. 182 – 14,90 euro
 
 
È il 1991 quando Riccardo Redi, giornalista, scrittore ed apprezzato storico del cinema, pubblica la prima edizione de La Cines. Storia di una casa di produzione italiana. A qualche anno di distanza riprende in mano la sua opera e ne tira fuori una riedizione ancora più accurata, con correzioni ed aggiunte sulla base di recenti ricerche, soprattutto nel campo delle vicende economiche.
Questa nuova versione del libro riporta l’interesse su una delle case di produzione più importanti del nostro Paese, una delle vicende che ha contribuito a far nascere e diventare grande la cinematografia nazionale e che viene poco ricordata, se non dagli storici o nei libri ad uso accademico e specializzato.
Il volume di Redi è sì opera che entra molto nello specifico dell’avventura della Cines – in modo particolare, come già ricordato, nei suoi risvolti economici – ma è anche un interessante viaggio nella costruzione di un sogno che diventa articolata realtà, da parte di uomini che credevano fortemente nella creazione di un’industria nuova, ma dalle grandi potenzialità. Uno dei nomi di spicco è quello di Adolfo Pouchain,
«ingegnere ed imprenditore che investe, quale fondatore e socio di maggioranza della Cines, tempo e risorse in una intrapresa in cui crede». A parlarne, nella presentazione del libro, è proprio il nipote di quest’ultimo, Maurizio Pouchain, che prosegue sottolineando come il testo sia «una interessante ricostruzione storica di un’intrapresa pionieristica certamente in anticipo sui tempi del nostro Paese, solo preceduta in Francia dall’intuizione dei fratelli Lumière».
L’altro nome importante ed imprescindibile ai fini del racconto è quello di Filoteo Alberini, regista di quello che viene considerato il “prototipo” del primo film italiano – La presa di Roma – ed uomo che insieme con Dante Santoni, «imprenditore che dispone di qualche capitale e di alcuni terreni», costituisce la “Alberini e Santoni – Primo Stabilimento Italiano di Manifattura Cinematografica", casa che il 31 marzo 1906 diventa la “Società Italiana Cines”, con Pouchain come amministratore unico. Ma la lista delle personalità che hanno collaborato allo sviluppo dell’avventura è lunga e il libro dedica attenzione e precisione ad ogni aspetto del caso.
Redi – potendo contare inoltre sulla preziosa consultazione del “Memoriale” di Pouchain – si sofferma sui più svariati aspetti della vicenda ed alterna documenti presi dagli archivi storici delle banche (campo nuovo ed inesplorato) ai ricordi di scrittori, registi e attori, dedicando, ovviamente, ampie parti ai numerosi film realizzati, la maggior parte dei quali hanno scritto le più importanti pagine della storia del cinema.
 
Indice:
Introduzione
La presa di Roma
Alberini tra Firenze e Roma
Vicolo delle Tre Madonne
Marzo 1906
Alta o media finanza
Il barone
Riorganizzazione
Espansione
Seta
Prima della guerra
Uno schermo per i film
Monsieur Bernheim
L’Unione Cinematografica Italiana
Stefano Pittaluga
Ancora Cines
Ludovico Toeplitz ed Emilio Cecchi
Intervallo
La terza Cines
Cinevillaggio ai Giardini
Dopoguerra
Appendice
Indice dei film

Indice dei nomi

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