LIBRI DI CINEMA – Le novità di Settembre


Lo Sguardo Inquieto. Marco Bellocchio tra immaginario e realtà; Ermanno Olmi; Il cinema di Terence Young; Il sistema sceneggiatura; Da Caligari ad Hitler; Espressionismo tedesco; Baarìa; Tarkovskij. La nostalgia dell’armoniaTim Burton; Alberto Lattuada – Il cinema e i film; L’inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada; Pasquale Squitieri. Un autore di cinema… e non solo; Il cinema di Romolo Marcellini; Il punto di vista – Dalla visione del regista allo sguardo dello spettatore;

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CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
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Lo sguardo inquietoLo Sguardo Inquieto. Marco Bellocchio tra immaginario e realtà
Patrizia Caproni
L'esistenza vista attraverso la macchina da presa, tra realtà oggettiva, visione soggettiva e immaginario, è la chiave di lettura su cui Patrizia Caproni snoda la sua analisi della più recente cinematografia di Marco Bellocchio.
Con l'analisi “filosofica” e cinematografica di 4 film, L’ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2003), Il regista di matrimoni (2006), Vincere (2009), l'autrice articola il suo lavoro tra sintesi descrittive dei più importanti passaggi delle opere, analisi tecnica delle scelte stilistiche, dalla fotografia all'inquadratura, fino a una sottile analisi filosofica sulla dialettica tra essere, esistere e immaginare. Temi al centro del cinema di Bellocchio che incrocia esistenze, storie reali e metafore esistenziali, dipingendo veri e propri affreschi sociologici delle realtà che di volta in volta osserva tra codici formali e ricerca di libertà.
[Le Mani – pp. 144 € 12,00]
Ermanno Olmi
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CORSO PRIMAVERILE DI REGIA CINEMATOGRAFICA, NUOVA DATA: DAL 26 MARZO

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Ermanno Olmi
Morando Morandini



Frutto di anni di conoscenza diretta, sia professionale sia personale, questa nuova monografia rappresenta un Castoro atipico, una sorta di conversazione privata, informale e confidenziale, che ha avuto luogo per mesi tra il critico-Morando Morandini e il regista-Ermanno Olmi e si è tradotta ora nelle pagine di un libro. Ne esce un ritratto intimo, un appassionante viaggio alla scoperta dell’opera e della poetica di Olmi attraverso un’attenta e puntigliosa analisi delle opere, dai documentari ai corti, al lavoro per la Tv, ai lungometraggi, restituendo in ogni momento l’atmosfera e la cronaca del contesto da cui nacque ogni progetto e in cui fu accolta ogni sua opera.
Un libro-intervista a due voci, caratterizzato dal susseguirsi di analisi, commenti, scambi di riflessioni e testimonianze private e da un tono confidenziale, in cui lo stile limpido e diretto della scrittura di Morando Morandini si pone come ideale equivalente letterario alla poetica di Olmi.
[Il Castoro – pp. 128 € 11,90]
Terence YoungIl cinema di Terence Young
Mario Gerosa
Elegante, raffinato, colto, Terence Young è stato un perfetto esempio di autore di genere. Si cimentò con tutte le variazioni del cinema, dal trash mitologico (Le guerriere dal seno nudo, Gli Orazi e i Curiazi) al cult western (Sole rosso), al camp spy thriller (Triplo gioco).Si affermò come il regista dei primi film di James Bond e fissò per primo il canone dello 007 cinematografico. Ma fu anche un grande autore di cinema di serie A. Dopo aver esordito con Il mistero degli specchi, opera prima giocata su un poeticissimo bianco e nero, girò una serie di film di denuncia, criticando la società del suo tempo in Londra a mezzanotte, Tall Headlines e Serious Charge. E poi, da grande regista di dive, diresse Ava Gardner e Catherine Deneuve in Mayerling e emozionò mezzo mondo con Audrey Hepburn cieca ne Gli occhi della notte. Questa è la prima monografia al mondo interamente dedicata a Terence Young, un omaggio a un maestro da riscoprire e da rivalutare.
[Il Foglio Letterario – pp. 315 € 18,00]
Il sistema sceneggiatura. Scrivere e descrivere i film Il sistema sceneggiatura
Luca Bandirali e Enrico Terrone
Il sistema sceneggiatura si propone l’obiettivo di restituire lo studio delle strutture narrative alla teoria del cinema, facendo tesoro delle acquisizioni della manualistica degli story analyst, riformulate però all’interno di un discorso rigoroso e sistematico. Il volume è animato dalla volontà di trasformare gli strumenti pratici dei neoaristotelici in una macchina ideale, perfetta, paradigmatica, capace di spiegare «come funziona una sceneggiatura, che cos’è una storia per il cinema» in generale, nei termini concettuali di una teoria.
Resta da stabilire a chi sia destinata questa «macchina per scrivere e descrivere i film». La risposta è implicita nella formulazione stessa: il Sistema riguarda chi i film li vuole scrivere – sceneggiatori e aspiranti tali – perché capire come funziona un film è il modo migliore per imparare a progettarne uno; ma il libro riguarda ancor più chi i film vuole imparare a descriverli: a riconoscere come sono fatti, a capire come funzionano o come non funzionano, ad acquisire gli strumenti utili per analizzare, valutare, interpretare un’opera cinematografica con cognizione di causa. Soprattutto si rivolge allo spettatore appassionato di cinema – qualunque sia il modo in cui questa passione si manifesta, fosse anche semplicemente guardando dei film – nella convinzione che la conoscenza di strutture e principi offra la possibilità di trasformare l’oggetto della propria passione in una disciplina che sarà fonte di piacere e conoscenza.
[Edizioni Lindau – pp. 326 € 22,00]
Da Caligari ad Hitler. Una storia psicologica del cinema tedesco
Siegfrid Kracauer
Da Caligari a Hitler è uno dei «classici» della storiografia cinematografica, un fondamentale testo di riferimento per la conoscenza dell’evoluzione del cinema tedesco tra le due guerre (dalle sorprendenti innovazioni del film espressionista, alle originali applicazioni del sonoro, passando per l’affermazione di autori come Lubitsch, Lang, Murnau, Pabst) – uno dei modelli più avanzati sul piano internazionale, in competizione (ma anche in una posizione di continuo interscambio) con quello hollywoodiano. Al contempo è un magistrale contributo teorico, la cui ricchezza metodologica non è stata ancora compiutamente colta e sviluppata. È un saggio di sociologia del cinema, impostato (è l’aspetto più noto) sulla stretta connessione tra film weimariano e situazione del ceto medio tedesco, che finirà col diventare determinante base sociale del regime hitleriano. Propone un’applicazione al cinema della teoria psicanalitica (è l’aspetto più controverso). Ma è anche una lettura del film in chiave fenomenologica, ispirata al pensiero di Simmel. Ed è un saggio di iconografia, ancorato ai più originali fondamenti del metodo di Panofsky. Il libro, pubblicato in Italia nel 1954, viene riproposto a cura di Leonardo Quaresima in un’edizione interamente rivista, arricchita di un’antologia di recensioni (dedicate ad alcune delle opere più celebri del cinema tedesco) pubblicate dall’autore negli anni ’20 e ’30. Un ampio saggio introduttivo del curatore ricostruisce inoltre la genesi e la fortuna critica del lavoro di Kracauer, mettendone a fuoco la fertilità dell’impostazione e offrendo inediti spunti d’interpretazione.
[Edizioni Lindau – pp. 512 € 35,00]
Espressionismo tedesco – La breve grande stagione del cinema degli anni Venti analizzata nei suoi procedimenti tecnico-formali
Pier Giorgio Tone
L’Espressionismo tedesco è un filone di interpretazione della realtà attraverso la macchina da presa ancora oggi affascinante. Si tratta infatti di un cinema dell’irrealtà che sceglie di rappresentare il visibile attraverso una totale reinvenzione del mondo, una prospettiva tuttora, a quasi un secolo di distanza, fresca e moderna.
Analizzando i film fotogrammi alla mano, Tone ne fa una lettura critica a tutto campo che svela come ogni aspetto tecnico-formale di questi capolavori concorra alla creazione di opere in grado di unire con grande originalità spettacolo e ricerca, l’intrattenimento con lo studio delle paure recondite dell’uomo..
In questo testo, gli elementi che vanno a costituire la grandezza dell’Espressionismo filmico tedesco sono presentati con chiarezza e proprietà, i film sezionati con precisione per portare alla luce tutti i caratteri formali prima ampiamente illustrati. Tone non manca di far riferimento a quelli che ne sono stati i modelli letterari e pittorici, e approfondisce gli aspetti freudiani dell’immaginario proprio di queste pellicole.
[Dino Audino Editore – pp. 144 € 18,00]
Baarìa Libro + CD
AA.VV.
Il volume fotografico ufficiale sul nuovo film di Giuseppe Tornatore.
25 settimane di riprese, 122 locations, 2800 costumi, 1431 musicisti, la pellicola dal titolo Baarìa, nome dialettale di Bagheria, città siciliana in cui il regista è nato e vissuto fino all’età di 28 anni, tratta la storia di una famiglia e delle sue vicissitudini durante l’intero Novecento. Il calibro degli attori è imponente, tra gli altri Lina Sastri, Enrico Lo Verso, Vincenzo Salemme, Leo Gullotta, Nino Frassica, Raoul Bova, e Monica Bellucci. Realizzato in collaborazione con Medusa Film, il libro ripercorre la lavorazione del film di Tornatore attraverso foto di scena di Marta Spedaletti ed immagini di backstage, realizzate con il fotografo Stefano Schirato. Oltre al percorso fotografico, il libro contiene le testimonianze dirette del cast tecnico e artistico attraverso le interviste realizzate da Gianluca D’Agostino. Allegato al libro il CD con brani selezionati dalla colonna sonora di Ennio Morricone.
[Electa/Medusa Film – pp. 160 € 60,00]
Tarkovskij. La nostalgia dell’armonia
Francesca Pirani
Emozioni e immagini, sono questi gli elementi che Francesca Pirani, autrice del volume Tarkowski: la nostalgia dell'armonia, mette al centro della sua analisi dedicata al regista russo, con la scelta di tre opere Andrej Rublëv (1966), Stalker (1979) e Offret/Sacrificatio (Sacrificio, 1986).
Affermando una poetica fondata sul concetto di immagine come elemento creativo che descrive la realtà e la trasfigura più che riprodurla, l'autore, che ha sviluppato i tre film scelti nell'arco di 20 anni, introduce il concetto di un cinema che vede il sentire e la sensibilità individuale prevalere nettamente sul capire e la razionalità, elementi che riducono l'arte a una mera rappresentazione della realtà.
Pur nella complessità dell'analisi il volume non rinuncia a un approccio divulgativo che permette anche ai meno esperti di avvicinarsi al regista. Ogni capitolo presenta infatti una sintesi dell'opera, e come sempre nella tradizione de Le Mani, non mancano bibliografia e filmografia aggiornate.
[Le Mani – pp. 144 € 12,00]
Io, Woody e Allen – Un regista si racconta
Woody on Allen ( a cura di Stig Björkman)



Dalle farse scatenate e irriverenti alle commedie sofisticate, dai drammi bergmaniani alle parodie dei gangster-movie e dei musical, Woody Allen si è dimostrato uno dei rappresentanti più originali, brillanti e prolifici del cinema d'autore americano degli ultimi cinquant'anni, dirigendo, fra l'altro, vere e proprie pietre miliari come Manhattan, Io e Annie, Hannah e le sue sorelle, Zelig.
Nella lunghissima serie di interviste che compongono questo libro (già uscito in Italia ma ormai fuori commercio, e qui riproposto in una nuova edizione aggiornata fino al 2005) Woody Allen ripercorre tutta la sua carriera, dagli esordi giornalistici ai film più recenti, mettendoci a parte con ironia e candore dei mille segreti della sua vita di artista e di uomo: i miti e i "maestri", le fonti di ispirazione, il rapporto con gli attori e i collaboratori, ma anche i suoi amori, i suoi tic, le sue paure.
[Minimum fax – pp. 431 € 15,00]
Tim Burton
Antoine De Baeque
Tim Burton è ormai considerato uno dei registi più importanti del cinema contemporaneo riuscendo a conciliare l’eccentricità del suo talento visionario con le ragioni economiche dell’industria di Hollywood, il cinema di genere con l’opera d’autore.
I film di Burton – spesso ispirati dalla grande letteratura gotica, rivisitata attraverso gli amati horror della Hammer – offrono una visione cupa e disperata, ma anche ironica e surreale, della realtà della vita americana, di cui raccontano gli aspetti più segreti, oscuri e grotteschi. In questo aggiornatissimo saggio critico-biografico, Antoine de Baecque ripercorre l’intera vicenda esistenziale e artistica del cineasta, analizza le sue opere – da Vincent (1982) a La sposa cadavere (2005) –, ne individua temi e motivi ricorrenti, e ricostruisce con ricchezza di dettagli il processo creativo che va dalla stesura della sceneggiatura al final cut.
In particolare, attraverso il sapiente montaggio di una serie di conversazioni avute con il regista negli ultimi anni, alternate a stralci di interviste ai suoi attori feticcio (soprattutto Johnny Depp), Antoine de Baecque ci offre informazioni preziose e di prima mano su varie fasi della carriera di Burton, rintraccia diversi episodi autobiografici che sono alla base della sua ispirazione, e raccoglie molti aneddoti inediti del backstage dei suoi film.
[Edizioni Lindau – pp. 176 € 18,50]
Alberto Lattuada – Il cinema e i film
Adriano Aprà
Questo volume intende tornare all’opera di Alberto Lattuada, un regista su cui la critica ha svolto in passato un lavoro di riflessione spesso accurato ma che da tempo meritava di essere riesaminato. È quanto si propongono gli autori dei vari scritti, che con sguardo nuovo e a volte con metodologie inedite ripercorrono la carriera di Lattuada nel suo insieme e film per film. Ne emerge, fra l’altro, il rigore stilistico del regista, capace di confrontarsi con l’evoluzione del cinema italiano e internazionale coevo sperimentando nuove soluzioni espressive che gli consentono di essere insieme autore e uomo di spettacolo. Lattuada si pone sempre il problema di come narrare, di come inquadrare, di come modellare lo spazio e il tempo del proprio cinema sul corpo degli attori e delle attrici. Tornare a Lattuada significa oggi ripensare un cinema dal quale ci siamo troppo allontanati, la cui sapienza collettiva e insieme autoriale potrebbe essere di proficuo insegnamento.
[Marsilio – pp. 368 € 25,00]
L’inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada
Silvia Tarquini (a cura di)
L’inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada è il volume-catalogo che comprende, oltre ai testi introduttivi di Sergio Toffetti e della curatrice, le interviste a Carla Del Poggio, Carlo Lizzani, Aldo Buzzi, Lamberto Caimi, Virna Lisi, Catherine Spaak, Milena Vukotic, una lunga conversazione, parzialmente inedita, con Lattuada, a cura di Gianni Volpi, un saggio di Simone Starace sulle vicende censorie dei film del regista milanese e una ricca filmografia ragionata. Il volume è corredato da un ampio apparato iconografico con foto di scena e di set e fotogrammi provenienti dall’archivio fotografico della Cineteca Nazionale.
[Centro Sperimentale di Cinematografia]
Pasquale Squitieri. Un autore di cinema… e non solo
Monetti Domenico (a cura di)
La prima monografia sul cinema (e non solo) di Pasquale Squitieri. Il volume si avvale di un ricco apparato iconografico, di una lunga conversazione con il regista de I guappi, Il prefetto di ferro e Claretta, di sedici interviste inedite ad alcuni grandi personaggi che hanno contribuito al successo cinematografico e teatrale di Squitieri: Giorgio Albertazzi, Claudia Cardinale, Franco Nero, Ennio Morricone, ecc. Il volume raccoglie anche una seleziona di scritti del cineasta che si è mosso con disinvoltura anche al di fuori dello schermo, scrivendo spesso e volentieri saggi, articoli, racconti, adoperando per l’occasione la macchina non da presa ma da scrivere. In tale sezione sono presentati in anteprima alcuni frammenti di un’autobiografia che Squitieri sta scrivendo. E ancora: la filmografia cinematografica e televisiva commentata dallo stesso Squitieri e/o da attori, sceneggiatori, del film preso in esame, con un esaustivo apparato di critica italiana ed estera. Chiudono il volume la filmografia dei lavori inediti e dei progetti mai realizzati e la teatrografia.
[Guida Edizioni – pp. 368 € 20,00]
Il cinema di Romolo Marcellini – tra storia e società dal colonialismo agli anni '70
Alessandra Cori



Uomo colto ed eclettico, regista impegnato soprattutto nel genere documentario, Romolo Marcellini ha attraversato, con la sua opera, il periodo più importante della nostra cinematografia, dai primi anni Trenta fino alla soglia degli anni Ottanta. Piuttosto varia la sua produzione che spazia dal documentario di guerra al cinema religioso, da quello sportivo a quello di denuncia, da quello “esotico” a quello di fiction, realizzando poi una serie di rarissimi “corti” che hanno come soggetto l’arte, il mare, l’urbanistica ed il paesaggio, per un totale di circa settanta titoli. Ha 27 anni quando dirige il suo primo film in Africa, Sentinelle di bronzo, dove si è recato per realizzare alcuni documentari e dove è aiuto regista nel film Scipione l’Africano, di Carmine Gallone. Di Sentinelle di bronzo Marcellini disse: «Mi onora moltissimo l’aver realizzato questo film che, secondo alcuni, è stato il primo film neorealista italiano […] gli attori più straordinari erano quelli che avevo preso nella boscaglia somala […] avevano un’ingenuità e insieme una sapienza che spesso troviamo solamente nei grandi attori». Per alcuni critici e colleghi, Romolo Marcellini è stato un grande regista di mestiere con una sensibilità all’epica, un regista partito dal cinema fascista, come molti altri, che ha dato della guerra un’insolita lettura avventurosa, con acrobatiche e spettacolari riprese aeree girate in prima persona durante le rischiose incursioni nei principali campi di battaglia.
[Le Mani – pp. 174 € 14,00]
Il punto di vista – Dalla visione del regista allo sguardo dello spettatore
Joel Magny
Nel momento in cui un regista, o un semplice «operatore», decide di collocare la sua cinepresa in un punto preciso, adotta necessariamente un «punto di vista» rispetto a ciò che osserva. Chiamiamo questo il «punto di vista qualsiasi», o il «punto di visione». Se però si interroga su ciò che vuole mostrare, e soprattutto su come vuole mostrarlo, è condotto a compiere delle scelte che concretizzano una «visione» nel pieno significato della parola, un modo di osservare il mondo. Ciò risulta evidente in numerosi classici del cinema, da Quarto potere (1941) di Orson Welles a Ohayô (1959) di Yasujiro Ozu, oltre che in due film (La finestra sul cortile, 1954, di Alfred Hitchcock e Duello mortale, 1941, di Fritz Lang) di cui il punto vista rappresenta proprio il soggetto.
[Edizioni Lindau – pp. 96 € 12,80]
Introduzione all’estetica del cinema
Dominique Chateau
Dopo la grande stagione degli studi narratologici e semiologici, molti autori hanno sviluppato nei confronti del cinema approcci di tipo «estetico», secondo tre principali direttrici: la prima è quella dei classici studi sullo stile e la poetica di registi e di opere, in rapporto allo sviluppo del cinema come arte; la seconda, di stampo più filosofico, indaga sulla teoria dell’arte e sui valori estetici che fondano, tra sensazione e ragione, il giudizio del gusto; la terza attiene all’ambito socio-antropologico, e studia il posto del cinema nella società e l’industria culturale.
Di questa ampia serie di ricerche Dominique Chateau compie una sintesi e traccia un bilancio, non senza offrire un proprio originale contributo per ridisegnare i confini del settore, gettando uno sguardo sulle più feconde prospettive future.
[Edizioni Lindau – pp. 192 € 14,50]
Introduzione all’analisi del film
Francis Vanoye e Anne Goliot-Lété
Analizzare un film significa innanzitutto scomporlo nei suoi elementi costitutivi. Si parte dal testo filmico per «decostruirlo» e ottenere un insieme di elementi distinti dal film stesso. Una seconda fase consiste nello stabilire dei legami tra questi elementi isolati, nel comprendere come essi si associno e divengano «complici» al fine di far emergere un tutto significante. Il film è pertanto il punto di partenza e il punto di arrivo dell’analisi. Questo piccolo manuale – che non vuole essere altro che un’introduzione alla materia – propone alcuni elementi di riflessione generale sulla storia delle forme cinematografiche, gli strumenti della narratologia e i problemi dell’interpretazione; poi, delle analisi, dal piano isolato al film intero, che sviluppano e completano le riflessioni della prima parte in modo concreto.
[Edizioni Lindau – pp. 192 € 14,50]
Rock-o-Rama – Altre contaminazioni tra cinema e rock in 101 film
Roberto Curti
Quello tra cinema e rock è stato un amore a prima vista. Fin dalla sua nascita ufficiale il rock’n’roll è stato adottato da Hollywood, che ne ha portato sul grande schermo i protagonisti, le storie, i cliché e soprattutto la ventata di ribellione che esso portava con sé. Il colpo di fulmine si è trasformato in un sodalizio che dura da più di 50 anni, nel corso dei quali il cinema ha plasmato l’immaginario e la cultura rock e li ha rivenduti a un pubblico ansioso di celebrare se stesso e i propri miti. Ma l’incontro tra le due forme d’arte popolare più diffuse del secolo appena trascorso è avvenuto a molteplici livelli, dando vita a percorsi disparati e talvolta imprevedibili. Rock-o-rama prende in esame 101 pellicole dove il rock e ciò che esso rappresenta giocano un ruolo di primo piano. Dai primi approcci a una musica che faceva paura (Il seme della violenza) ai lavori interpretati da Elvis Presley (Il delinquente del rock’n’roll), dai rivoluzionari film dei Beatles (Tutti per uno, Aiuto!) ai documentari dedicati ad artisti come Bob Dylan e i Rolling Stones, dai film-concerto alle cinebiografie, dai musical alle opere rock. Ma anche film di gangster e western, commedie romantiche e demenziali, pellicole d’animazione e road movies, horror e film pornografici, materiali nei quali l’apporto del rock è via via bizzarro, inaspettato, curioso, improbabile, provocatorio.
[Edizioni Tuttle – € 16,00]
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