LIBRI DI CINEMA – Le novità di Marzo

Bernardo Bertolucci – Cinema la prima volta, Di Leo Calibro 9, La paura cammina con i tacchi alti, Immagini nella rete, Divergenze in celluloide

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Bernardo Bertolucci – Cinema la prima volta

Tiziana Lo Porto (a cura di)

 

Cineasta e cinéphile, Bernardo Bertolucci racconta se stesso e il suo cinema, dall’opera prima “La commare secca” del 1963 al più recente “Io e te” del 2013. Nato da anni di ricerche negli archivi delle biblioteche di cinema e spettacolo, il volume raccoglie una selezione di interviste e conversazioni pubblicate dagli esordi a oggi su riviste di cinema e spettacolo e quotidiani nazionali e internazionali, che sono spesso condotte da altri registi (tra cui Clare Peploe, Andy Warhol, Anne Wiazemsky, Robert Aldrich e James Franco) o

bertolucci_3dscrittori e drammaturghi (Dacia Maraini, John Guare) e sempre accomunate da una fedeltà al presente e a quelle che egli stesso definisce «le intermittenze del cuore». Nelle parole delle interviste che hanno seguito ogni film (o a volte condotte proprio sui set dei film) si ritrova così quel giusto equilibrio tra etica ed estetica che appartiene alla sua opera, realizzata senza compromessi e con coerenza, e sempre con la consapevolezza che «la cosa più importante è rimanere fedeli a se stessi».

[Edizioni Minimum fax – pp. 467 € 20,00]

 

 

 

 

Di Leo Calibro 9 – Erotismo e noir nel cinema di Fernando Di Leo

Gordiano Lupi, Davide Magnisi

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Quentin Tarantino ha rivalutato molti artigiani del nostro cinema vituperati e distrutti dalla critica italiana. Tra questi soprattutto Fernando di Leo, regista simbolo del noir alla Scerbanenco, di un poliziottesco atipico e originale, di un erotismo intriso di violenza e perversione. “Nei film girati da di Leo c’è sempre un’ironia di fondo, anche nelle pellicole più truci. I miei debiti di passione e cinematografici con questo regista sono tanti…” afferma Tarantino. Gordiano Lupi e Davide Magnisi affrontano con spirito critico e molte testimonianze dirette l’analisi del percorso cinematografico del cineasta pugliese in un libro fondamentale per conoscere a fondo e senza pregiudizi l’opera di Fernando di Leo.

[Il Foglio letterario Editore – pp. 330 € 15,00]

 

 

La paura cammina con i tacchi alti – Il giallo all’italiana raccontato dalle protagoniste e dai protagonisti del cinema anni settanta.

 Stefano Iachetti

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“Fu l’avvento del genere thriller a imporre la presenza di attrici dalla bellezza assoluta, vittime o carnefici, in storie molto spesso ubicate in città estere e ambientate in contesti alto borghesi. La narrazione alternava intrecci morbosi tra lui, lei e l’altra/o, ovvero ricerche spasmodiche di eredità o di premi assicurativi in caso di morte (procurata). Le protagoniste dei film thriller (successivamente anche delle commedie), così come le eroine dei fumetti erotici, pur esposte senza veli e destinate soprattutto al piacere maschile, in realtà si muovevano in contesti narrativi dove l’uomo veniva ridicolizzato…Negli anni ’70 ero troppo piccolo per entrare in un cinema a vedere quei film (sempre “orgogliosamente” v.m. 18) con titoli dal fascino evocativo e conturbante (solo ad esempio: Che cosa avete fatto a Solange?, Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?). Ero ammaliato dalle immagini dei manifesti e dalle bellissime locandine, con quei volti meravigliosi, contratti in un’espressione di terrore. I miei sogni erano frequentati dalle mitiche attrici dai nomi esotici e dalla bellezza magnetica: Dominique, Erika, Femi, Malisa, Nieves… A quei sogni dedico questo libro, ricco di suggestioni e di racconti delle protagoniste, di alcuni registi e dei loro collaboratori. E anche un desiderio di riaccendere le luci sul quel cinema nostrano popolare, spesso liquidato come mero fatto commerciale, invece ricco di intuizioni e di tocchi geniali, di autentiche invenzioni, sia stilistiche che narrative” (S.I.).

 [Il Foglio letterario Editore – pp. 290 € 18,00]

 

 

 

Immagini nella rete

 Elio Ugenti

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È possibile individuare ancora oggi delle vere e proprie specificità mediali? Soffermare l’attenzione sui singoli dispositivi di produzione e veicolazione di immagini può essere ritenuto ancora un approccio valido per la comprensione del panorama visivo entro cui siamo immersi? E se davvero è possibile parlare di postmedialità, questa sta a indicare la necessità di superare la nozione di medium, o si configura piuttosto come un invito a un suo radicale ripensamento? E, infine, cosa ne è delle singole immagini – e delle loro reciproche differenze – una volta che queste entrano nel circuito della Rete e vengono ripetutamente condivise sulle piattaforme social? Queste sono, in estrema sintesi, le principali domande alla base del presente volume. Domande dalle quali si avvia una riflessione che coinvolge da una parte l’oggetto di studio e dall’altra le metodologie di ricerca, facendo principalmente leva sui visual studies e sui media studies, ma anche sull’antropologia dell’immagine, sulla sociologia e sull’estetica, ponendo come oggetto ultimo di riflessione l’operatività del soggetto contemporaneo e la sua attitudine a intervenire con le immagini in numerosi contesti discorsivi che prendono forma in Rete. L’approdo a un approccio di tipo ecologico è la naturale conseguenza della riflessione metodologica che si sviluppa nella prima parte del volume. Un tentativo di applicare un metodo di ricerca interdisciplinare, dinamico e relazionale per analizzare l’agire del soggetto all’interno del complesso ecosistema mediale contemporaneo.

[Mimesis Edizioni – pp. 198 € 18,00]

 

 

 

Divergenze in celluloide – Colore migrazione e identità nei film gay di Ferzan Özpetek

 Ryan Calabretta-Sajder

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In questo volume viene esaminata la produzione cinematografica di Ferzan Özpetek per quanto concerne le tematiche del colore, dell’identità sessuale e della migrazione. Viene delineata una definizione della teoria queer per poi applicarla ai film diretti da Özpetek seguendo i temi conduttori della famiglia, della memoria e del cibo. Özpetek viene presentato come un regista “italiano” contemporaneo, sottolineando come egli non abbia più l’“accento” turco di cui parla Hamid Naficy, e come anzi i suoi film servano a commentare la società italiana contemporanea in rapida trasformazione.

[Mimesis Edizioni – pp. 250 € 24,00]

 

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