LIBRI DI CINEMA – "Oshii Mamoru. Le affinità sotto il guscio", di Davide Tarò

L'analisi della poetica del regista giapponese per tematiche ed ossessioni. Una fitta rete di simboli, figure, posture, contesti e personaggi. (Morpheo edizioni)

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OSHII MAMORU

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Le affinità sotto il guscio


Davide Tarò


Morpheo edizioni


finito di stampare nel marzo 2006


238 pag. – 18,00 euro


 


 


Non sempre si può parlare di "autori" nell'ambito dell'animazione, perché la realizzazione di un prodotto animato prevede la concentrazione e il lavoro di uno staff di discrete dimensioni. Nel mondo stratificato, complesso e sicuramente affascinante degli Anime questo discorso rasenta spesso l'eccezione. Mamoru Oshii ne è certamente la dimostrazione vivente. Nell'arco di quasi trent'anni di intenso lavoro, Oshii ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'animazione giapponese. Ma ciò che più colpisce è che tale impronta risulta essere impressa anche nella storia del cinema in generale. Egli, con pochi altri (Katsuhiro Otomo, Hayao Miyazaki, Satoshi Kon, …), si è imposto come autore in grado di esportare i suoi lavori all'estero, riscuotendo successo ai festival di Cannes e Venezia. Stupisce il rigore formale, la coerenza poetica, il percorso di formazione e di evoluzione intrapreso da un personaggio come Oshii; e emoziona la sua malleabile capacità di fondere filosofia esistenziale e politica, tanto da sconvolgerle, nella continua mescolanza di codici interpretativi. Oshii è da sempre uno sperimentatore dell'immagine, convinto della sua forza catartica e curioso della sua potenza di trasmissione. In poche parole Oshii è da sempre un autore. Prova a dimostrarlo Davide Tarò, che approfondisce la poetica oshiiana suddividendo la materia narrativa per tematiche e ossessioni. Criterio inevitabile, tanto è vasto il mondo mentale di Oshii. L'uovo è l'elemento essenziale (insieme alla figura dell'angelo e soprattutto quella del cane) nella poetica del regista.


Oshii Mamoru entra a far parte e si forma professionalmente partecipando alla realizzazione di molte produzioni seriali animate all'imbrunire degli anni 70 (Lamù, Gatchaman), riuscendo in qualche modo ad imporre gradualmente una gravida e fitta rete di simboli, figure, posture, contesti e personaggi, che anno dopo anno, opera dopo opera (Tenshi no Tamago, Ghost in the shell, Patlabor e Ghost in the shell 2), diverranno oltre che il suo indelebile marchio di fabbrica, una vera e propria poetica, un humus unificante, contemplativo e goliardico, che solo con il passare di decenni diverrà una ricerca tout court, gelida e legata al realismo assoluto della messa in scena animata.

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