LIBRI DI CINEMA – "Per gli occhi magnetici"

In Per gli occhi magnetici, il fil rouge con cui Luigi Abiusi unisce riflessioni su autori apparentemente distanti (D. Campana, P.P. Pasolini, V. Erice, Q. Tarantino)  è la sostanza stessa dello scritto, ossia un discorso – postmoderno, in frammenti – sulla realtà dell’immagine, e sulla sua irrealtà; sul suo diverso esistere entro diversi codici comunicativi, e sulla sua inconsistenza ontologica; su ciò che “occhi magnetici” ne possono carpire, e su ciò che essa, a sua volta, carpisce dal referente oggettuale. Ed. CaratteriMobili

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Per gli occhi magnetici. Campana Pasolini Erice Tarantino
di Lugi Abiusi
Edizioni CaratteriMobili, 2011
Pp. 96, 10 euro

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Dino Campana, Pier Paolo Pasolini, Victor Erice, Quentin Tarantino: autori tra loro eterogenei, esploratori di lande creative diverse, ma non isolanti, ricche di contaminazioni, tra cui Luigi Abiusi – italianista e comparatista presso l’Università di Bari – edifica ponti concettuali finissimi, di una sottigliezza solida e affascinata. Il percorso di Per gli occhi magnetici, tra cinema e letteratura (e ritorno), è d’altronde coerente allo statuto intellettuale dell’autore, che oltre ad occuparsi di storia letteraria è un prolifico critico cinematografico (Filmcritica, Cinecritica, Uzak.it). Ne vien fuori una raccolta di saggi con alterne e scorrevoli incursioni nei territori della parola scritta e di quella figurata, con una mimesi intercambiabile tra immagine e realtà.

L’essenza cinematografica dell’imagerie del poeta Dino Campana, nel saggio d’apertura, palesa il carattere trans-linguistico, debordante, della genesi dell’immagine. L’inconsapevole forma cinematografica delle icone poetiche di Campana scaturisce da “un dispositivo che genera e rilancia il movimento, quindi il divenire” (p. 31). Le immagini che animano i versi del poeta si caricano di requisiti propriamente cinematografici: rivissute attraverso il ricordo, ne implicano la temporalità; confluendo l’una nell’altra, in armonica e continuativa fusione, prendono ritmo e dinamismo. Se questa predisposizione iconologica si sviluppa fino a maturare “convergenze prospettiche con la coeva, o appena successiva, cinematografia d’arte europea” (p. 34), è interessante osservare come l’italianista non manchi di sviluppare persino i prolegomeni di una dialettica tra la poesia di Campana e gli esiti contemporanei della pittura futurista, a testimonianza di una capacità analitica “prometeica”, in grado di sviluppare il saggio tra metamorfosi e sconfinamenti.

La coerente orchestrazione dei saggi pone Pasolini quale implicito realizzatore di certe vocazioni letterarie di Campana, nella misura in cui per il regista – oltre che letterato ed intellettuale engagé – il cinema si profila quale “lingua scritta della realtà”, ossia formulazione linguistica che, nell’avvalersi della propria peculiare identità per immagini, consente un’indagine del reale ad un tempo espressiva ed aderente. Non è un caso, allora, che Abiusi si concentri, sia pure con diramati raccordi, sulla produzione cinematografica di Pasolini più incline a costituirsi come saggistica visiva: dall’etnografia sperimentale dei Sopralluoghi in Palestina, al materiale composito ed intrinsecamente progettuale degli Appunti per un film sull’India e Appunti per un’Orestiade africana. Quella di Abiusi non è una ricognizione della periferia creativa di Pasolini, bensì uno studiato decentramento con cui guadagnare postazioni capitali del pensiero e della poetica del letterato-regista.

Se lo sguardo cinematografico di Pasolini si configura come attraversamento del reale, per Victor Erice – cineasta spagnolo dalla risicata filmografia – il movimento diventa bilaterale, oscillando tra l’“oggettività della realtà vivente” (p. 82) ed il “fittivo del pensiero-immagine” (p.84). Con esempi concreti attinti a mo’ di ecfrasi sia da cortometraggi (Los desafios, Alumbriamento, La morte rouge) che dagli unici tre lungometraggi (Lo spirito dell’alveare, El sur, El sol del membrillo), Abiusi si lancia in un’avventurosa “fenomenologia dei passaggi”: il fluido spostamento dal sensibile alla sua rappresentazione nel cinema di Erice è indagato con spunti da Deleuze e Benjamin. La fenomenologia si complica con Quentin Tarantino: l’afflato citazionista del regista americano denuncia un rapporto con l’immagine cinematografica, ossia con un reale già mediato dallo sguardo e sussistente non solo in sé, bensì all’interno di una tradizione. Così. Bastardi senza gloria diventa per il saggista il terreno su cui misurare il confronto tra “grande Narrazione della Storia” e “territori ignoti (virtuali), entro cui vivono minuti personaggi” (p. 90), tratteggiando l’ennesimo incrocio di traiettorie tra immagini, immaginario e realtà.

Testo di evocazione e di analisi, Per gli occhi magnetici è inoltre assecondato nei toni sia dalla prefazione di Lorenzo Esposito e Bruno Roberti, che recupera lacerti del testo per sviluppare una sorta di trialogo preliminare, sia dalla postfazione di Tommaso Ottonieri, che ibrida con prosa suggestiva racconto ed analisi, come a decantare con lucida emozione le scorie benigne del saggio di Abiusi.

La sensazione percepibile è che il fil rouge con cui Abiusi unisce riflessioni su autori così distanti sia ben più di un trait d’union: è la sostanza stessa dello scritto, ossia un discorso – postmoderno, in frammenti – sulla realtà dell’immagine, e sulla sua irrealtà; sul suo diverso esistere entro diversi codici comunicativi, e sulla sua inconsistenza ontologica; su ciò che “occhi magnetici” ne possono carpire, e su ciò che essa, a sua volta, carpisce dal referente oggettuale.

Indice

Prefazione di Lorenzo Esposito e Bruno Roberti
1 | Dino Campana. Cinematografia sentimentale
1.1 | Naturalismo
1.2 | Lo sguardo
1.3 | Il piano
1.4 | Genova

2 | Pier Paolo Pasolini. L'opzione del Terzo Mondo
2.1 | L'odore dell'India
2.2 | Erotiche resistenze
2.3 | Im-segni
2.4 | Alterazione
2.5 | Reliquie

3 | Victor Erice. Fenomenologia dei "passaggi"
3.1 | La luna
3.2 | Lo spirito
3.3 | L'infanzia

4 | Quentin Tarantino. Paralogia del cinema
4.1 | La condizione postmoderna
4.2 | Pragmatismo

Postfazione di Tommaso Ottonieri
Bibliografia
Filmografia
Indice dei nomi
 

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