LIBRI DI CINEMA. Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide!

Tradimenti, femme fatale, denaro e ossessioni. Alessandro Baratti ha analizzato il capolavoro di Jean-Pierre Melville Le Deuxième Souffle in un volume edito da Gremese

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Bastano appena sei minuti per capire che ci si trova di fronte a un’enormità. L’incipit, sui titoli di testa, di Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide (Le Deuxième Souffle) di Jean-Pierre Melville ha un’evidente forza oscura e ammaliatrice: la bressoniana asciuttezza dei condannati che fuggono, i respiri e il silenzio, la corsa nel bosco e poi il rumore delle rotaie del treno. Infine il volto del protagonista interpretato da Lino Ventura, malinconico e immerso nel buio. È la storia di un evaso che cade nel tranello della polizia facendo il nome di un suo complice e, per provare la sua lealtà,dovrà nuovamente fuggire dal carcere. Una storia semplice nell’ambito del noir o del polar se vogliamo: tradimenti, femme fatale, denaro e ossessioni.

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Alessandro Baratti ha analizzato il capolavoro melvilliano in un libro che porta il titolo del film ma modificandone la punteggiatura in Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide! (Gremese, 2018) forse a sottolineare perentoriamente quanto necessaria sia la conoscenza di questo gioiello spesso abbandonato nell’opera del maestro francese. “Tutte le ore feriscono mi si offriva finalmente in tutta la sua austera bellezza, in tuttala sua magnificata e sovrastata classicità” scrive l’autore del libro, in un atto d’amore più che in un’analisi sull’opera di un regista schivo, ossessivo, maniaco del controllo,ma discreto ed elegante. Dopo un prologo di presentazione di una figura così ambigua, la sua carriera viene suddivisa da Baratti essenzialmente in tre parti: la stagione del cinema libero e intransigente (Il silenzio del mare, Le jene del quarto potere), quelle più “commerciale” con Léon Morin, prete e con il film in questione che riesce a mettere d’accordo pubblico e critica e infine quella di un periodo in cui viene “declassato a mestierante di successo”, rappresentata dal suo ultimo film, Notte sulla città, che accompagnerà l’oblio di questo autore per decenni.
Secondo l’autore infatti Tutte le ore feriscono è un’opera “esemplare basata sull’ambiguità”, un’indicazione che ci porta subito nel terreno traballante di un film complesso e sfuggente che in questo libro viene guardato con estrema attenzione (nucleo fondamentale è anche l’analisi minuziosa scena per scena) portando alla luce le magnifiche e (forse) imprescindibili contraddizioni sia del film in esame che dell’intera poetica melvilliana. Baratti sottolinea come infatti la rinnegata paternità alla Nouvelle Vague lo

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abbia portato a realizzare film come il magnifico Il silenzio del mare “capace tanto di decantarsi in soluzioni classicheggianti quanto di infiammarsi in virtuosismi di audace sperimentalità”. Forse è questa la chiave fondamentale per la conoscenza di questo autore, una necessaria ambiguità che ne fa uno dei più influenti registi del cinema francese e non solo.

Tratto dal romanzo di José Giovanni, il film, a detta dello stesso regista, diventa la sua opera più personale e, come sottolinea Alessandro Baratti, Melville riesce a deflagrare l’impronta letteraria portando all’esagerazione le pagine del libro. Scrive Baratti: “Una semplice frase nel libro come «Arrivarono sul posto» ha dato sette minuti e mezzo di film”, da questi piccoli indizi si evince l’immenso controllo di un autore che non fa sfuggire certo la sua presenza e il peso della sua innegabile poetica, meditando, allungando e portando all’estremo la sua stessa creazione.
Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide! è un libro che riesce a dare attraverso l’analisi di un film uno sguardo profondo all’intera opera di Jean-Pierre Melville, un altro tassello necessario per rendere ancora più eterna l’autoproclamata immortalità. “Niente di straordinario nel mio incontro con Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide, tutt’al più qualche tratto di singolarità” scrive l’autore nell’introduzione regalandoci però un documento prezioso.


Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide!

di Alessandro Baratti
Gremese, 2018
128 pp, 14 euro

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