LIBRI – "Stanley Kubrick. Eyes Wide Shut".

La scrittura di Simone Ciaruffoli procede, rapida e chiara, in una sorta di connubio scritto/visivo, con parole che evocano immagini e immagini stesse che partoriscono formulazioni di un pensiero libero e passionale, sempre sul punto di erompere e di scoppiare, pur mantenendo un invidiabile rigore metodologico.

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Che cos'è il cinema di Stanley Kubrick? Un monolito misterioso e oscuro, un fascio di luce avvolgente e pervasivo, o più semplicemente un enigmatico detour della nostra coscienza spettatoriale nei meandri di un cinema irrisolto? Forse un po' di tutte queste cose, ma non lo sappiamo con certezza. Il cinema del maestro è d'altronde stato studiato, analizzato, smontato e rimontato a piacimento, producendo però alla lunga una serie di autopsie d'ufficio che rilevano poco di quello che cova dietro l'apparente freddezza delle immagini. Insomma il cinema di Kubrick è stato presto mummificato e trasformato in monumento da osservare con venerazione, in silenzio, possibilmente senza toccare. Pratica questa lontana mille miglia dalla coscienza critica che anima la scrittura di Simone Ciaruffoli, militante e battagliera firma conosciuta ai lettori di Sentieri Selvaggi, nonché creatore di un giovane sito di cinema (Pickpocket.it), che riapre la questione, affermando con forza il carattere metodico e passionale di uno sguardo che non ha paura di fare tabula rasa di ogni vieto ipse dixit sull'argomento. Il suo testo (Stanley Kubrick. Eyes wide shut, edito dalla Falsopiano nella nuova collana Light, 160 pp., Euro 10) in questo senso centra l'intera filmografia kubrickiana partendo dall'ultima opera di Kubrick, appunto Eyes Wide Shut, cercando di rintracciare all'interno di questo film (infinito, sfinito, sfaldato già in partenza) gli elementi generatori di una pratica filmica che Ciaruffoli analizza con pazienza, soffermandosi di volta in volta su aspetti che diano senso e continuità alla visione.

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A differenza però di quanto accade in quei testi risolti esclusivamente su di un piano rigidamente programmatico, qui la faccenda si complica, si spezzetta, si frantuma in schegge di pensiero stimolanti e propulsive che creano davvero in poco un'atmosfera, un quadro prospettico, una flagrante fantasia da consumare anche soltanto con l'immaginazione. Ci troviamo infatti dalle parti di una scrittura che procede, rapida e chiara, in una sorta di connubio scritto/visivo, con parole che evocano immagini e immagini stesse (quelle che scandiscono le diverse sezioni del libro) che partoriscono formulazioni di un pensiero libero e passionale, sempre sul punto di erompere e di scoppiare, pur mantenendo un invidiabile rigore metodologico. Se l'ultima fantasia di Kubrick conserva in seno l'elaborazione forse solo casuale di una scrittura intermittente e frastagliata, il testo di Ciaruffoli ne segue ordito e struttura, ne ricalca fedelmente intenzione e forma, ponendosi appunto ai nostri occhi come testo aperto, ricco di parentesi che sta a noi chiudere, di spunti arditi e coraggiosi sempre enunciati con una ricchezza fresca e propositiva di idee. Ecco, uno degli elementi che fanno di questo testo qualcosa di davvero differente da tante altre opere analoghe, è proprio la capacità di vedere il cinema (benintesi, non soltanto quello di Kubrick) come la partenza, non il termine ultimo, con cui affrontare il viaggio dello sguardo nella vita, nella realtà, accarezzando i corpi di quest'ultimo come persone familiari, come depositi antichi di vita, come ritorno di qualcosa già vissuto. E' per questo forse che mai come in questo testo l'universo di Stanley Kubrick ci appare come qualcosa di intimo e familiare, di magico e misterico, un concentrato di corpi vivi, pulsionali e carnali, lungo coordinate preposte al loro svelamento mai definitive, mai circolari nella loro trattazione. Simone Ciaruffoli ci conduce così per mano nei corridoi di una struttura in cui l'overlook non appartiene più soltanto allo sguardo, ma forse ancora di più al cuore, alla passione per la strada e alla buona lena di chi batte il cammino, sapendo che se per alcuni è cinema, per lui è vita.

TITOLO: Stanley Kubrick. Eyes Wide Shut


AUTORE: Simone Ciaruffoli


EDITORE: Falsopiano Light


ANNO: 2003


PAGINE: 160


PREZZO: 10 EURO


VALUTAZIONE: (DA @ A @@@@@)


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