LICORICE PIZZA – Is this love?

A malincuore bisogna nutrire il sospetto che questa di Licorice Pizza non sia neanche in fondo una storia d’amore, perché a separare Gary e Alana c’è, prima di tutto, la visione del mondo

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Potrei parlarti dell’astrattezza o dell’illusorietà di ciò che ci circonda ma faremmo l’alba… Sono più attratto dal non detto, dai rapporti genitori e figli e dal modo in cui formano la persona che possiamo, o quasi sempre non possiamo, diventare[1].

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Paul Thomas Anderson

L’amore è un veleno. Prima di Licorice Pizza, questo sembrava dirci Anderson nell’ultima scena dell’ultimo film incentrato su una storia d’amore morbosa (Il filo nascosto). Una storia d’amore senza amore, piena di ossessione e di controllo, su se stessi e sull’altro. Dopo Vizio di Forma, con Licorice Pizza Anderson torna a parlare d’amore, e (almeno apparentemente) in un modo così solare e spensierato, come non si era mai visto nel suo cinema. Un amore fatto di corse e di rincorse, uno verso l’atra, certo, ma allo stesso tempo (e necessariamente) di fuga da qualcos’altro. Parla di un tempo (gli anni ’70) e di un’età (l’adolescenza) in cui non si cammina, si corre. Si ha fretta di arrivare da qualche parte (Gary) o di allontanarsi da qualcosa (Alana). Gary, infatti, dà sempre l’idea di sapere bene dove sta andando, con la sicurezza di un quindicenne e con la spavalderia di chi fa parte di un altro mondo (quello dello spettacolo): un mondo nel quale tutto è possibile, tutto si può fare se lo si vuole fare, se si entra nel personaggio. Un po’ come Jack (William) Holden che è convinto di poter replicare nella vita reale la scena di un suo film nel quale salta le fiamme in sella alla sua amata moto. Ma la forza di gravità della realtà non è la stessa di quella del mondo del cinema: il salto riesce, ma lui perde il controllo della moto (nella vita reale non si può controllare tutto) e cade. Il salto, comunque, è riuscito anche se lui è caduto. La magia dello spettacolo si è comunque compiuta (show must go on). Ma la forza di gravità della realtà tiene ancorata Alana al terreno, che cade dalla moto alla prima accelerata.

Sarà anche per la differenza di età (lei ha 10 anni più di lui) ma Alana, durante tutto il film, sembra non riuscire a staccarsi dalla realtà; anzi, sembra proprio non volerlo fare; lei la vuole cambiare la realtà: quella sua familiare in primis, e poi anche quella sociale. Lei è “l’adulta” (e quindi, per definizione, sa distinguere la realtà dalla finzione) ed è proprio in quanto adulta che accetta di iniziare il suo rapporto con Gary: dopo aver rifiutato di essere la sua ragazza, accetta di essere l’accompagnatrice adulta in suo show televisivo. Inoltre, durante tutto il film, quando ci sono decisioni concrete da prendere spetta a lei farlo: dall’organizzare in maniera più professionale la vendita dei materassi ad acqua, fino alla lunga corsa alla guida di un camion, a folle ed in retromarcia, per la discesa che porta dai quartieri alti (dove vivono le star) alla valle. Volendo, anche questa potrebbe essere letta come una metafora della fuga dal mondo della finzione per tornare in quello reale, una fuga rischiosa ed, in un certo senso, quasi innaturale: per guidare in retromarcia bisogna lavorare solo di cervello perché i movimenti sono speculari a quelli istintivi, girare a destra, se si vuole andare a sinistra.

Questo suo attaccamento alla realtà non è solo nei confronti di Gary. Anche nel flirt con Lance (anche lui giovane attore nella stessa serie di Gary, ma più “adulto” e dal suo punto di vista, quindi, più legato alla realtà), Alana prova quasi subito a farlo entrare nella sua realtà: lo invita a cena a casa sua per fargli conoscere i suoi genitori, ma quando la serata si rivela un fallimento (cosa che manda a monte i piani di Alana di affrancarsi dalla sua famiglia) per differenze di natura religiosa (lui è nato da una famiglia di religione ebraica, come quella di Alana, ma poi ha scelto l’ateismo) lei gli rifaccia, appunto, di non considerare la realtà: se è circonciso è ebreo! Questa è la realtà fattuale, dalla quale, secondo Alana, Lance non dovrebbe provare a scappare.

Insomma, se Licorice Pizza è un coming of age, è di sicuro molto atipico, perché non riguarda il personaggio quindicenne: Gary, infatti, è un personaggio completamente strutturato e pienamente a suo nella società americana dell’epoca e, più ancora, in quella che si appresta ad arrivare. È sempre ponto ad intravedere la possibilità di profitto, ed ha la “sfacciataggine” di andarselo a prendere. Alana, pur con i suoi 25 anni, è il personaggio che compie il coming of age, quello a cui il film chiede di maturare, di passare da una visione del mondo ingenua dove contano ancora gli ideali, dove la realtà che la circonda è sempre qualcosa con cui fare i conti, semmai provando a cambiarla con la forza degli ideali, per passare ad una visione del mondo in cui la realtà è solo quella che ci raccontiamo, in cui la forza dell’autorappresentazione delle illusioni che ci costruiamo è più forte della realtà materiale. Il passaggio fondamentale che spinge Alana a questo cambio di prospettiva è l’incontro con il candidato sindaco (progressista) Wachs, che le permette di capire che anche gli ideali hanno bisogno di nascondersi dietro un velo di falsità: l’invito a cena che ha il solo scopo di costituire una copertura alla sua relazione omosessuale. Se l’impegno civile e politico è anch’esso una falsità (o, comunque, ha bisogno della falsità per affermarsi), allora Alana si decide a rifiutarlo e ad abbandonarsi alla superficialità, un po’ come fa la società proprio in quegli stessi anni.

Ed allora, a malincuore, bisogna nutrire il sospetto che questa non sia neanche una storia d’amore, perché a separare Gary e Alana, durante tutto il film, c’è, prima di tutto, la visione del mondo. Se lei si rassegna a cambiare la sua visione del mondo è a causa delle delusioni che il mondo ha inferto ai suoi progetti ed ai suoi ideali. Allora, forse, l’amore è anch’esso una rappresentazione, è proprio come quello del cinema: una folle corsa insieme, mano nella mano, un soffice bacio, fra colori caldi. Un ciak perfetto … da sembrare vero.

[1] Da un’intervista di Filippo Brunamonti, pubblicata su Esquire il 16/03/22.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array