"L'Italiano" di Ennio De Dominicis

Opera che fa vedere il terrore negli occhi di individui costretti a buttarsi nel vuoto senza paracadute. Anche se progressivamente l'intreccio si fa prevedibile e la regia chiusa in un'anonima routine

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Ingenuità, costernazione, smarrimento. Sono questi i termini entro cui si muove la traiettoria dello sguardo di Giorgio e attraverso i quali viene consumata, bruciata la sua vicenda di inevitabile perdizione e impossibile riscatto. Ma lo sguardo trova una dimensione, un suo riscontro fisico, tangibile sui luoghi accolti ogni volta dalla mdp di Ennio De Dominicis come un proseguimento, una manifestazione del turbine di emozioni in cui Giorgio precipita inghiottito dal suo stesso sguardo.

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C'è l'Albania rappresentata in tutta la sua franchezza e disperazione dove tra la folla anonima di disperati c'è semplicemente un ragazzo che vuole scoprire le proprie orgini e un'identità altra in quel mitico nonno soldato che scelse la diserzione per amore.


C'è l'Italia conosciuta nella sua dolente contradditorietà: in un prima parte nel suo aspetto rurale e arcaico,un paesino di montagna dove anche la professione di mulattiere può diventare il surrogato di un'identità perduta, di uno sradicamento compiuto anche nella morte del proprio nonno, in una terra sconosciuta e con l'Albania ormai lontana. C'è poi un secondo incontro, una seconda visione dell'Italia fredda, indifferente, dove si torna ad essere anonimi disperati coinvolti in un racket di droga senza più ormai nessuna origine, nessuna identità e dove la morte diventa l'unico finale possibile. In tutto ciò De Dominicis riesce a far scorrere nello sguardo di Giorgio anche brevi frammenti di un amore fragile e precario, il tramite che unisce corpi, pensieri, emozioni nell'inseguimento di un'utopia egualmente effimera. E anche se l'intreccio si fa blando e prevedibile e la regia si appiatisce su un'anonima routine, questo piccolo film fa vedere da vicino il terrore negli occhi di individui costretti a buttarsi nel vuoto senza paracadute.


Regia: Ennio De Dominicis
Sceneggiatura: Ennio De Dominicis
Fotografia: Saverio Guarna
Montaggio: Babak Karimi
Musica: Olen Cesari


Scenografia: Alfonso Rastelli
Interpreti: Mehmet Gunsur (Giorgio), Sonia Aquino(Luisa), Luca Lionello (Silvano),Giacomo Quattronimi,Tiziana Bagatelle,Gabriella Di Lunzio
Produzione: PoeticheCinematografiche/DDC
Distribuzione: Sharada
Durata: 88'
Origine: Italia, 2002

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